SAE Institute e la lotta al gender gap
«SAE Institute e la lotta contro il gender gap nel mondo della musica, annunciate due borse di studio per sole donne.»
Sono il frutto della collaborazione tra SAE Institute, network di formazione in ambito creative media, con 29 Campus in tutta Europa, POCHE Cltv, collettivo di music producer italiane, e Equaly, community di cantautrici, interpreti, musiciste, producer, foniche e molto altro ancora, le due borse di studio del valore di 5.400 ciascuna annunciate nel corso del panel “Il ruolo della donna nell’industria musicale”, tenutosi il 25 novembre nella cornice della Milano Music Week e dedicato al tema delle disparità di genere nel music business. Un tema particolarmente caro a SAE Institute, che con questo evento ha voluto, ancora una volta, accendere i riflettori sulle ineguaglianze che interessano un settore tutt’oggi largamente composto da uomini.
“Women in Music”, il progetto di ricerca firmato SAE che evidenzia le disparità
Sono i dati a confermare questa tendenza, argomentata a fondo nella ricerca esplorativa “Women in Music” (2021), di cui Alessandra Micalizzi, PhD, psicologa e internal lecturer di SAE, è responsabile: a livello internazionale, cita il report, solo in ambito produzione il rapporto donna-uomo è 1 a 37, mentre nell’autorialità, quindi nel ramo di scrittura di testi e musica, le donne sono poco più del 12%. Zoommando ancora un po’ si arriva in Italia, dove la situazione si complica di più: guardando alle incisioni complessive, rispetto al 2020, si contano circa il 92% di brani maschili contro l’8,15% di brani scritti da donne. Fanno eco a questi numeri la classifica di Billboard Italia, che tra le canzoni di successo tra il 2012 e il 2020 conta solo il 2,6% di produttrici, e quella di Spotify, secondo cui in Italia le musiciste sono il 14% del totale.
Mettendo insieme i diversi punti di vista degli intervistati, oltre 40 persone tra producer, professionisti e artisti, sono emerse alcune peculiarità macroscopiche: la cristallizzazione dell’immagine della donna artista, che nell’immaginario comune risponde ad alcune caratteristiche e ruoli preimpostati, l’identificazione della donna come genere e non come progetto artistico, e l’assenza di un vero dibattito sul tema, ancora molto prematuro e informale in Italia.
«Women in Music è un progetto SAE che muove i primi passi in un periodo storico molto complesso come la pandemia. Siamo partiti con uno studio esplorativo che indagava il percepito e le esperienze delle donne che lavorano nell’industria musicale italiana e da quel primo segnale, al di sopra di ogni aspettativa, è nato un percorso composto da diverse tappe: la prima con la presentazione dei risultati e l’uscita del primo albo illustrato “Viola può fare la musica” per bambini dedicato a temi di genere connessi al mondo della musica, la seconda con la tavola rotonda dedicata al tema, con esponenti dell’industria e del mondo accademico, e la presentazione del saggio “Women In Creative Industries” e la terza, venerdì 25 novembre, per offrire ai giovani talenti che si riconoscono nel genere femminile l’opportunità di formarsi nella musica nella prima realtà accademica italiana che offre percorsi di questo tipo, SAE – commenta Alessandra Micalizzi, responsabile del progetto – La data rende ancora più importante questo passo che vede la nostra accademia al fianco di Equaly e POCHE Cltv, due realtà di rappresentanza per la parità di genere nell’industria musicale. Sono onorata di essere su questo progetto sin dai primi momenti e desidero, insieme a tutta la squadra, immaginare quelli che verranno».
«Il nostro collettivo esiste per supportare le produttrici musicali italiane non solo del presente ma anche del futuro. Questa borsa di studio è il primo piccolo importante passo per incoraggiare le future professioniste che sognano di imparare a scrivere, comporre e produrre la musica che hanno in testa con libertà, arte, unicità, competenza e self-confidence», prosegue Elasi, co-fondatrice di POCHE Cltv.
«Da quando è stata fondata nel 2021, Equaly, in base ai principi del proprio manifesto, ha fatto della formazione, sensibilizzazione e aumento della consapevolezza sulla parità di genere nel music business il proprio fulcro. L’attenzione verso un’industria musicale più paritaria è possibile solo attraverso diverse azioni concrete e quotidiane volte a creare spazi e pari opportunità, soprattutto nell’ambito della formazione», chiude Josie Cipolletta dal team di Equaly.
Sebbene ogni ambito dell’industria musicale si differenzi dagli altri per aspetti che lo interessano in particolare, in generale il settore presenta una disparità di genere diffusa a macchia d’olio, intensificata da alcuni fattori endemici, come la nota precarietà delle carriere, lo scarso riconoscimento professionale e il grande coinvolgimento personale nella vita di chi intraprende questo percorso, sia in termini di orari che di risorse emotive e cognitive.