regalo sospeso
16 Dicembre 2021   •   Snap Italy

Regalo sospeso: come la street art di Merioone ha “aiutato” Unicef

«Se è vero che a Natale siamo tutti più buoni è il momento di dimostrarlo. Tutto quello che c’è da sapere sul regalo sospeso, nato dalla collaborazione tra Unicef, Clementoni e l’artista romano Merioone.»

Lo scorso 30 novembre, con l’inzio del periodo natalizio, ha preso il via la nuova edizione del Regalo sospeso, la campagna promossa da UNICEF Italia nata dalla collaborazione con Clementoni e con lo street artist romano Merioone. L’obiettivo della campagna è consegnare speciali kit da gioco ai 2000 bambini ospiti delle case famiglie o delle strutture ospedaliere, donando loro un sorriso in uno dei periodi più emozionanti dell’anno. Un’iniziativa che scalda il cuore e che, sicuramente, farà felici tanti bambini in difficoltà. Sotto l’Albero di Natale, infatti, troveranno un Regalo Sospeso composto da un activity book e puzzle con le grafiche ideate da Merioone, un kit completo per colorare e le carte memory.
Un regalo splendido, a cui è possibile partecipare a fronte di un contributo minimo di 10 euro, aderendo così a questa importante campagna dell’UNICEF.  Le donazioni, oltre a destinare ai bambini meno fortunati un Regalo sospeso targato Clementoni (con il supporto dei volontari di Younicef), andranno anche a sostenere i programmi a favore dell’istruzione di bambine e bambini nei paesi in via di sviluppo. L’eventuale eccedenza dei fondi raccolti verrà utilizzata per regalare kit didattici ai bambini nei paesi dove l’associazione umanitaria opera. A partire da metà dicembre, inoltre, saranno realizzate speciali consegne dei Kit del Regalo sospeso presso gli ospedali di Ancona, Roma, Cagliari, Torino e Milano.

 

Merioone e la collaborazione con Unicef

Per conoscere meglio l’iniziativa abbiamo fatto qualche domanda a Merioone, amico di Snap Italy fin dagli inizi del nostro progetto. 

Com’è nata l’idea di partecipare a questa campagna?
«Con l’Unicef ci siamo cercati con il pensiero, o almeno così mi piace pensare. Loro avevano il progetto Regalo Sospeso, io una voglia matta di cercare di dare il mio contributo per questa causa. Insieme abbiamo sviluppato delle idee, siamo partiti da una base che pian piano ha preso sempre più forma e sviluppi. Cose è nata la collaborazione»

Qual è il regalo di Natale che sognavi da piccolo?
«Non mi viene in mente un regalo che sognavo particolarmente. Amavo e amo tutt’ora Toy Story, e gli action figure del cartone erano qualcosa che desideravo sempre».

Cosa provi a collaborare con grandissime realtà come UNICEF e Clementoni?
«Sicuramente tanta soddisfazione. Chi non ha mai giocato con un prodotto Clementoni? Chi non ha mai apprezzato quello che Unicef fa ogni giorno nel mondo? Aver solo potuto scambiare idee con queste realtà è stato importante. Ma la cosa che ci tengo a sottolineare, è il piacere di lavorare con loro. La sinergia che si è creata, tutti concentrati nel tirare fuori qualcosa che potesse rendere felici questi bambini. Senza questo modo di collaborare non sarebbe stata la stessa cosa».

Tutto su Merioone

Come nasce la tua passione per la street art
«Diciamo che la mia passione per quello che è in strada, nasce dai graffiti. Per me sono la base di tutto. Quella che oggi viene chiamata street art viene dopo. Diciamo che mi ci sono trovato quasi per sbaglio, quando ho iniziato non sapevo ci fosse questo mondo dietro, lo facevo perché mi divertiva. Ancora oggi non amo molto l’etichetta di street artist, ma ancora non sono riuscito a trovare una parola che mi convinca in grado di sostituirla».

Cosa vuoi comunicare con il progetto Fishes Invasion?
«In realtà nulla in particolare. È nato per me, e per questo non ho mai pensato a qualcosa da comunicare. Volevo semplicemente attaccare questo adesivo ovunque andassi. Mi piace quando le persone mi dicono di sentirsi a casa trovando un adesivo dall’altra parte del mondo. Mi piace che piaccia ai bambini, che ognuno crei un suo mondo intorno a lui, ma soprattutto che tutto questo è nato in maniera spontanea. L’unico vero messaggio che comunico sempre è il “DON’T SLEEP”, che per me ha vari significati, ma lascio in questo caso libera interpretazione… chi dorme non piglia pesci!»

Dove trovi la tua ispirazione per nuovi lavori?
«Ovunque, davvero. Amo viaggiare per questo, ogni posto ha qualcosa da dare. Dopo ogni “invasione” sviluppo nella mia testa tanti pensieri, che a volte metto da parte, per poi tirarli fuori a distanza di tempo, altre invece sono idee che sviluppo in maniera più immediata. Mi è difficile dirti cosa mi ispiri davvero, perché potrebbe essere anche la cosa più impensabile».

La “Fishes Invasion” ha colpito ormai moltissimi paesi. Raccontaci qualche aneddoto particolare sui tuoi lavori all’estero. 
«Ogni invasione porta con se tantissime storie da raccontare. A livello di esperienza, tra i ricordi più belli che ho è sicuramente il viaggio a Rio de Janeiro. Sono stato nella favela di Morro da Providencia, una delle più antiche di Rio, e ovviamente ho visto situazioni di vita che mi sono rimaste dentro. Per loro vedermi attaccare un poster era qualcosa di divertente, e si sentivano anche loro parte dell’invasione, mi davano una mano in tutto! Oppure il viaggio in Chile, dove sono capitato nel pieno della rivolta civile contro il governo Piñera, le notti in Vietnam circondato da ratti giganti, l’estremo controllo di Pechino. Davvero, mi piacerebbe un giorno poter raccontare tutto, perché credo che siano cose che mi hanno cambiato molto, ed esperienze che mi porto dentro.»

Hai recentemente aperto un pop-up store a Roma. Ci racconti qualcosa su questo progetto? 
«Ne ho fatto recentemente uno a Roma, il secondo nella Capitale, e uno invece a Livorno. Diciamo che mi piace creare dei momenti in cui, chi mi supporta possa sentirsi parte del progetto. Nel primo pop-up a Roma ho ricreato una pescheria, con tutti gli elementi che si trovano all’interno, ma vendevo pesce sotto forma di adesivi, maglie, e gadget vari. L’ultimo aperto a Roma invece era tutto sul pesce diavolo. Ho creato un’intera collezione e ho fatto uscire il primo giocattolo in vinile.  A Livorno ho creato uno store senza un vero tema. Mi piace l’idea che chiunque possa avere qualcosa di mio, che sia un portachiavi, una maglia, qualsiasi cosa, e amo il fatto che un logo, in questo caso il pesce, si “impossessi” di qualsiasi oggetto. Spero di farne altri, anche in altre città dove ho persone che ogni giorno mi mandano il loro supporto, piano piano lavorerò anche su questo.»