Parole che non si usano più
06 Maggio 2021   •   Snap Italy

Parole che non si usano più: 10 termini affascinanti e senza tempo

«Da trasecolare a sardanapalesco ecco 10 parole della lingua italiana che non si usano più, termini un po’ antiquati ma ricchi di fascino.»

In Italia ogni anno vengono coniati moltissimi termini che fanno parte dello slang comune così come delle espressioni divenute gergali. Se da un lato, tante parole vengono aggiunte al vocabolario (nel lessico sportivo un grazie particolare va rivolto a Gianni Brera), altrettante cadono in disuso. Ve ne sono alcune, però, che nonostante non siano tanto utilizzate restano molto affascinanti, sia per la loro origine che per il complesso fonetico che generano quando sono pronunciate. Se stai seguendo lezioni di italiano online (ad esempio su Preply) –  non imparerai solo le basi di grammatica e sintassi, ma anche un ampio vocabolario di termini, di cui l’italiano è davvero ricco. Puoi parlare con il tuo insegnante dei termini italiani in disuso: vediamo insieme quali sono le 10 parole più suggestive della lingua italiana che – purtroppo – non si usano più o vengono utilizzate raramente.

1. Trasecolare

Il vocabolo trasecolare ha il significato di restare sbalordito. Ha un’origine molto antica e si caratterizza per il suono che è altisonante e potente. Il suo significato letterale, significa “essere fuori dal secolo” ma viene utilizzato in senso figurato, per dire “perdere la ragione”, “restare di stucco”.

2. Lapalissiano

Il termine “Lapalissiano” si usa per indicare qualcosa che è palese, ovvia. Anche se questo termine viene spesso considerato in disuso non si è mai estinto veramente, né è scomparso. Questo termine deriva da un gendarme francese, Jacque de Palice, alla morte del quale, i suoi colleghi composero un’ode celebrativa. Durante l’interpretazione, però, venne storpiata per errore. Pertanto, venne creato il termine “lapalissiano” in ricordo di La Palice.

3. Parole che non si usano più: Pleonastico

Si tratta di un aggettivo, che indica qualcosa di superfluo e inutile. Il termine, a molti, risulta barocco, ed in effetti lo è. Ha origini antichissime, deriva dal greco spleonastikòs che significa proprio sovrabbondante.

4. Querulo

Il vocabolo “querulo” ha il significato di lamentoso, lagnoso. Deriva dal latino querulus che a sua volta deriva dal verbo queri ovvero lamentarsi.

5. Postergare tra le parole che non si usano più

Il verbo postergare deriva da una locuzione latina “post tergum” la quale significa “dietro le spalle”. Anche senza conoscere il termine e il suo significato, si intuisce facilmente cosa significhi. Dal latino “post” che significa “dietro” e “terga” che significa “dorso”, la parola indica la volontà di lasciarsi qualcosa alle spalle.

6. Alterco

Anche questo vocabolo rischia di scomparire. “Alterco” significa “scontro” per lo più verbale. Deriva dal latino “alterco”, che vuol dire “litigare”.

Parole che non si usano più

7. Ottuagenario

La parola “ottuagenario” ha, oggi, un significato per lo più ironico e divertente. Viene utilizzato per sottolineare l’ironia di un’affermazione. Deriva dal latino “octogenarius” che significa proprio ottantenne.

8. Luculliano non poteva mancare tra le parole che non si usano più

Aggettivo, “luculliano” si riferisce a un pasto o un menu, molto ricco e fastoso. Quindi, questo termine, si usa per indicare tutto ciò che è ricco ed elegante.

9. Ramanzina

Il termine “ramanzina” ha il significato di “rimprovero” o anche “paternale”.

10. Sardanapalesco

Sardanapalesco” è un avverbio. Viene utilizzato per indicare uno stile di vita ambiguo o dissoluto. Il termine, nel suono appare molto divertente e curioso e deriva da Assurbanipal, il re degli Assiri, chiamato anche Sardanapalo. Il riferimento è allo stile di vita particolarmente ambiguo del sovrano. L’imperatore, effemminato e dedito a una vita fatta di lazzi, feste e voluttuosità, ha dato il nome a questo termine che ne ricorda i costumi e le abitudini.