Par.co Denim
04 Maggio 2016   •   Raffaella Celentano

Par.co Denim: i jeans ecologici Made In Italy

Oggi vi parliamo di Par.co Denim, l’azienda bergamasca che produce abbigliamento sostenibile completamente Made In Italy

I jeans sono gli indumenti più comuni ed utilizzati nel mercato del fashion. Uniscono gusto estetico e praticità, riuscendo sempre ad essere al passo con i tempi. Ma, purtroppo, la loro produzione è anche una delle più discusse, per sfruttamento della mano d’opera e per impatto ambientale. Ore e ore di lavorazione – spesso con lavoratori sottopagati e non tutelati – e metodi di lavaggio, invecchiamento e tintura che causano enormi danni alla salute e all’ambiente. Basti pensare alla tecnica della sabbiatura o alle tinture chimiche utilizzate dalla stragrande maggioranza dei marchi. Ma c’è chi dice no! Stiamo parlando di Par.Co Denim, un’azienda bergamasca che disegna e produce jeans e abbigliamento sostenibile.

L’avventura è iniziata nel 2010 e si è sviluppata nel tempo, avvalendosi della collaborazione di artigiani lombardi. Il brand si impegna, sin dalla sua fondazione, ad utilizzare materie prime naturali ed ecologiche, oltre che tessuti certificati e tecniche di lavorazione a basso impatto ambientale.

Dietro questo meraviglioso progetto ci sono quattro giovani italiani, che hanno unito la loro passione per il denim al rispetto per l’ambiente. Laura Robotti e Giada Maffeis, con i loro soci e una squadra di artigiani lombardi dall’esperienza ultradecennale, hanno deciso di portare avanti la loro idea innovativa, per creare un Made In Italy bello e sostenibile.

Ecco cosa hanno raccontato a noi di Snap Italy

Com’è nato il marchio Par.co Denim?

Tutti noi avevamo già avuto a che fare con varie tematiche ambientali e di sviluppo sostenibile. Con i nostri tessuti e i contatti che avevamo già, specie nel distretto bergamasco, abbiamo deciso di portare avanti quest’idea. Abbiamo iniziato nel 2010, e all’inizio non è stato molto semplice. Però in seguito il progetto è andato avanti: siamo riusciti a produrre i primi prodotti no-logo nel 2012, per poi fondare il marchio Par.co Denim nel 2014. Da lì siamo cresciuti, con nuovi tessuti e nuovi modelli. Ci siamo avvicinati anche a filati pregiati provenienti dal Giappone e a tessuti italiani certificati. Tutto questo ha dato la possibilità di inaugurare una nostra produzione, concentrata nella zona attorno la città di Bergamo.

Quali sono i materiali con cui lavorate maggiormente?

Utilizziamo principalmente tessuti italiani e giapponesi. Ovviamente parliamo di filati naturali, come cotone biologico certificato GOTS, oppure lino, canapa e bambù, oltre che cotoni riciclati. Inoltre lavoriamo solo con tinture vegetali, eliminando qualsiasi tipo di sostanza chimica. Infine, i capi Par.co Denim sono trattati con ghiaccio o resine vegetali, e ancora con il metodo naturale di Eco-aging, che permette di sostituire le sabbiature.

Qual è stata la reazione del pubblico?

Sarò sincero. In Italia non è stato facilissimo. A Fa’ La Cosa Giusta, due anni fa, abbiamo incontrato il primo pubblico davvero sensibile e informato sui problemi della sostenibilità. Purtroppo per molti, all’inizio, era più importante il prezzo d’acquisto piuttosto che la produzione in sé. Ma adesso stiamo pian piano insegnando ai consumatori cosa vuol dire produrre in Italia in maniera responsabile, e al contempo siamo riusciti ad abbattere i costi di produzione restando nell’ambito della filiera corta. Nell’ultimo anno comunque abbiamo visto un miglioramento notevole anche nel pubblico italiano, che diventa sempre più attento e sensibile a queste tematiche.

E invece come ha reagito la clientela straniera?

La clientela in nord Europa, invece, era già più consapevole e informata. Per loro la sostenibilità non è più un valore aggiunto, ma è la normalità. Se a questo, poi, si aggiungono le nostre caratteristiche di italianità, filiera corta e produzione locale, il gioco è fatto! Quindi possiamo dire che con loro è stato molto più semplice.

Quali sono i punti di forza del brand?

Sicuramente la sostenibilità e l’italianità! Essere un marchio totalmente Made In Italy ci ha aiutato molto, soprattutto nei paesi del nord Europa. Ma per noi Made In Italy non vuol dire semplicemente realizzato in Italia, ma proprio confezionato da artigiani italiani. Ciò significa anche portare in ogni nostro capo un pizzico della tradizione artigianale del Belpaese. La nostra sostenibilità, poi, si traduce in materiali certificati, rispetto dei lavoratori e consumi ridotti al minimo. Cerchiamo continuamente di abbattere i costi, in tutta la filiera (ad esempio il marchio o i distributori), tranne che nella parte della produzione, al fine di mantenere alta la qualità dei capi.

Un brand sostenibile deve esserlo anche nei confronti dei lavoratori. Qual è la vostra politica a riguardo?

Noi cerchiamo di essere responsabili anche nei confronti dei nostri lavoratori. Abbiamo sempre cercato di puntare su contratti a tempo indeterminato, senza essere schiavi dei tempi della moda. Prima i nostri produttori lavoravano a stagioni, alternando picchi di produzione a periodi completamente vuoti. Noi abbiamo deciso di intervenire in questi periodi morti e di uscire fuori dalla logica delle stagioni,  non solo per dare un lavoro continuativo, ma anche per creare capi che possano durare nel tempo, senza una data di scadenza. Siamo riusciti nel nostro intento, anche perché il jeans è un capo continuativo, che può e deve essere consumato, così da diventare nel tempo parte di te. In generale, credo che un’azienda che produce in modo sostenibile a livello ambientale non possa tralasciare l’aspetto etico nei riguardi delle persone che ci lavorano.

Raffaella Celentano