Palinuro
29 Luglio 2016   •   Raffaella Celentano

Palinuro, la perla del Cilento: tra mito, storia e natura

«Palinuro… Là dove incantava già gli antichi greci» Snap Italy oggi vi porta a scoprire le bellezze di uno dei posti più belli e famosi d’Italia: Palinuro, perla del Parco Nazionale del Cilento, che ogni anno attira turisti e visitatori da tutto il mondo.

Il paese – frazione del comune di Centola (SA) – si estende su una piccola penisola del promontorio conosciuto come Capo Palinuro (sito turistico), non molto lontano dalle foci di due fiumi, il Lambro e il Mingardo. È famoso in tutto il mondo per le bellezze paesaggistiche, come le grotte marine, per la sua storia, le sue leggende mitiche, e per la buona cucina.

Partiamo dal mito…

Varie leggende avvolgono la terra del Cilento. La più famosa è quella narrata da Virgilio nell’Eneide, in cui si racconta che Palinuro era il nocchiero di Enea. Vinto dal sonno, cadde in mare e, dopo tre giorni in balia del Noto, approdò sulle coste italiche. Qui, tuttavia, fu catturato dagli indigeni, ucciso e il suo corpo abbandonato in mare. In seguito ad eventi prodigiosi, i suoi assassini erigeranno un cenotafio per onorare la sua memoria, e da quel momento quel luogo porterà sempre il nome Palinuro.

Un’altra leggenda unisce Palinuro e il comune confinante, Camerota. Questo mito fu elaborato dal napoletano Bernardino Rota. Narra di una meravigliosa fanciulla, o forse una ninfa, di nome Kamaratòn, che abitava lungo le coste cilentane. Palinuro, avendola vista nuotare una notte, se ne innamorò follemente e la chiese in sposa. Respinto con brutalità e freddezza, e consumato dal dolore, il mitico nocchiero invocò il dio Sonno, implorandolo di porre fine alle sue sofferenze. Indignata per il comportamento della bella ninfa, la dea dell’amore Afrodite decise di punirla, trasformandola in roccia (il promontorio dove oggi sorge la cittadina di Camerota) e condannandola a guardare per l’eternità il suo amante respinto. Così i due giovani, Camerota e Palinuro, restano lì affacciati sul mare, vicini, ma non tanto da potersi incontrare, divisi da una lunga spiaggia, che simboleggia la strada di un amore perduto.

Innumerevoli altri miti riguardano queste terre. Molti, infatti, narrano che in tempi antichi le grotte di Palinuro fossero abitate dai ciclopi, e che il promontorio della Molpa fosse in realtà la dimora della sirena Molpé. E proprio questo antico promontorio è testimone dei primi insediamenti e villaggi di uomini preistorici del Cilento. Qui infatti, nella cosiddetta Grotta delle ossasono stati ritrovati resti di uomini e animali, riconducibili all’epoca quaternaria.

Le bellezze paesaggistiche

Tralasciamo il mito, per parlare delle (tantissime) bellezze naturali presenti sul territorio palinurese. Partendo dalla foce del fiume Mingardo, troviamo subito un caratteristico porticciolo, da cui partono le caratteristiche gite alle grotte. Saliamo a bordo di un piccolo gozzo e il “barcaiolo” ci racconta subito dei grandi yacht che ogni anno arrivano a Palinuro, calciatori, attori, ma anche imprenditori e reali di tutto il mondo. Ed ecco che arriviamo alla spiaggia dell’Arco Naturale, famosa per l’arco da cui appunto prende il nome, una maestosa costruzione rocciosa che racchiude una caletta incontaminata. Proprio questa spiaggia è stata scelta come location per vari film, tra cui Gli Argonauti. Subito dopo arriviamo alla Spiaggia della Marinella, posta proprio accanto la foce del fiume Lambro, e poi alla Baia del Buondormire, chiamata così per la felice posizione riparata e tranquilla. Proprio di fronte alla baia scorgiamo lo Scoglio del coniglio la cui forma ricorda proprio quella di un coniglio a riposo. Dopo un tuffo nelle acque cristalline della baia, torniamo a bordo della barca e proseguiamo con la nostra gita. È la volta delle grotte marine: iniziamo con la Grotta dei monaci, denominata così per delle curiose formazioni stalagmitiche che ricordano dei monaci incappucciati; poi c’è la Grotta sulfurea nella cosiddetta Cala fetente, in cui le pareti rocciose sprigionano vapori sulfurei. Se guardiamo in alto noteremo un piccolo foro nella roccia, denominato Architiello. Più avanti incontriamo la Punta spartivento e la Punta Mammone, con la caratteristica Grotta d’argento, dove l’acqua assume una colorazione azzurra, quasi metallica. La grotta successiva è la Grotta del sangue, in cui la presenza di ferro conferisce alle rocce un caratteristico colore rossastro. Infine, arriviamo alla grotta più famosa e particolare della costa cilentana, la Grotta azzurra: qui l’attenzione dei turisti viene catturata da uno spettacolare effetto di rifrazione che dona all’acqua un magnifico colore azzurro, dovuto alla luce del sole che filtra all’interno della cavità da un cunicolo situato a 8 metri di profondità. Uno spettacolo incredibile! Più avanti arriviamo al porto della città di Palinuro, in cui l’acqua – al contrario di quanto si possa pensare – è limpida e cristallina. Proprio qui, fino a pochi anni fa, si poteva ammirare il relitto di una nave mercantile, affondata tempo fa proprio fuori l’ingresso del porto. Infine, procedendo verso nord arriviamo alla spiaggia di Ficocella e poi a quella delle Saline. Quest’ultima è lunga ben 5 km e il mare presenta un fondale molto basso, anche se ci si allontana dalla riva.

Proprio per questa sua varietà di paesaggi, Palinuro offre innumerevoli possibilità di vacanza. In paese e lungo il litorale sono presenti varie discoteche (Il Millionaire Le Dune, ad esempio), bar e ristoranti per tutti i gusti, e tutte le tasche, oltre che la possibilità di organizzare gite in barca, escursioni in montagna (a cavallo, con i quod o a piedi) e immersioni subaquee. Sono tantissime, inoltre, le sagre e le feste di paese che si tengono ogni estate nei paesi limitrofi. Insomma, i turisti qui hanno solo l’imbarazzo della scelta!

Infine, merita una menzione d’onore il fiore caratteristico di Palinuro, divenuto simbolo del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Stiamo parlando della Primula Palinuri, una piccola pianta dai fiori gialli che cresce (unica tra i suoi simili) in un ambiente non montano, che per la sua particolarità rappresenta il vanto delle coste cilentane.

Raffaella Celentano