lucio battisti
08 Settembre 2017   •   Redazione

Lucio Battisti: il genio inquieto della musica italiana

«Il 9 settembre ricorre l’anniversario della scomparsa di Lucio Battisti. Vogliamo raccontare la carriera ed i successi del genio della musica italiana attraverso le sue canzoni senza tempo».

Quella di Lucio Battisti è la storia di un genio inquieto, di un creatore di emozioni senza tempo, del simbolo della musica italiana, sia di quella popolare che di quella sperimentale e atipica. Ha saputo giocare con la musica e i suoi strumenti, ha saputo raccontare la vita, le donne, il tempo con apparente leggerezza e sottile ermetismo.

Nato a Poggio Bustone, in provincia di Rieti nel 1943 (il giorno successivo alla nascita dell’altro grande Lucio della musica italiana, ovvero il mitico Lucio Dalla), Battisti iniziò a suonare giovanissimo. Grande appassionato di Bob Dylan e del rhythm ’n’ blues, inizialmente non era affatto sicuro delle proprie capacità canore; il momento della svolta arrivò solo dopo l’incontro con Mogol, cui si deve l’esplosione del genio di Battisti.

Con il paroliere e produttore iniziò una lunga e proficua collaborazione che diede vita ai grandi successi senza tempo della musica italiana che tutti conosciamo. Lucio Battisti, infatti, venne spinto da Mogol ad interpretare i brani che insieme componevano, mentre nel 1969 partecipò al Festival di Sanremo con il brano Un’avventura, vero trampolino di lancio per un incredibile successo.

Il resto è storia; storia di musica italiana, di vinili, cassette e dischi tramandati da una generazione all’altra, di strofe intere impresse nella memoria e di accordi imparati grazie ai suoi brani, di serate in compagnia, di dediche d’amore (Tu chiamale se vuoi emozioni!)

Oggi, a 19 anni dalla sua scomparsa, lo vogliamo ricordare attraverso le sue stesse canzoni.

Un’avventura

Iniziamo con la già citata Un’avventura, con cui Battisti si presentò al Festival di Sanremo del 1969. Il brano, scritto insieme a Mogol, racconta la storia di due innamorati che si giurano amore eterno, certi che il loro sentimento non sia passeggero.

Questo 45 giri è entrato nella storia della musica leggera per due celebri canzoni: Un’avventura, appunto, e Non è Francesca. Entrambe le canzoni furono curate negli arrangiamenti da Gian Piero Reverberi che in seguito collaborerà spesso con Lucio Battisti.

“Tu sei mia, fino a quando gli occhi miei, avran luce per guardare gli occhi tuoi”

La collina dai ciliegi

La collina dei ciliegi è il 17° singolo di Lucio Battisti pubblicato nel 1973. Il lato B del disco conteneva il brano Il nostro caro angelo.

Anche in questo testo è narrata la storia di due innamorati; il tema dell’amore, infatti, è assai caro al cantautore. L’amore di questo brano ha la caratteristica di essere sia terreno che ideale, spinto dalla metafora del volo (gli innamorati si innalzano per superare i pregiudizi, per vedere il sole oltre la collina) ma anche della caduta, causata dalla paura, dalla troppa razionalità, da quella saggezza che, a volte, è solamente la prudenza più stagnante.

“Ma non ti accorgi che è solo la paura che inquina e uccide i sentimenti”

Il mio canto libero

Correva l’anno 1972 e Lucio Battisti pubblicava l’omonimo album del brano scelto, Il mio canto libero, il settimo della sua carriera. Questo è il periodo più fiorente della produzione Battisti-Mogol, che con il questa canzone entrano di diritto a far parte del repertorio migliore della musica leggera italiana. All’epoca il successo fu incredibile: il brano rimase al primo posto della classifica italiana per undici settimane non consecutive fra il gennaio e l’aprile del 1973, risultando l’album più venduto in Italia del 1973.

Il testo è costellato di immagini fotografiche e cinematografiche che scorrono nella mente dell’ascoltatore concretizzandosi. Sono presenti, inoltre, riferimenti alla realtà geopolitica dell’epoca, con il mondo diviso dalla Guerra Fredda.

Nel 2003 i calciatori della Juventus cantarono questo brano a sostegno dell’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova (qui per rivedere lo storico video).

Nasce il sentimento, nasce in mezzo al pianto e s’innalza altissimo e va”

Una giornata uggiosa

Quando il cielo è grigio, quando la pioggia è insistente, quando l’umore è dello stesso colore, questa canzone è salvifica. La sua energia riesce a schiarire una giornata nera e il suo ritmo fa ripartire con il piede giusto. È significativo inserire anche questo brano nel nostro elenco, in quanto l’omonimo album in cui è inserito è stato l’ultimo nato dalla collaborazione tra Battisti e Mogol.

A ispirare Battisti è stata, probabilmente, la cittadina inglese Dartford (Londra), scelta dal cantautore per la somiglianza, a suo parere, con la sua Ostia. Nel 1980 questo disco fu il quinto più venduto dell’anno.

Ma che colore ha una giornata uggiosa. Ma che sapore ha una vita mal spesa?

Eh già

Come dicevamo Una giornata uggiosa fu l’ultimo album scritto insieme a Mogol. Si chiuse così un’epoca, un sodalizio vincente, ma al tempo stesso si apriva una nuova fase per la carriera artistica di Lucio Battisti, altrettanto interessantissima. Il 14 settembre 1982, infatti, uscì l’album Eh già, il disco scritto con la moglie Grazia Letizia, che si firmò con lo pseudonimo di Velezia.

Battisti attraverso questo disco ha espresso tutta libertà ritrovata e il suo amore per la musica. Ha saputo svincolarsi dalle logiche del mercato, sperimentare e scrivere in maniera intima e autobiografica. Ha saputo andare contro regole imposte e preoccupazioni da classifica. Si è divertito, ha deciso di scomparire dal mondo mediatico ed ha abbracciato l’elettronica. Questo brano, che porta lo stesso titolo dell’album, forse è poco conosciuto (così come tutta la produzione post Mogol), ma è audace, puro, essenziale.

Eh già che la verità è solo un’immaginazione

 

Elisa Toma