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07 Febbraio 2018   •   Carolina Attanasio

Instaborghi: Sestola, la meraviglia dell’Appennino

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«Capitale degli sport outdoor in tutte le stagioni, Sestola vi conquista con la sua semplicità e i panorami mozzafiato delle valli di cui si circonda»

Benvenuti in Emilia Romagna, benvenuti a Sestola (sito del comune). Conosciuto anche come Sèstula, in dialetto, il nostro ultimo instaborgo della stagione invernale (qui le puntate precedenti) domina la regione dal Parco del Frignano, sovrastato solo dal Monte Cimone, a ridosso della catena appenninica che separa l’Emilia dalla Toscana. Regno incontrastato degli amanti della montagna e delle innumerevoli attività outdoor umanamente praticabili, Sestola è il punto di riferimento dello sport sull’Appenino Tosco-Emiliano, ma soprattutto è un borgo che ha del mistico, arroccato sul meraviglioso panorama della valle sottostante.

Da vedere a Sestola

Sestola sorge lungo uno sperone roccioso ed è, per questo, sviluppata in verticale. La parte antica del borgo, come potete immaginare, è nella zona più alta, a ridosso dello sperone. Da qui, l’antica Fortezza domina la valle: costruita nella seconda metà del cinquecento, si colloca in un luogo strategico per il controllo della zona e, per questo, potrebbe datarsi ancora più indietro nel tempo, anche perché lo stesso nome Sestola ha origini romane, dunque la zona potrebbe datarsi come luogo d’interesse già da molti secoli addietro. Nel centro del paese, la piccola chiesa della Madonna del Rosario, col suo disegno semplice, affianca la torre campanaria, di pregevole fattura, che scandisce la vita lenta e piacevole del borgo. A valle, il Giardino Esperia, vicino al lago di Ninfa, è un’oasi ecologico-didattica di importanza strategica per la flora appenninica spontanea, è gestita dal C.A.I. di Modena e potete visitarla da maggio a a settembre.

Da fare a Sestola

Sestola è una nota stazione sciistica dell’Appennino, avrete il vostro bel da fare con 50 km di piste lungo il Monte Cimone: le piste sono tutte collegate tra loro e accessibili con l’uso di un solo skipass. Vi siete mai cimentati col parapendio? Se la risposta è no, considerate di tenere qui il vostro battesimo dell’aria. A Pian del Falco, un nome quantomeno evocativo, potete lanciarvi e godervi lo spettacolo della vallata appenninica, mentre urlate a tutto spiano nelle orecchie del povero istruttore di turno: si tratta di uno dei voli più suggestivi dell’Appennino, qui si tengono anche i campionati italiani di parapendio. Il Monte Cimone è considerato una delle mecche italiane per gli amanti delle due ruote, intese come mountain bike: qui trovate 375 km di pista All Mountain e 700 dedicati al Free Ride, comprensive di impianti e strutture d’avanguardia. Stra-consigliato anche un tour della zona a cavallo, il centro ippico locale  è aperto tutto l’anno e alla portata di tutti. Sestola ospita anche un Golf Club, sul Monte Cimone, in una vallata che ha del fiabesco, immersa nel favoloso paesaggio appenninico.

Da mangiare a Sestola

Nonostante l’alta contaminazione turistica, Sestola ha sempre cercato di mantenere inalterate le caratteristiche storico-culturali del luogo, così come quelle gastronomiche: tipica del posto è la tigella montanara, conosciuta anche come crescentina, il pane per antonomasia dell’appennino modenese. Non fatevi remore a consumarla farcita a piacere, specialmente col pesto. Tipici del territorio sono anche i funghi, il miele e le marmellate.

Curiosità

Come ogni borgo storico che si rispetti, anche Sestola gode delle sue leggende: la più conosciuta riguarda la località di Gadella, dove si trovano due mulini ad acqua, un tempo azionti dai torrenti Dogana e Prete. Leggenda vuole che i mugnai assunsero sette bambini orfani per aiutare a setacciare la farina del mulino: uno dei mugnai sposò una donna che si rivelò una pessima matrigna per i bambini, che per sfuggire alle sue ire si rifugiarono dietro una pietra a forma di conchiglia, casa di una fata. Quest’ultima, commossa dal loro pianto, iniziò a setacciare al loro posto, aiutandoli ad ottenere una paga più alta e calmando la rabbia della matrigna. Se poggiate l’orecchio alla famosa pietra, potete sentire il rumore del setaccio che la fata – a quanto pare – continua a usare senza sosta.

Carolina Attanasio

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