@Chiara Ferragni influencer 2021
12 Febbraio 2021   •   Carolina Attanasio

Influencer 2021: alla (ri)scoperta della cultura

«Se puntate a diventare gli influencer 2021, mettete in conto di farvi ambasciatori d’arte in Italia: un trend già in voga da un po’ (con le dovute polemiche), ma che può ridare al nostro patrimonio la giusta visibilità»

Nel 2020, tra le tante, è successa una cosa strana: Chiara Ferragni ha messo piede in un museo, i professori dell’internet hanno gridato allo scandalo (cosa ci fa un’influencer – tra le più famose anche nel 2021 – agli Uffizi, non riconoscerebbe manco la Gioconda) e il museo in questione ha registrato un +27% di ingressi nel weekend successivo. Tutti giovani. Ora, ci voleva un influencer al museo per suscitare un certo tipo di interesse in una certa fascia di persone? Probabilmente, sì. I luoghi dell’arte da sempre combattono contro una grande iattura, anzi due: togliersi la polvere di dosso e comunicare in modo masticabile per tutti. Se l’arte, da una parte, si è sempre distinta per il linguaggio alto – sia nelle forme che nei contenuti – dall’altra soffre di comprensibilità, necessaria per avvicinarsi a quel grande pubblico che tanto agogna. Come si stanno regolando, quindi, musei  e istituzioni culturali per parlare ai più? La regola sembra essere quella di lasciar parlare quelli che col pubblico digitale ci sanno fare. Come in questi casi.

La corsa nei musei degli influencer più cool del 2021

Questo fenomeno ha un nome, si chiama influencer marketing e le case di moda lo conoscono bene. La cultura prova ad adeguarsi, vediamo con quali risultati.

I pionieri: The Jackal al Museo archeologico di Napoli e Se i quadri potessero parlare

A capire che i musei avessero bisogno di un tocco pop per avvicinarsi alle persone, qualche anno fa, è stato Stefano Guerrera con la pagina “Se i quadri potessero parlare”, un’epopea sul meglio della produzione dell’arte classica convertita in meme. Nel 2018, i The Jackal mettono piede al Museo archeologico di Napoli e inscenano una puntata in stile Alberto Angela, “l’esperto di cose”, per la fascia d’età 18-30. Diteci che non vi fa venire voglia di correre al museo.

La Cappella Sistina va dall’Estetista (Cinica)

Postumo al passaggio della Ferragni, la Cappella Sistina ha visto anche quello dell’Estetista Cinica, che porta dopo porta (aperte tutte dal Clavigero, chiaro), è arrivata a farsi un bel selfie in solitaria, a ottobre 2020, per invitare i suoi millemila follower a visitare i Vaticani in tutta sicurezza. Pioggia di critiche anche qui, con tanto di battute infelici da commentatori che, ai Vaticani, manco sanno da che lato si entra. La sua risposta: «Un’estetista non può andare al museo?»

Influencer in musica: un Mahmood al Museo Egizio

Se qualcuno aveva il diritto di proclamarsi influencer del Museo Egizio di Torino, quello è Mahmood: il cantante italo-egiziano ha risvegliato le sue origini africane e la voglia dei suoi follower di conoscere la storia d’Egitto, girando un videoclip tra le sale del museo, circondato da sarcofagi e geroglifici. Anche a lui è toccato difendere la sua scelta, che però ha incontrato il gran favore dei suoi follower, con buona pace del Museo.

E arriviamo ai giganti: Dior al Giardino di Ninfa e a Lecce

Fino a qualche mese fa, gli unici a conoscere i Giardini di Ninfa, a Sermoneta,  erano gli abitanti del Lazio, da Roma in giù. Finché Dior, attraverso l’occhio di Matteo Garrone, non ha deciso di portare la sua collezione lontano dalle passerelle (per gli ovvi motivi del 2020) e in mezzo alla natura. Un palcoscenico incredibile, sia per la maison che per lo stupendo parco naturale, ora noto al grande pubblico. Dopo Sermoneta è toccato al centro storico di Lecce, protagonista di una sfilata a base di canti popolari salentini.

Credits @Teresa Cioca

Queste location, fino a un anno fa, avrebbero avuto ben poche chance di essere protagoniste di eventi del genere. Il 2020 ha completamente rivoluzionato lo spazio e il tempo come lo conoscevamo, favorendo l’autenticità dei luoghi dell’arte, unico baluardo di bellezza in tempi così duri.

Influencer e l’arte nel 2021: chi fa bene a chi?

Come ogni fenomeno di massa, quello degli influencer nel 2021 che frequentano luoghi d’arte è un tema che crea non poco scompiglio. Non è tanto questione di snobismo o di qualunquismo, quanto di capire se e in che modo le figure che – piaccia o meno – riescono ad attirare più seguito di chiunque altro, possano far bene alla cultura. C’è da dire che queste operazioni saranno sempre fini a se stesse, se non sono accompagnate da una strategia di lungo termine che venga davvero incontro al grande pubblico. L’arte può farsi capire, se noi siamo più disposti ad ascoltare.

Carolina Attanasio