Il senso del ridicolo, il Festival che vi fa scoprire Livorno ridendo
«Se stavate cercando una scusa per fare un salto a Livorno, l’avete trovata: Il senso del Ridicolo è il primo festival italiano sull’umorismo e un ottimo pretesto per andare in Toscana dal 28 al 30 settembre.»
Se è vero che una risata ci seppellirà, probabilmente proverrà dal Festival Il senso del ridicolo, la prima rassegna in Italia dedicata all’umorismo in tutte le sue meravigliose sfumature. Dai mille modi di fare comicità alla satira, il Festival – in programma a Livorno dal 28 al 30 settembre – è un’occasione imperdibile per due motivi: passare un weekend a sbellicarvi dalle risate e fare un salto a Livorno, perla toscana spesso oscurata dalle ben più note località turistiche della regione.
Il Senso del ridicolo, diretto da Stefano Bartezzacchi e promosso da Fondazione Livorno. “Stelle o Caporali?” si chiedono alla rassegna: la domanda, ridicola come forse giusto Totò poteva essere, è in realtà l’anagramma di Paola Cortellesi, che sarà ospite d’onore della prima serata di festival. Tra incontri, lectio magistralis, letture, ci sarà davvero da sbellicarsi.
I protagonisti
Ridere è un atto semplice, salutare, e si impara da bambini: forse neanche si impara, l’espressione di gioia è uno dei primi istinti che usiamo per reagire agli stimoli del mondo esterno. Renderlo un’abitudine fin da subito ci aiuta a prendere a schiaffi le brutture della vita, smontandole col sorriso. Una marea di ospiti strapperà un sorriso al pubblico, ognuno a modo suo: la scrittrice Bianca Pitzorno, Davide Tortorella, Rocco Tanica, Ernesto Assante e molti altri scrittori e umoristi italiani.
Da dove passa l’umorismo, secondo Il senso del ridicolo? Dappertutto. Dall’analisi della singletudine femminile di Irene Soave, ad esempio, dalla fotografia, che può raccontare il comico e l’assurdo in mille modi, dalla politica, quando i suoi protagonisti diventano attori da cabaret. Il programma è bello, vasto e immensamente comico è contornato da una serie di eventi collaterali che animeranno Livorno per il weekend, con eventi pensati per i più piccoli e mostre fotografiche.
Livorno, una perla da visitare
Livorno diventa la vostra capitale del divertimento, approfittatene per godervi una delle più belle città marinare italiane. Ca va sans dire, a Livorno trovate tutto: storia, arte e ottima cucina. Contornata dal Fosso reale, il tipico fossato a difesa della città, Livorno è una grande sorpresa.
Mentre oziate aspettando gli spettacoli de Il senso del ridicolo, andate a perdervi nel centro storico della città. Piazza della Repubblica è il vostro punto d’inizio, il luogo di ritrovo dei livornesi. Relativamente recente (1838), fu costruita per modernizzare il volto della città. Venezia Nuova è il nome del vero centro storico, l’unica parte di Livorno rimasta integra anche dopo gli sfregi della Guerra mondiale. Conserva ancora la sua costruzione medicea, immersa tra chiese e palazzi. Dell’autentico centro storico di Livorno fa parte anche il Cisternino, che come intuirete dal nome consiste in tre cisterne lungo l’acquedotto (costruito, anch’esso, nell’800, per permettere alla città di avere costantemente acqua pulita): le cisterne controllavano e distribuivano le acque lungo tutto il perimetro cittadino. Livorno ha la sua fortezza, la Quadratura dei Pisani, costruita su antiche rovine romane e passata di famiglia in famiglia nel corso dei secoli, subendo varie trasformazioni.
I piatti da non perdere
La cucina, che ve ne parliamo a fare: siete in Toscana e siete sul mare, fate voi. In ogni caso, non potete prescindere dal caciucco, il sovrano indiscusso della tradizione livornese: una zuppa di pesce dal sapore d’altri tempi. Il baccalà, qui, si fa alla livornese: il pesce viene fritto e poi cotto insieme a pomodoro e trito d’aglio in un recipiente di coccio, servito accompagnato da patate in umido. Chapeau. Volendo andare un attimo fuori confine, forse non tutti sanno che – negli anni – è diventata tradizione livornese anche farsi un tramezzino: nella zona c’è sempre stata una grande presenza di americani, alla base militare di Camp Derby, che hanno introdotto quest’usanza anglosassone, poi inglobata dalla città. Tornando al Made in Italy, dopo aver visto gli spettacoli de Il senso del ridicolo, siete ancora in tempo a farvi un 5 e 5: e che è, direte voi. Un panino farcito con la torta di ceci e altri condimenti a piacere. Ricorda il “pane, patate e panelle” tipico di Palermo, ma in Italia si sa, le città di mare si parlano attraverso le onde.
Godetevi Il senso del ridicolo, fatevi una grassa risata e brindate alla vita in Toscana, dove pure il vino non manca.
Carolina Attanasio