07 Aprile 2017   •   Snap Italy

Hortus Talenti, il giardino veneto che coltiva giovani artisti

«Dall’azienda del ricamo al fashion research lab è un attimo, e non stiamo scrivendo paroloni per impressionarvi linguisticamente, vi stiamo portando verso quello che ormai è designato come futuro: il co-working.»

Da un disegno iniziale di Fausto Varo, fondatore della storica azienda Fa Ricami, si fa strada nei pressi di Vicenza, HORTUS TALENTI uno spazio dedicato ai nuovi artisti emergenti, un laboratorio condiviso che per molti, può diventare il trampolino di lancio.

Abbiamo incontrato ed intervistato per voi “il nuovo che avanza”, Linda Varo, figlia dell’imprenditore nonché coordinatrice del progetto, per spiegarci come e quando è nata l’idea di uno hub creativo.

Perché nasce Hortus Talenti e qual è stato il pensiero fondamentale? 

Partiamo dall’opinione che il mondo della moda è un circolo chiuso, le società ti vedono ormai come una spugna dalla quale poter attingere informazioni. Devi andare all’estero per poter maturare lavorativamente quando invece, la domanda nel nostro mercato è già presente. L’idea di creare uno spazio condiviso è sempre stata di mio padre che ha sempre cercato di collaborare con i vari imprenditori del nostro settore, non credendo all’ individualismo bensì all’aggregazione e allo spirito di collaborazione, da qui il progetto. Da anni era stato elaborato, poi accantonato ed infine reso possibile in questi giorni. Il concetto è molto semplice: tutti sappiamo fare qualcosa, tutti noi italiani nasciamo abili nelle arti e nei mestieri, è giusto mettere insieme le sinergie dei talentuosi per perfezionarsi e fare qualcosa. È chiesto un piccolo affitto, da parte nostra mettiamo a disposizione tutto quello che concerne l’aria comune, dalla segretaria condivisa alle attrezzature, a tutta quella serie di servizi che una persona da sola, partendo da zero, fa fatica e ansima per avere.

Dove si trova questo incubatore d’idee ?

Dal momento in cui è nata, l’azienda di famiglia ha sempre subito cambiamenti. Lo stabile è di nostra proprietà e quindi abbiamo potuto apportare modifiche nel tempo. In base alle esigenze lavorative  lo spazio aumentava, poi ci siamo ingranditi, allargati e di nuovo ridimensionati e dato degli spazi in affitto. Una volta deciso di partire definitivamente con il progetto Hortus Talenti, abbiamo semplicemente dedicato un’ala della nostra struttura per fare i lavori e offrire gli spazi disponibili ai giovani creando degli uffici, delle stazioni. La superficie a disposizione non è stata pensata solamente per il settore moda, ma anche per l’ arte e il design, troverete non solo pelletteria handmade, ma ad esempio anche lampade in ceramica o una piccola galleria.

Perché gli artisti dovrebbero utilizzare i vostri spazi?

Il laboratorio, per chi ne volesse entrare a far parte ha due caratteristiche principali: 1) ha una propria postazione con la scrivania, dove si può lavorare comodamente come in ufficio, e può liberamente entrare e uscire quando vuole, 2) ha la possibilità di collaborare con noi all’interno della nostra realtà lavorativa, 3) ha delle grandi vetrate a tutta altezza, questo consente ai talenti di fruire di una bacheca dove poter esporre i propri prodotti. La nostra azienda dispone di questo spazio come uno showroom, i frequentatori che vengono a visitare la società hanno la possibilità di guardare le creazioni dei designers. Crediamo molto in questo progetto, tanto che è stato totalmente finanziato da noi, senza l’aiuto di fondi o di finanziamenti. Ma, dal momento che vogliamo ampliarlo anche come progetto universitario, sicuramente penseremo, più avanti, a delle collaborazioni con enti e banche che riescano a finanziare progetti più dispendiosi.

I talenti sono tutti regionali? Lo spazio riguarda solo il vostro territorio e il suo sviluppo?

In questo momento siamo una realtà della regione, ma solo perché le nostre conoscenze si espandono qui su questo territorio, esiste però la volontà di andare oltre a questa zona, oltre a questa terra anche a livello nazionale o internazionale. Abbiamo già dei contatti esteri che ci siamo guadagnati negli anni, ma al momento li vediamo solo come clienti, non siamo ancora del tutto strutturati da permetterci di pensare in grande a livello mondiale. Ci auguriamo però delle partecipazioni dal nord al sud della nostra penisola.

Il loro intento è quello di organizzare quattro eventi dedicati, nell’arco dell’anno, per poter dare visibilità ai makers. Finalmente, la meritocrazia premia.