Gianni Versace
14 Ottobre 2017   •   Raffaella Celentano

Gianni Versace: 5 curiosità sull’imperatore dei sogni

«A vent’anni dalla sua tragica scomparsa, Snap Italy vi racconta la storia di Gianni Versace, dagli esordi nel cuore della Calabria al grande successo mondiale.»

È stato uno dei designer più famosi e innovativi della storia italiana, creatore di elegante femminilità, di meraviglie innovative e delle intramontabili stampe multicolori. E i suoi capi avevano la caratteristica di saper rendere bella ogni donna, non a caso il New Yorker lo definì “L’imperatore dei sogni”. Stiamo parlando di Gianni Versace, stilista e fondatore della casa di moda che porta il suo nome.

Sin dagli inizi, quando era ancora un ragazzino e poi quando ha fondato la sua maison a Milano, l’estro e la creatività di Gianni Versace hanno conquistato non solo l’Italia, ma tutto il mondo, trasformandolo in una vera e propria celebrità, oltre che in un simbolo dello stile italiano.

Ecco la storia di Gianni Versace, e qualche curiosità che (forse) non conoscevate…

GLI ESORDI: La storia di Gianni Versace è iniziata a Reggio Calabria, sua città natale. Gli anni della giovinezza sono quelli in cui inizia a respirare le stoffe e i tessuti nell’Atelier della madre, sito al n°13 di Via Tommaso Gulli, proprio dove oggi si trova la boutique Versace. Il destino di Gianni era praticamente già segnato.

“Reggio è il regno dove è cominciata la favola della mia vita: la sartoria di mia madre, la boutique d’Alta Moda. Il luogo dove, da piccolo, cominciai ad apprezzare l’Iliade, l’Odissea, l’Eneide, dove ho cominciato a respirare l’arte della Magna Grecia.”
Gianni Versace

Ma lo stilista sognava in grande, già da giovanissimo. A 25 anni Gianni capisce che per coronare il suo sogno deve allontanarsi da casa. Ecco che nel 1972 inizia un nuovo capitolo della sua vita a Milano. È qui che entra in contatto con i grandi couturier del tempo. Inizia a disegnare per Genny, Complice e Callaghan. Nel 1978 presenta la prima collezione donna firmata Gianni Versace e quell’esordio era già una consacrazione.

L’ISPIRAZIONE: Gianni Versace ha saputo coniugare la tradizione barocca con l’innovazione pop, il punk con il sacro, l’arte con la moda in un’attrazione irresistibile consacrata anche da quella scelta azzardata di scegliere la testa di Medusa come emblema della sua maison e di collezionare oggetti, sculture, vasi antichi e quadri che vanno dalla Antichità greco-romana alla Pop art, da Picasso a Lichtenstein, da Degas a De Chirico. Insomma, Versace era sempre un po’ più avanti di tutti: amava l’arte e la moda, e per entrambe viveva dedicandosi totalmente. Ha creato abiti da sogno, entrati nell’immaginario collettivo come quello neo-punk indossato da Liz Hurley nel ’94, o quelli primari del famoso quartetto di top Noemi-Christy-Linda-Cindy del ’90, o quello pop dedicato al grande maestro Andy Warhol, con una Marylin stampata all over del ’91. E ancora le camicie in seta con le stampe barocche dell’80, trade mark di Casa Versace, e gli abiti super sexy in maglia di metallo di una fluidità estrema dell’85.

IL SUCCESSO COME COSTUMISTA: Nel 1982 Versace inizia una collaborazione con il Teatro alla Scala di Milano: disegna i costumi per l’opera Josephlegende di Richard Strauss; la scenografia è curata dall’artista Luigi Veronesi. Nel 1983, invece, crea i costumi per il Lieb und Leid di Gustav Mahler. L’anno successivo crea i costumi per il Don Pasquale di Donizetti e per il Dyonisos, diretto da Maurice Bejart. Al Piccolo Teatro di Milano, inoltre, il coreografo belga prepara una triptych danse in onore del lancio del profumo Versace l’Homme. Nel 1987 i costumi dell’opera Salome di Richard Strauss, per la regia di Bob Wilson, presentata alla Scala, sono firmati Versace. Due mesi più tardi Gianni Versace segue in Russia Bejart, per il quale disegna i costumi del Balletto del XX secolo, trasmesso alle tv di tutto il mondo da Leningrado per il programma The white nights of dance. Nel mese di settembre la professionalità e l’enorme contributo di Versace al teatro sono premiati con il prestigioso premio Maschera D’Argento. Nel 1988, dopo aver presentato a Bruxelles i costumi per un balletto ispirato alla storia di Evita Peron, la giuria del premio Cutty Sark nomina Gianni “stilista più innovativo e ”.

LE TOP MODEL: proprio come Giorgio Armani, Gianni Versace inventa in quegli anni il concetto di stilista trasformando, allo stesso tempo, in star le top model del momento. Il designer italiano ha avuto il merito di consacrare negli anni ’90 il mito delle top model. Sfilano per le prime collezioni di Gianni Naomi CampbellCindy CrawfordChristy Turlington e Linda Evangelista, poi arriveranno Carla BruniNadja Auermann, Tatjana PatizClaudia SchifferStephanie SeymourMarpessa e solo nel 1994 Kate Moss.

LA FAMIGLIA: la famiglia è sempre stata un punto di riferimento per Gianni Versace, e in generale per l’azienda. Dopo aver appreso i segreti del mestiere dalla mamma, Gianni fondò la sua maison con il fratello Santo (laureato in Economia e Commercio). Dodici anni di attesa ed entra nell’azienda anche la sorella minore, Donatella, a cui viene affidata la direzione del marchio Versus, linea giovane Versace. Infine, dopo la sua prematura scomparsa, Gianni lascia la sua azienda ai suoi familiari: Santo Versace ne è il presidente, Donatella Versace il Vicepresidente e Direttore creativo. Allegra Versace Beck (figlia di Donatella) è l’azionista di controllo. Proprio l’amatissima nipote (che all’epoca aveva solo 11 anni) è diventata erede di una grossa fortuna: il 50% dell’intero gruppo, cioè la quota nella holding capofila controllata da Gianni Versace.

Raffaella Celentano