Freehand tattoo
23 Maggio 2022   •   Snap Italy

Freehand tattoo: ecco il magico mondo di Federico Costantini

«Punto di riferimento dei tatuaggi a Roma, Federico Costantini è uno dei guru del freehand tattoo, il tatuaggio a mano libera trasformato in un’opera d’arte.»

Descrivere Federico Costantini in poche parole è un’impresa ardua, quasi impossibile, soprattutto se si parla di tatuaggi. Del resto si tratta di uno dei migliori tatuatori italiani, con un stile unico, quasi “folle”, che si incastra alla perfezione tra il visionario e l’artistico. La sua è arte a 360°, frutto di una continua evoluzione, che fa di lui un punto di riferimento dei tatuaggi a Roma e in Italia e uno dei massimi esponenti del freehand tattoo, il tatuaggio a mano libera che è arte, senza se e senza ma. Emozione ed esperienze impresse sulla pelle, che vanno ammirate, anche perché cercare di “spiegarle” è davvero impossibile. I suoi lavori sono opere d’arte, che trascendono dal concetto di tatuaggio realistico in bianco e nero o a colori, spingendosi in una dimensione più profonda, che tenta di unire il talento alle capacità acquisite nel corso del tempo.

Federico Costantini è questo e tanto altro ancora, che tra Roma e Pomezia cura i suoi progetti, come la Elegant Goat Gallery, un luogo magico dove si respira Fusion Art, continua sperimentazione e tanto desiderio. Desiderio di andare oltre se stessi e oltre l’ordinario. Le competenze e la formazione artistica, comunque, portano Federico Costantini a prediligere su pelle il freehand tattoo, la tecnica grazie alla quale il suo flusso artistico raggiunge uno dei punti più alti. Non solo: durante tutta la carriera ha partecipato a eventi nazionali e internazionali, dove ha fatto incetta di premi, dal Best Realistic alla Best Cover Up, senza dimenticare Best of Day e Best of Show. E poi c’è lo scambio continuo con altri tatuatori e studi di fama mondiale, la voglia di aggiornarsi sempre e di sperimentare, che portano Federico ad essere uno dei migliori tatuatori d’Italia e del mondo. Lo abbiamo intervistato per voi provando ad andare oltre l’artista, per cercare di conoscere meglio… l’uomo: questo è Federico Costantini, maestro del freehand tattoo, specializzato nel cover up tattoo e nell’imprimere l’arte sulla pelle.

 

Ciao Federico, a Snap Italy piace sempre scoprire le persone dietro ai professionisti: prima di addentrarci nel mondo dei tatuaggi parlaci un po’ di te.

«Sono nato a Roma il 17 Settembre 1975, per poi aprire gli occhi a Torvaianica, una piccola frazione di Pomezia in provincia della capitale. Trovandosi di fronte al mare, Torvaianica si presentava piena di vita e feste d’estate, ma poi si catapultava  in 9 mesi d’inverno e di piena desolazione e noia. La fortuna fu iniziare un percorso all’Istituto Statale d’Arte G. Capogrossi, che nel ’94 mi ha portato ad intraprendere una delle esperienze più straordinarie che potessero capitarmi: entrare a far parte di una squadra di restauro, prima nella chiesa di San Giovanni in Laterano, poi direttamente alla scala nobile presso gli alloggi Papali in Vaticano. Durante questo mio percorso ho avuto il privilegio di compiere opere di restauro di grandi artisti del passato come Michelangelo. Lì sì che mi tremavano le mani e posso dire di averci messo del mio. Poi a interrompere questa fantastica esperienza ribaltando la mia vita in modo sconvolgente è arrivata la chiamata al servizio militare. Il servizio di leva mi ha cambiato tutto, mi ha portato in strada, e in soli 2 anni mi sono ritrovato sotto arresto con l’accusa di furto aggravato. La delusione negli occhi dei miei genetori, però, mi ha dato la spinta ripartitre, per trovare un’altra strada. Ci sono voluti 2 anni di ricerche e nel ’98 torno finalmente nel mondo dell’arte, e riesco a prendere in mano la mia prima macchinetta dell’IMAX. Nel 2000 arriva il mio primo studio, o meglio il nostro studio, aperto insieme alla mia compagna di avventure, che tra il 2002 e il 2006 ha dato alla luce i nostri due figli (maschio il primo, femmina la seconda, ndr). Nel frattempo, mentre cercavo di fare il padre e il marito, non ho mai smesso di studiare per diventare artista e tatuatore: è stata dura, ma questa è la Vita per fortuna
Dall’uomo al professionista: parlaci di Tatta Tutto, di Elegant Goat Gallery e della tua attività: dove possono trovarti i clienti?
«Siamo partiti da Tatta Tutto (uno studio di 45 mq su due piani, ndr), ci lavoravamo in 4 e dal 2000 al 2016 è stata una seconda casa, un luogo fondamentale per la mia crescita professionale. Questo periodo, infatti, mi ha aiutato a capire che questo non è solo un lavoro artistico, è molto di più. Per farlo al meglio hai bisogno di studiarne le origini e devi farti tante domande. “Perché la gente si tatua?” Cosa li/ci spinge a farlo?”. Così ho scoperto che in origine i tatuaggi venivano realizzati dagli sciamani per riequilibrare gli animi e le energie degli altri. Vengo attratto da questo lato della medaglia, ma la tensione e le resposabilità mi stringono nella morsa degli attacchi di panico, spingendomi a fare terapia. Tutto questo percorso, però, mi porta a capire di più me stesso: sono ancora una capra ignorante per quel che riguarda il mondo dei tatuaggi, ma sono sensibile e ho tanta voglia di migliorare. Quindi creiamo l’Elegant Goat Gallery (110 mq su unico livello in piazza San Benedetto da Norcia 30, ndr), un nome affatto casuale, che si riferisce proprio alla capra che non segue il gregge ma fa sempre cio che vuole. Questo è uno spazio dove è possibile crescere ed evolversi, dove ci si ascolta e ci si confronta ogni giorno, dove si ospitano diversi artisti provenienti da tutto il mondo e dove si è liberi di entrarne a far parte o  uscirne, rispettando in entrambi i casi etica e filosofia di pensiero.»
Freehand tattoo
Quanto è importante per un tatuatore empatizzare con il cliente?
«All’Elegant Goat il cliente viene ascoltato, ma dovrà farci sapere con quale intenzione si sta tatuando, i motivi che lo spingono a farlo. Chiediamo loro libertà di espressione artistica, ma al tempo stesso cerchiamo di rispettarne la richiesta originale. In tutto ciò l’empatia per me è fondamentale perché tatuare non è semplicemente replicare e prescinde da chi ha fatto richiesta. Tatuare è entrare in una connessione “umana”, è ascoltare storie personali, avere contatto e scambiarsi idee. Quindi non si può pensare di tatuare in silenzio e chiunque solo perché il cliente “paga”. Tatuare e tatuarsi sono scelte importanti, che meritano rispetto da qualunque prospettiva si guardi.»
A giudicare dai tuoi lavori riesce a spaziare e a muoverti tra diverse tecniche: come definiresti il tuo stile? Lo possiamo inquadrare in un’unica corrente? Qual è la tua firma – tratto distintivo nelle opere che hai portato a termine fino ad oggi?
«Prediligo il realistico ed amo tanto il tatuaggio a colori quanto quello in bianco e nero, ma in generale non posso fare a meno del freehand tattoo. Amo preparare i pezzi a mano libera, perché mi dà modo di reinterpretare artisticamente l’idea dei miei clienti. Questo secondo me è il tratto che più di tutto distingue un artista dall’altro. Per questo motivo sono così legato al  freehand tattoo, che considero il mio nuovo “mezzo” e la nuova “tappa” da raggiungere, obiettivo al quale sto lavorando da circa due anni. Voglio rendere il disegno del freehand tattoo sempre più realistico, “portarlo” in questo mondo, così  come si fa sulla tela.»
Ogni lavoro è importante e ti ha portato ad essere il professionista di oggi, ma c’è un disegno o un’opera cui sei più legato degli altri?
«Uno dei pezzi che ancora oggi adoro è San Matteo e l’Angelo di Caravaggio. In generale adoro rappresentare opere d’arte su pelle, come mi piace moltissimo ridare equilibrio e buone sensazioni ad un corpo tramite le cover up, sia se di altri tattoo che di cicatrici, che hanno l’incredibile capacità di conservare le stesse emozioni vissute di quando ce le siamo procurate. Non riesco a dire di no a chi si presenta con un problema, a chi non riesce più a vivere in pace con se stesso e quando è nelle mie possibilità riusciamo a entrare in sintonia con il cliente, cercando la soluzione migliore»
La richiesta più strana che ti hanno fatto?
«Una delle ultime richieste più strane è stata quella di eseguire una cicatrice dietro la nuca, per simulare un’operazione post cancro. La ragazza fortunatamente ha sconfitto la malattia, ma la presenza di questa cicatrice post operatoria non le fa riprendere il normale corso della sua vita, facendola sentire a disagio. La sorella, per farle capire di non fermarsi per un “segno” sulla pelle, mi ha commissionato la replica della stessa cicatrice presente sulla nuca della ragazza operata. Ecco cosa vorrei anche dal futuro: essere riconosciuto come il tatuatore che è in grado di ascoltare, di sentire e reinterpretare una storia.»
Da passione di nicchia a vero e proprio settore di mercato: come è cambiato il mondo dei tatuaggi e come cambia la professione di tatuatore?
«Il termine settore di mercato o industria del tatuaggio non mi ha mai lasciato indifferente: da un lato mi inorgoglisce, anche perché si tratta di un settore nel quale prima in pochi credevano e per il quale, agli inizi, mi hanno addirittura consigliato di cambire, di trovarmi un lavoro “serio”. Oggi, invece, quella del tatuatore è una professione ambita, considerata socialmente “cool”, ma tutto questo clamore tiene nascosto l’altra faccia della medaglia. La voglia di sentirsi cool, infatti, credo abbia avvicinato a questo mondo gente che non ha cuore il lato “umano” dei tatuaggi e del tatuatore, gente che volge quasi tutta l’attenzione al successo personale, a prescindere dalla storia e dai sentimenti del cliente. Lo si capisce anche dall’uso dei social, che da piccola finestra pubblicitaria sul mondo dei tatuaggi ne sono ormai diventati una parte fondamentale, senza i quali non si può più  pensare di fare questo lavoro. Oggi devi saper tatuare, ma anche fotografare e devi conoscere molto bene tutto ciò che concerne la post produzione, altrimenti sei fuori. L’alternativa e’ collaborare con grafici pubblicitari, social manager e altri esperti di comunicazione, che sanno spingerti, esattamente come accade per un prodotto su un e-commerce. Sì certo! Anche io ho chi lo fa per me, del resto si tratta di una questione di “evoluzione”, ma bisogna fare attenzione a non perdere tutta la magia di questo mestiere, altrimenti rischiamo di renderlo “freddo”,  sterile e senza emozioni. In tal caso tanto vale usare una macchina che riproduca “semplicemente” tatuaggi no?»
 
Freehand tattoo
Forse la domanda più complessa: cosa ha in servo per te il futuro? A cosa state lavorando insiema alla tua squadra?
«Continuo a studiare disegno la tecnica del freehand tattoo almeno una volta a settimana, allenando occhi e mani per fare in modo di sfruttare tutti gli spazi in modo armonioso, come si fa con un dipinto. Conoscere la storia da dover rappresentare, lo stile che si avvicina più ai gusti del cliente e creare un’opera che abbia la suapersonalità” è la sfida più bella. Non mi sento arrivato, al contrario credo di essere ancora in fase esplorativa, anche perché ci sono troppe tecniche da imparare e tantissimi materiali a nostra disposizione. Mi sento come bambino curioso. Per quanto riguarda il futuro ho voglia di crescere sempre di più, e vorrei riuscire a dare nuova vita a chi non si piace più. Nel frattempo stiamo aprendo dei ponti con l’America e cominceremo a fare viaggiare con molta più frequenza. Tirerò fuori una novità che spero possa cambiare in meglio l’industria del Tattoo ma voglio anche aumentare sempre di più la collaborazione con altri artisti, perché resto sempre alla ricerca di “un’influenza artistica”. Non voglio smettere mai di sentirmi ispirato, ma per fortuna la vita e la notte sono giovani, quindi…»

Contatti Elegant Goat

Dove: Piazza San Benedetto da Norcia, 30 – 00071 Pomezia (Rm)
Telefono: 347 770 6543