Franca Sozzani
16 Settembre 2016   •   Raffaella Celentano

Franca Sozzani: la sua vita come un film

«Dopo una vita trascorsa tra innumerevoli copertine di Vogue Italia, Franca Sozzani diventa protagonista di un documentario, incentrato sulla sua vita e diretto dal figlio Francesco Carrozzini»

Si chiama Franca. Chaos and Creation il nuovo film di Francesco Carrozzini, in cui il giovane fotografo e regista racconta la vita di sua madre, l’inimitabile direttrice di Vogue Italia, Franca Sozzani. Il documentario è stato proiettato alla 73^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia lo scorso 2 settembre, e si presenta come un ritratto intimo e informale della celebre giornalista, icona insostituibile della moda degli ultimi 25 anni. Il lavoro di Carrozzini non si ferma all’apparenza, e i suoi ammiratori lo sanno bene. Come ha già fatto in altri documentari e interviste, il regista porta lo spettatore alla scoperta di una nuova realtà, presentandoci una Franca Sozzani diversa, con le sue vulnerabilità e i suoi segreti. Un vero e proprio “dietro le quinte” del suo lavoro e della sua vita, per quella che è stata definita una lettera d’amore di un figlio alla propria madre.

Come ha spiegato lo stesso Carrozzini, l’idea dietro questo lavoro è nata nel 2010, dopo la morte del padre. L’impressione di non averlo conosciuto fino in fondo ha spinto il giovane regista a voler sapere tutto sulla madre, a volerla “catturare”. Da qui la decisione di raccontare Franca Sozzani, di presentarla nelle sue mille sfaccettature, attraverso interviste, filmini di famiglia e commenti di amici e colleghi. Detto fatto, ha preso la telecamera e ha iniziato a intervistare la madre. In casa, in auto, durante i loro viaggi, Franca Sozzani rispondeva alle domande del figlio raccontandosi con schiettezza e disinvoltura, senza tralasciare nulla e – soprattutto – senza false modestie. La regina di Vogue Italia sa di essere una vincente, e soprattutto è consapevole di quanto il suo lavoro abbia cambiato il volto del mondo fashion italiano e internazionale.

Nel film si parte dal principio, dall’adolescenza trascorsa nella Milano bene o in vacanza a Cervinia, per arrivare poi alla fuga nella Swinging London, all’amore per il giornalismo e a Vogue. Si prosegue poi con i racconti dei suoi incontri più importanti, fotografi, artisti e stilisti, e del suo lavoro. Anche in questo caso, Franca Sozzani parla apertamente di come molte sue idee siano state aspramente criticate e abbiano infastidito parecchie persone.  Ma lei non è il tipo che si lascia scoraggiare o che si tira indietro, ed è proprio questo che l’ha portata al successo. Dalla modella ricoperta di piume e petrolio, al numero di Vogue in cui figuravano solo modelle di colore (con tanto di inserti riguardanti il razzismo), fino ad arrivare al servizio Belle Vere di giugno 2011, incentrato sulle modelle curvy. Nonostante le difficoltà e le critiche, le sue idee si sono rivelate sempre vincenti. Ed è stato proprio questo suo modo di pensare fuori dagli schemi, scegliendo immagini al limite, che ha portato Vogue Italia ad essere una delle riviste di moda più influenti al mondo. Niente rimpianti, dunque, per il suo lavoro, anche se non è stato facile.

Arriviamo, poi, alle interviste fatte ai personaggi del mondo della moda che hanno avuto modo di conoscerla e apprezzarla. Ognuno di loro, in qualche modo, ci spiega come Franca Sozzani sia divenuta un ‘istituzione, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Da Karl Lagerfeld a Baz Luhrmann, da Giancarlo Giammetti a Donatella Versace, nessuno può negare che la Sozzani sia stata la giornalista più innovativa e irriverente degli ultimi 30 anni. Ha trattato temi delicati come la chirurgia plastica, i problemi ambientali, il razzismo e la violenza domestica, portando argomenti scomodi e impegnativi sulle pagine patinate di una rivista di moda.

E infine, last but not least, è impossibile non parlare del rapporto tra Franca Sozzani e il figlio (nonché regista) Francesco Carrozzini. In mezzo alle interviste e ai commenti riguardanti la sua vita e il suo lavoro, fanno capolino i loro filmini di famiglia, immagini private che raramente le celebrità rendono pubbliche. Vediamo una Sozzani più semplice e umana, una mamma come tante altre. Carrozzini la definisce alquanto gelosa, ma anche molto generosa nei suoi confronti. Un punto di riferimento per la sua vita privata, un mentore per la sua carriera (nonostante le tante stroncature che mamma Franca ha fatto alle sue fotografie). E, dopotutto, nonostante i problemi e gli errori commessi (ma chi non ne ha mai fatti?), questo film resterà per sempre un vero e proprio atto d’amore.

Insomma, un’immagine nuova e inaspettata quella che ci ha fornito Carrozzini con il suo ultimo lavoro. Lontano dall’autocelebrazione (restando in famiglia, il pericolo era dietro l’angolo), Franca Sozzani ci viene raccontata e si racconta senza maschere, celebrando il suo lavoro e tirando le somme della sua vita, per lasciare una traccia di sé. Traccia che, ne siamo certi, non svanirà. In fondo, non sarà la direttrice più temuta al mondo (quel titolo lo lasciamo con piacere ad Anna Wintour), ma è senz’altro la più innovativa e coraggiosa.

Raffaella Celentano