07 Febbraio 2017   •   Snap Italy

Federico Braschi: “La retorica sull’immigrazione mi spaventa”

«Classe 1991, una vita al servizio della musica spesa tra gli Stati Uniti e l’Italia , Federico Braschi approda al Festival di Sanremo con un pezzo sulla tragedia dei migranti»

Si esibirà mercoledì sera tra le Nuove proposte, Federico Braschi giovane cantautore romagnolo che può già vantare nel suo percorso collaborazioni importanti con musicisti del calibro di Joey Burns e Jacob Venezuela, membri del gruppo Calexico. Tra il 2014 e 2015, il giovane cantautore è stato in tour con Dan Stuart e con i Nobraino.

Quest’anno sarà al Festival di Sanremo tra le Nuove Proposte e questo è quello che ci ha raccontato.

Ormai la domanda è di rito. Come va? Come stai vivendo il Festival? È come ti aspettavi?

Bene grazie, la sto vivendo con grande emozione, perché Sanremo è un sogno per tutti noi ed un obiettivo al quale mirare. Sto cercando il più possibile di chiudermi in una sorta di limbo per essere concentrato e arrivare al meglio al momento della mia esibizione.

Il tuo percorso musicale parte da Santarcangelo e passa per gli Stati Uniti, in particolare da Richmond, che è anche il titolo del tuo primo Ep. Qual è il tuo rapporto con questo paese?

Il mio rapporto con gli Stati Uniti dura da tanto tempo, sono cresciuto con l’idea del sogno americano e ho avuto la fortuna di viverci. La mia relazione è quella di amore e odio con l’America, perché mi ha dato tanto sia dal punto di vista umano sia da quello musicale, ma al tempo stesso è un posto in cui ci si può sentire degli estranei. Adesso vivo in Italia, anche se ho sempre un occhio laggiù.

Condividi con Valeria Farinacci il percorso di Area Sanremo. Cosa vuol dire per te essere sul palco dell’Ariston?

Per me Sanremo è un punto di arrivo. Il mio è un percorso che porto avanti da due anni, un grande traguardo che sono riuscito finalmente a raggiungere. Subito dopo Sanremo ripartirò, con una nuova partenza, e dalla settimana successiva comincerò da capo nel mio studio, con la chitarra tra le mani.

Per il tuo debutto a Sanremo porti il brano “Nel mare ci sono i coccodrilli” ispirato alla tragedia dei migranti. Perché hai deciso di portare questo pezzo a Sanremo?

Volevo portare un brano che trattasse un tema importante cercando di non essere retorico. La retorica sull’immigrazione mi spaventa, quindi ho voluto affrontarla da un punto di vista che fosse più originale. Al tempo stesso però volevo un brano cantautoriale e orecchiabile.

Non sei nuovo all’aria da Palcoscenico ma cosa ti aspetti dall’esperienza sanremese?

A me piace moltissimo esibirmi dal vivo, quindi mi aspetto di divertirmi tanto, anche e soprattutto su un palco così importante.

Lorenzo Bianchi