kill doll
25 Settembre 2017   •   Anita Atzori

Doll Kill: la rapper sarda tutta rime e tanto stile

«È la scoperta dell’anno! La rapper Doll Kill conquista il pubblico italiano con la sua musica. Un concentrato di rime e parole taglienti per un mix tutto da ascoltare.»

Si chiama Doll Kill (profilo FB), ha 21 anni ed è la rapper sarda che sta facendo scatenare il web. Fisico asciutto, mora e con una gran faccia tosta; sì perchè Giulia Galitzia in questo sogno ci crede davvero tanto, e le sue rime non possono che essere sfrontate se dietro ci sono obbiettivi alti e note da brivido. Grande flow, ritmo incalzante e stile diretto fanno di questa rapper un successo ormai noto a tutta l’Italia. Dalla sua prima raccolta di pezzi contenuta nel Punch Line Mixtape e risalente al 2012 la bella sarda di strada ne ha fatta. Come non ricordare la grande collaborazione col rapper Kill Mauri nel 2014, che forse primo fra tutti ha creduto in lei fin da subito, canzoni che non si scordano come Adesso, All I Need  e Sottotiro simbolo di una collaborazione forte e ricca di stile. Gli anni sono passati e le soddisfazioni puntuali come il treno sono arrivate in maniera travolgente. È proprio durante questi ultimi anni che Doll Kill ha condiviso il palco con tanti rapper di fama nazionale e internazionale. Un esempio? Dope Dod, Evidence, Marracash, Il Turco, Barracruda e tanti altri. Un trampolino di lancio non indifferente considerata la giovane età dell’artista.

Nel 2015 entra far parte dell’etichetta indipendente TAK Production con sede a Roma e solamente un anno dopo viene pubblicato il suo primo disco ufficiale dal titolo Struggle, prodotto da EkerBlow, Tesmo, Stimena, Young Cruel, Kiquè e Big Dega; uno street video dal titolo La mia parte migliore ha anticipato tutto il lavoro guadagnandosi il boom di visualizzazioni e commenti positivi da parte della critica musicale. Il 2017, però, è davvero il suon anno fortunato: arriva l’EP Oh My Doll composto da cinque tracce dove all’interno esplode Tokyo e Metempsicosi.


Ludovico Canali De Rossi
per Edit One realizza il video con ispirazioni orientali e rimandi alla città di Tokyo. Un montaggio accattivante dove la rapper Doll Kill canta le rime in maniera scorrevole ma veloce. Un testo dove si nascondono cenni personali, esperienze quotidiane e istantanee di vita che questa canzone ha saputo trasformare in un tormentone. Carattere forte e padronanza delle parole sono sicuramente la sua arma vincente, ed è per questo che anche il ritmo diventa incalzante. Di personalità la rapper ne ha tanta ed è proprio ai microfoni di Snap Italy che racconta la sua più grande passione. Un sogno destinato a diventare il lavoro di una vita e forse l’esempio per tanti, perchè qui non vi sono raccomandazioni o supporti firmati, ma solo una voglia di emergere e di cantare più forte del pregiudizio.

Quando e come hai iniziato a fare musica rap?
Sono cresciuta ascoltando rap ma ho scritto i miei primi veri testi a 15-16 anni, ho sempre avuto la passione per la musica e per la scrittura, sono la mia forma di espressione.

Pensi che ci sia qualche pregiudizio nei confronti del genere femminile verso questo tipo di musica?
Sì, in parte il pregiudizio esiste.  La figura della rapper donna, almeno in Italia, è qualcosa a cui ci si deve ancora abituare, credo  anche perché  a parte qualche rara eccezione il genere ha sempre avuto solo esponenti uomini. In altre parti del mondo questo ideale  è già smentito da anni, in ogni caso se un artista produce buona musica il pubblico lo riconosce, ma mi sento di dire che l’ignoranza come in ogni ambito non manca.

C’è qualche artista rapper sardo che ammiri o col quale vorresti collaborare?
Salmo è l’esempio vivente che col sacrificio e la dedizione si può arrivare ovunque. Mi piacerebbe confrontarmi con lui.

Cosa serve per entrare in un settore così competitivo come quello della musica rap italiana?
Lo  stile e l’innovazione sono  fondamentali per emergere, ma il segreto rimane fare buona musica. Ogni giorno escono decine di nuovi “rapper”, bisogna avere una propria identità, altrimenti si ricorderanno di te perché somigli a qualcun’altro .

In tutti i tuoi video risalta facilmente uno stile grintoso, per certi versi oversize ma pur sempre femminile. Cosa rappresenta per te la moda?
È moda tutto ciò che crea tendenza. Non ho mai dato troppa importanza a  quello che la moda detta. Mi piace seguire i miei gusti,  nel vestire come nella musica ho sempre messo del mio.

Il più grande sogno nel cassetto.
Mi piacerebbe riuscire a trasferirmi e vivere di musica. Spero di riuscire a realizzare tutti i miei obiettivi, sono molto ambiziosa. Tutto quello che ho creato fino ad ora mi da la spinta per andare avanti, gli sforzi non sono mai vani, l’impegno viene ripagato sempre.

I tuoi idoli musicali.
Ho sempre ascoltato un po’ di tutto, per la maggiore rap e black music. Un artista italiano che ammiro da sempre è senz’altro Guè Pequeno, per quanto riguarda l’America il rap della east coast ha di certo influito  sul mio stile.

Perche il nome Doll Kill?
Èstato il mio grafico, nonché mio  carissimo amico, Chato, a darmi questo nome, ci conosciamo molto bene e forse proprio per questo è riuscito a trovare qualcosa che mi descrivesse alla perfezione, Doll Kill rappresenta la femminilità e quel lato oscuro che un po’ tutte le ragazze hanno, le principesse non esistono.

Lei è Doll Kill, poche parole, incisiva ma netta. Così anche la sua musica è un ritratto della sua persona. Non resta a questo punto che mettersi le cuffie e viaggiare nella sua Tokyo o perdersi tra le rime sfrontate di Metempsicosi, perché, si sa, sfogarsi fa bene ma con stile c’è più gusto!

Anita Atzori