02 Giugno 2017   •   Snap Italy

Docufilm Il principe delle pezze: un’amante di costumi

«Per far si che una pellicola cinematografica risulti indimenticabile, il regista e il costumista devono perfettamente essere in simbiosi. La storia di questo legame la raccontiamo nel docufilm Il principe delle pezze

Se si entra in una sartoria, in una qualsiasi sartoria, da quella teatrale a quella della zia del paese, l’odore è sempre lo stesso: quello di tessuti impilati, gessetti spezzati e appretto fresco. Odori che chi ha girato il docufilm riconoscerebbe ad occhi chiusi, in ogni circostanza.

Il cinema italiano – l’Hollywood sul Tevere – è nato intorno agli anni cinquanta. Ha segnato un’epoca importante nella storia del grande schermo made in italy ed in breve tempo è diventato punto di riferimento per il mondo dello spettacolo internazionale; ci ha regalato tantissimi talenti nel settore costumi, tanto che a partire dal 1948 viene istituito il premio Oscar per i costumi.

Credo che per un regista sia fondamentale il rapporto con il costumista, soprattutto se si utilizzano costumi d’epoca. Il costumista deve essere abile a creare il costume giusto per il personaggio che il regista ha nella sua testa e che, allo stesso tempo, aiuti l’attore ad entrare immediatamente in quel personaggio. Basti pensare al costume che indossò Claudia Cardinale nel Gattopardo di Luchino Visconti, che è diventato il simbolo di un’epoca e dello stesso regista. Abito, peraltro, creato da Piero Tosi, premio Oscar alla carriera che sarà presente in questo docufilm.
Francesco Dainotti

Il principe delle pezze, realizzato dal giovane talento Alessandro Di Ronza, è un documentario sul mondo dei costumisti italiani, che offre un nuovo ritratto della storia del cinema nostrano. Ne abbiamo parlato con il produttore Francesco Dainotti che, con la sua casa di produzione Gekon Productions ha già messo in opera le riprese de Il contagio (appena concluse) e il mediometraggio Confinati a Ponza 

Nelle viscere dello storico mercato degli stracci di Resina, vi è nascosto il deposito di un collezionista, Catello Russo. Nel suo magazzino sono custoditi più di 5000 abiti, alcuni rarissimi e introvabili e molto spesso salvati dalla distruzione. Dei suoi sogni si sono nutriti i più grandi costumisti del cinema italiano e migliaia sono gli abiti che ogni anno, partono dal suo magazzino per giungere nelle sartorie più prestigiose d’Italia.

Dal suo deposito, infatti, attraverso svariate modifiche, la pezza giungerà in scena completamente trasformata in un meraviglioso costume. Su ogni modifica dell’abito si attivano gli interventi dei veri protagonisti del docufilm, i costumisti, con la loro storia e la concezione del proprio lavoro. Tra questi: Piero Tosi, Gabriella Pescucci e Massimo Cantini Parrini. Interverranno inoltre alcuni attori tra cui Claudia Cardinale, la prediletta di Tosi, per raccontare il mondo del costume nel cinema anche attraverso un’ottica diversa da quella dei suoi creatori.

Ma non dilunghiamoci oltre: vi lascio alle parole di Francesco Dainotti, il produttore del docufilm Il principe delle pezze.

Com’è nata l’idea di fare un documentario su un collezionista di costumi?
L’idea è nata da Alessandro Di Ronza, il regista di questo docufilm. È stato lui a farmi conoscere Catello Russo, un personaggio straordinario che ama definirsi “il costumista dei costumisti”. Catello trasforma completamente i suoi abiti, li fa vivere per poi divenire costumi di scena per il cinema. È proprio nei suoi depositi che è nata la voglia di vedere e scrutare il mondo del cinema attraverso il buco della serratura della costumeria, dei grandi costumisti che hanno reso famosa l’Italia in tutto il mondo.

Puoi raccontarci qualche aneddoto legato alla storia di queste “pezze”?
Alcune di queste pezze, che poi altro non sono che abiti in disuso, sono diventati dei costumi – dopo i dovuti accorgimenti di mani sapienti – in film come Fortapasc di Marco Risi o Gorbaciof di Stefano Incerti o in altre grandi produzioni americane. Abiti che hanno ripreso a vivere attraverso la magia del cinema. Come direbbe Catello, che “hanno ripreso a respirare”.

A che punto sono le riprese e quando è prevista l’uscita del film?
Le riprese sono iniziate da poco e finiranno a fine giugno. L’uscita, invece, è prevista per fine anno.

Quando ti sei fatto un’idea del personaggio e lo riporti su carta trasformandolo in bozzetto. Quando il figurino fatto di pennellate stilizzate inizia a mutare e le stoffe iniziano a prendere forma sui busti da sarta, è lì, proprio lì che avviene la “malìa”, e tutti s’incantano e rimangono di stucco. Per un’appassionata di storia del costume cinematografico quell’attesa è troppo lunga!

Samuela Nisi