Dante Ferretti
17 Novembre 2017   •   Redazione

Dante Ferretti, lo scenografo italiano dietro i film hollywoodiani

«The Aviator, Sweeney Todd, Hugo Cabret, Shutter Island, Cenerentola, Gangs of New York, Intervista col vampiro. Questi sono solo alcuni dei famosissimi film internazionali che nascondono dietro le quinte lo sceneggiatore italiano, vincitore di tre oscar, Dante Ferretti

Dante Ferretti è lo sceneggiatore che si cela dietro numerosissimi capolavori cinematografici italiani e hollywoodiani, mostrando, con le sue ambientazioni evocative e indimenticabili, la forza di una creatività e di un’eccellenza scenografica tipicamente Made in Italy.

Dante Ferretti

Una delle scenografie di Dante Ferretti del film Cenerentola

Dante Ferretti nasce a Macerata nel 1943, da subito inizia ad avvicinarsi al mondo del cinema iscrivendosi a un istituto d’arte e successivamente si trasferisce a Roma per studiare presso l’Accademia delle Belle Arti, dove si diploma. È in quest’accadamia che si avvicina al mondo del cinema, accrescendo, in particolar modo, la sua passione per la scenografia. Presso l’accademia inizia a scoprire questo mondo, lavorando come assistente scenografo dell’architetto Aldo Tomassini Barbarossa. A farlo immergere completamente in quell’universo nascosto dietro le quinte è stato l’incontro con Luigi Scaccianoce, con cui collaborò partecipando alla lavorazione di alcuni film di Pier Paolo Pasolini tra cui: Il Vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci e uccellini (1966) e Edipo re (1967).

Queste collaborazioni rappresentarono il germoglio della sua florida carriera, che iniziò ad affermarsi con il primo lavoro da scenografo del film Medea (1969), sempre di Pasolini, con cui stringerà una solida collaborazione. Grazie alla sua ascendente fama si afferma anche come scenografo teatrale, allestendo e curando numerose opere di molti teatri mondiali. La lista delle collaborazioni con importanti registi italiani di Dante Ferretti cresce velocemente: da Marco Bellocchio a Elio Petri, e di seguito Sergio Citti, Marco Ferreri, Liliana Cavani, Franco Zeffirelli, Luigi Comencini e Ettore Scola.

Ma il sodalizio più fortunato fu quello instaurato con Federico Fellini, con cui collaborò per 5 film dal 1979 agli anni Novanta, curando la scenografia dell’ultima opera del grande maestro, La voce della luna. Le sue evocative scenografie rivelano il connubio perfetto con l’ascendente fantastico e onirico delle atmosfere felliniane. Con due maestri come Fellini e Pasolini la carriera dello scenografo e art director non poteva che essere un trionfo.

Da Cinecittà a Hollywood

Intorno agli anni Ottanta Dante Ferretti inizia a volgere lo sguardo anche al panorama internazionale, spostando la sua attenzione all’estero, instaurando una carriera che porterà a far conoscere il nome dello scenografo italiano al panorama mondiale.

A consacrare lo scenografo nostrano alla cinematografia internazionale fu Il nome della rosa, nella collaborazione con Jean-Jacques Annaud per la versione cinematografica del romanzo omonimo di Umberto Eco. Stesso discorso anche per Le avvenuture del barone di Münchausen, di Terry Gilliam, che sancisce la prima di una lunga lista di candidature all’Oscar.

Negli anni Novanta, oltre a ottenere la sua seconda nomination all’Oscar con il film Amleto di Franco Zeffirelli, intraprende il suo viaggio alla scoperta degli Stati Uniti, dove conosce uno tra i più influenti registi del panorama cinematografico, Martin Scorsese, con cui inizia la storica collaborazione che lo porterà alla conquista di Hollywood e dell’Oscar.

Dante Ferretti e Martin Scorsese

Anni prima della loro collaborazione, Martin Scorsese aveva già avuto modo di incontrare lo scenografo nostrano in Italia, a Cinecittà,  sul set del film La città delle donne di Federico Fellini, di cui il regista Hollywoodiano era un grande ammiratore. La loro collaborazione si consolidò ad Hollywood in una perfetto connubio, che consentì a Dante Ferretti di sbrigliare al massimo la sua creatività, rendendo palese al mondo il suo talento grazie a scenografie memorabili.

Dal 1993 a oggi sono ben 9 le pellicole di Martin Scorsese scenograficamente realizzate e curate da Dante Ferretti: L’età dell’innocenza, Al di là della vitaCasinò, Kundun, Gangs of New York, The Aviator, Shutter Island, Hugo Cabret Silence. Gangs of New York conserva ancora oggi una piccola parte di quel set cinematografico a Cinecittà, dove Dante Ferretti costruì la New York di fine Ottocento nei teatri di posa degli studi, in un immenso set cinematografico che portò a ritardare di tre anni l’uscita del film a causa del superamento del budget.

I 3 oscar di Dante Ferretti

La grandezza e la creatività dell’artista nostrano, che racconta storie fantastiche tramite le sue imponenti scenografie, continua a mostrare al mondo l’eccellenza degli scenografi, dei costumisti italiani e della loro storia, di cui Dante Ferretti rappresenta uno degli ultimi grandi discendenti. La conferma di questa grandezza è palesata dalle innumerevoli candidature e dai premi vinti, tra cui ben 3 Oscar. I film che hanno fatto brillare la gloria italiana alla famosa cerimonia degli Academy Awards sono i due film (ovviamente) firmati Martin Scorses: The Aviator (2004) e Hugo Cabret (2012) e un’opera di Tim Burton, Sweeney Todd (2008).

Il primo Oscar arrivò grazie a The Aviator, decretando non solo un tronfio solo per Dante Ferretti ma anche per la sua particolare “complice”, la moglie Francesca Lo Schiavo, premiata anche lei grazie per la collaborazione in questo film come set decorator. La coppia di artisti, infatti, è una perfetta “macchina da Oscar”, arrivando a collezionare ben 10 nomination lui e 6 lei, portando a casa in totale 6 statuette d’oro grazie alle loro perfette collaborazioni.

Il secondo Oscar arrivò grazie a un film di Tim Burton, Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street, il musical dall’ambientazione gotica e dall’essenza teatrale.

Una menzione particolare va all’incantevole pellicola, sempre di Scorsese, Hugo Cabret (il terzo oscar per Dante), che utilizzò una scenografia spettacolare che arrivò a costare ben 150 milioni di dollari, con la particolarità che tutto ciò che è presente nel film proviene solamente dalla mente del geniale artista, che tra l’altro compare anche in un cammeo nei panni di un fotografo.

«Abbiamo costruito tutto da zero, compresi tutti i paesaggi usati per il film di Méliès, l’unica cosa presente nel film che non ho costruito è stata la mia matita».
Dante Ferretti

I progetti futuri dello sceneggiatore sono sempre numerosissimi, ma tra i lavori più attesi sicuramente c’è la partecipazione in Diabolik – la Serie, di cui Dante Ferretti ricostruirà interamente la città di Clerville negli studi di Cinecittà, facendo tornare a risplendere gli storici studi cinematografici italiani (per di più nello stesso set dove 12 anni fa costruì per Martin Scorsese le scene di Gangs Of New York).

Eleonora Manuali