21 Febbraio 2018   •   Francesca D’Arienzo

Braccialini: dichiarato il fallimento di una delle aziende più famose del Made in Italy

«Il tribunale di Firenze ha decretato la fine commerciale della storica maison fiorentina di borse e accessori Braccialini.»

Dichiarata l’impossibilità tecnica di gestione, il Tribunale fallimentare di Firenze ha sentenziato che lo storico brand Braccialini (sito ufficiale) deve chiudere i battenti della sua azienda. Ma i due marchi Braccialini e Tua in quanto venduti nel 2017 a Graziella Group continueranno ad essere presenti sul mercato. Di Braccialini, invece, resteranno solo gli immobili, i magazzini e i marchi rimasti dalla precedente esperienza aziendale.

La decisione del fallimento è stata presa in seguito alla revoca dell’ammissione al concordato preventivo dopo che il Tribunale ha rigettato la domanda di omologa. Per il tribunale c’è “una notevole alea rispetto a partite essenziali di attivo e passivo” e “plurime incertezze gravano sul concordato”. Quindi “non può ritenersi assicurato il pagamento del 20% minimo ai creditori”. Questa decisione emerge in seguito alla rilevazione di un aspetto particolare ovvero che la casa di moda Braccialini spa avrebbe preso accordi con quattro fornitori, tutte aziende cinesi. Accordi “relativi a duplicazioni di fatture e pagamento per spalmatura” di debiti pregressi, già maturati con gli stessi quattro fornitori.

Queste operazioni, di alcune centinaia di migliaia di euro, vennero pattuite nel periodo che va da febbraio a luglio 2016, cioè in tempi vicini, prima e dopo, alla richiesta di concordato. Il Tribunale fallimentare ha giudicato, quindi, fraudolenta l’effettuazione dei pagamenti di debiti già maturati attraverso l’emissione delle fatture che sarebbero state anche modificate di data.

Ancora da comprendere sono i riflessi che questa dichiarazione di fallimento potrebbe avere sull’inchiesta per bancarotta aperta dalla Procura di Firenze: ci sono, infatti, oltre 25 indagati, ossia i membri dei cda in carica tra il 2011 e il 2014 e i collegi dei revisori di quegli anni in cui maturarono le difficoltà dell’azienda. Tra gli indagati risultano i fratelli Massimo e Riccardo Braccialini, della famiglia fondatrice, che hanno poi lasciato l’azienda.

Francesca D’Arienzo