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11 Agosto 2018   •   Claudia Cavalier

Berlino Magazine compie quattro anni: la Germania “tiene ‘o core italiano”

«In occasione del suo terzo compleanno, Berlino Magazine ha organizzato un italian spriz party. Davanti ad un aperitivo ghiacciato abbiamo fatto due chiacchiere con il direttore»

Spritz campari, musica, cibo e risate. Un perfetto aperitivo all’italiana insomma. Solo che questa volta non siamo in Italia ma a Berlino. Nella suggestiva cornice di Little Italy, nel cuore della capitale tedesca, Berlino Magazine (pagina Facebook) ha invitato tutti i lettori a festeggiare insieme il suo quarto compleanno, venerdì 3 agosto.

Tutti gli italiani che vivono a Berlino (ma non solo) conoscono Berlino Magazine, pubblicazione online di cultura e attualità che si vuole proporre come tramite tra Germania e Italia. Un grande aiuto per tutti coloro che si trovano nella capitale per un breve o un lungo periodo. Ma dietro a Berlino Magazine c’è molto di più.little italy

«Nell’ottobre 2010, un anno e mezzo dopo che mi ero trasferito, ho aperto un blog e l’ho chiamato Berlino Cacio e Pepe». A parlare è Andrea d’Addio, fondatore e direttore di Berlino Magazine. Giornalista italiano, Andrea d’Addio si è traferito a Berlino nel 2009. La situazione geopolitica aveva tutti presupposti per prevedere una forte espansione culturale della capitale tedesca, già molto interessante per il giornalismo italiano di quegli anni. Ma le collaborazioni che aveva con le testate italiane all’epoca non gli permettono di affrontare tutte le tematiche di cui voleva parlare.

«Volevo trovare un modo per scrivere tutte le idee per cui non trovavo una pubblicazione in Italia perché sarebbe stato un peccato sprecarle» spiega Andrea «Così cercai un editore e lo trovai in Zingarate. Non ero tanto interessato al guadagno, volevo più che altro che rendesse il mio impegno per scrivere un obbligo, soprattutto per me stesso, non volevo fosse un progetto che poteva essere abbandonato facilmente».aperol

E in effetti non è stato così. Andrea ha cominciato a scrivere e non si è più fermato. Pubblicava proposte bocciate da altre riviste ma anche racconti personali della vita di tutti i giorni fino a diventare un vero e proprio punto di riferimento per gli italiani che si trovavano a Berlino. «Me ne sono reso conto quando ho cominciato ad organizzare dei piccoli eventi» spiega Andrea. «Il primo compleanno di quello che all’epoca era Berlino Cacio e Pepe, piuttosto che piccoli tornei di biliardino. Vedevo che l’attenzione era sempre maggiore e che Berlino Cacio e Pepe aveva tutte le qualità per diventare qualcosa di più grande».

Little Italy

Nel 2014 quindi, Andrea decide di staccarsi dal suo editore e aprire un sito: Berlino Magazine. Il team comincia ad ingrandirsi «ho cominciato a chiamare persone che da tempo mi scrivevano per collaborare al blog, ho affittato un ufficio e ho pensato ad un modello di business diverso». Berlino Magazine comincia a proporre dei primi workshop di giornalismo che la comunità italiana apprezza molto. Seguono workshop di fotografia e di scrittura creativa. Poi sono arrivati i corsi di lingua.

little italy

«Quindi ho creato Berlino Schule. Era una scuola di lingua pensata per essere internazionale anche se inizialmente aveva quasi solo studenti italiani. Aveva solo bisogno di tempo per crescere». Con l’ampiamento del pubblico di riferimento, sono arrivate anche nuove idee «Ho fondato True italian con l’idea di creare un network di veri locali italiani a Berlino». La cucina italiana è amata e conosciuta in tutto il mondo, ma per chi non ne è un vero espero è facile incappare nel ristorante sbagliato.

«L’obiettivo è quello di spingere il contenuto italiano verso gli stranieri» spiega Andrea sorseggiando il suo spritz. Berlino Magazine ha quindi cominciato a selezionare una serie di veri ristoranti italiani a Berlino (scopri qui i migliori ristoranti italiani sparsi nel mondo) sulla base degli ingredienti usati, del rispetto nei confronti della tradizione culinaria italiana e del concetto di “star bene a tavola”. Nel 2016 il primo evento univa ben 42 locali italiani a Berlino, nel 2017 i locali erano 57, fino ad arrivare ai 72 del 2018.

little italy

«Vogliamo portare la cultura italiana là dove non c’è, ci poniamo come ponte tra la tra la Germania e l’Italia organizzando eventi che possano mostrare agli autoctoni cos’è veramente italiano!». Nonostante questo il grande pubblico resta quello della penisola: i dati forniti da Google Analytics sottolinea infatti che il 65% circa dei visitatori si trova in Italia, mentre il 28% in Germania.

«Berlino è la prima città come numero di lettori, ma l’Italia resta la prima regione» continua Andrea «Cerchiamo di spiegare come funziona la Germania a tanti italiani che sono ancora in Italia. Molti di loro sono interessati a sapere come funziona Berlino perché è diventata un riferimento politico e culturale, ma anche e, forse soprattutto, perché tanti italiani hanno figli, amici, fidanzati, che vivono qui e sono interessati a sapere cosa succede in questa città».

Andrea d'Addio e Sara Trovatelli

Il direttore Andrea d’Addio e la vicedirettrice Sara Trovatelli

«A causa della situazione attuale, la comunità italiana si è riversata a Berlino in massa» spiega «siamo la terza comunità dopo i turchi e i polacchi, ma per ragioni storiche siamo quella che sta aumentando più velocemente. In questo senso aver offerto un prodotto giornalistico con delle informazioni di tutoraggio che aiutino l’italiano ad avere accesso ad informazioni e servizi che altrimenti gli sarebbero preclusi dalla mancanza di conoscenza della lingua tedesca fa sì che questo pubblico sia numeroso e sensibile ai contenuti che proponiamo».

«C’è un po’ di tristezza per questa emorragia di italiani» conclude il direttore «quello che Berlino Magazine si propone di fare è di porsi, in questo caso, come finestra per raccontare la realtà tedesca agli italiani che sono qui o che ci leggono dalla penisola». Berlino Magazine è curiosità, scuola e agenzia di comunicazione. Ma soprattutto è un filtro tra culture diverse che si propone di far emergere il meglio di entrambe.

Claudia Cavalier