ArtLab
26 Settembre 2017   •   Carolina Attanasio

ArtLab Mantova, il futuro è l’impresa culturale

«Si chiude a Mantova, il 28 e 29 settembre, il quadrilatero d’incontri di ArtLab, piattaforma indipendente al servizio delle buone pratiche culturali»

L’Anno Europeo del Patrimonio Culturale parte dall’edizione mantovana di ArtLab (sito ufficiale), fucina, o meglio, cucina d’idee culturali che in più tappe, nel 2017, ha radunato in ogni angolo d’Italia i professionisti più qualificati del settore, per discutere su linee guida e indicazioni operative volte alla valorizzazione dei patrimoni culturali italiani, siano essi materiali, immateriali o digitali. In collaborazione con Fattidicultura, l’appuntamento dedicato alle migliori idee sul tema della rigenerazione urbana e dei territori, ArtLab punta a mettere insieme competenze e visioni provenienti da ambiti diversi, per tracciare obiettivi inclusivi ed efficaci. Promosso dalla Fondazione Fitzcarraldo (sito ufficiale), ArtLab è un punto fermo nel calendario dei più importanti appuntamenti di confronto per chi opera nella cultura in Italia, dagli operatori agli amministratori, dai professionisti alla società civile. Gli incontri nazionali del 2017, che nei mesi scorsi hanno toccato Taranto, Matera, Milano e Treia (Mc), trovano chiusura ideale a Mantova, Capitale italiana della cultura 2016.

Di cosa si parlerà? Sei le tematiche in programmazione: patrimonio per (inteso come accessibilità, inclusività, dialogo interculturale); educazione e apprendimento permanente; sostenibilità e governance; politiche pubbliche, sviluppo locale, turismo sostenibile; imprese creative e innovazione per il patrimonio; produzione artistica contemporanea e patrimonio.

Una due giorni di lavori intensa, i cui risultati saranno presentati il 29 settembre, sempre a Mantova, ai rappresentanti istituzionali pubblici e privati, italiani e internazionali. Il punto forte di ArtLab è la capacità di radunare professionisti della cultura a trecentosessanta gradi, provenienti dagli ambiti più disparati e da tutte le latitudini, per generare un esercizio di progettazione collettiva tra le più attive energie della cultura italiana.

Non di solo brain working vive ArtLab, ma anche di tanti incontri – tutti gratuiti – su cultura e attualità, come L’impatto sociale dei festival, una ricerca condotta dall’Osservatorio Culturale del Piemonte sulle ricadute sociali del Collisioni Festival. In collaborazione con ICOM Italia è la presentazione di La valutazione del pubblico: esperienze a confronto, per puntare l’occhio sui fruitori degli spazi museali, mentre L’economia arancione ci parlerà di storie e politiche legate alla creatività. Si chiude il 29 con Riforma del terzo settore e imprese culturali, analizzando gli impatti della riforma e degli strumenti messi a disposizione in ambito gestionale, amministrativo e fiscale.

A ottobre ArtLab volerà in Germania per prendere parte alla seconda edizione di THE ARTS+, un progetto promosso dalla Franckfurt Buchmesse, la più grande fiera al mondo per la produzione di contenuti, di cui la Fondazione Fitzcarraldo è partner.

La cultura torna lentamente al centro della scena nazionale e internazionale, lo dimostra la volontà dell’Unione Europea di proclamare il 2018 Anno Europeo del Patrimonio Culturale, ponendo una serie di obiettivi che ruotano intorno alla molteplicità di interessi di cui la cultura si circonda, economici, sociali, certamente un potenziale da cogliere. Il Patrimonio culturale non è più solo un bene da tutelare, ma un volano interdisciplinare che può creare potenti traiettorie per politiche multisettoriali.

L’Europa e l’Italia sono la culla della cultura mondiale e il patrimonio deve essere un motore, come indicato proprio dall’Unione Europea, deve poter unire nelle diversità che la cultura stessa, per sua natura, genera nell’arte, nel linguaggio, nelle tradizioni. Riconosciuta la diversità come valore, la si deve interpretare come risorsa per il futuro, tutelarla e valorizzarla affinché possa ispirare il presente. La vastità del Patrimonio culturale italiano, in particolare, pone molti quesiti sul futuro, poiché si tratta di un tesoro che chiaramente non può essere tenuto in piedi solo con le risorse pubbliche, ma necessita di una governance che possa rimettere in circolo tutta quella quota di patrimonio che, diversamente, andrebbe perduta. La dicotomia tra pubblico e privato dovrebbe riuscire a ripensare la tutela e lo sviluppo di ogni singolo bene culturale nell’ottica di un processo di lunga durata, lungimirante, non ancorato al passato e tantomeno schiacciato dal presente, sempre più ingombrante e teso come una spada di Damocle sulle teste di molti. Le imprese culturali allora devono creare convergenza tra forme e strumenti di creatività, sviluppando nuove narrative in grado di portare il passato nel futuro, digitalizzando e innovando, per portare la cultura a livelli d’immaginazione fin’ora mai sperimentati.

Carolina Attanasio