Castel Sant'Angelo
25 Gennaio 2018   •   Redazione

Angeli di Roma: tutti quelli da scoprire oltre Castel Sant’Angelo

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«Un piccolo viaggio allo scoperta delle più belle sculture angeliche di Roma, da quelle berniniane di Sant’Andrea delle Fratte, fino al famoso Arcangelo Michele di Castel Sant’Angelo»

Appena si sentono le parole angelo e Roma unite in una stessa frase, il pensiero va subito allo straordinario Castel Sant’Angelo, uno dei monumenti simboli della caput mundi. Certo, qui si trova uno degli angeli più celebri della capitale, ma in realtà Roma è colma di cherubini, in qualsiasi suo angolo.

Quelle degli angeli sono figure davvero affascinanti per tutti, a prescindere dal proprio credo; e Roma, o per la sua grandezza, o per la sua eternità, sembra davvero essere custodita entità celestiali che, scherzando e ridendo, la proteggono da ben 2771 anniColpita da questi pensieri, sono voluta andare alla scoperta degli angeli più belli di Roma, passando per straordinarie chiese, fontana di Trevi, fino a finire poi, ovviamente, a Castel Sant’Angelo (sito ufficiale). E, nella maggior parte di questi luoghi, compare il nome di Gian Lorenzo Bernini. Curiosi? Allora ecco qui una mini-guida per scoprire tutti i più bei cherubini di Roma!

Gli Angeli del Bernini nella Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte

La chiesa di Sant’Andrea delle Fratte (sito ufficiale), a pochi passi da Piazza di Spagna, del XI secolo, venne ricostruita su progetto di Borromini nella metà del ‘600. L’interno, ricco di decorazioni e affreschi, conserva un vero e proprio tesoro: le due monumentali statue bianche degli Angeli con i simboli della Passione, uno con la corona di spine, l’altro con il cartiglio, opere di Gian Lorenzo Bernini. Fin dall’ingresso queste bellissime sculture, poste ai lati dell’altare, catturano l’attenzione di chiunque entri nella chiesa, lasciandolo senza fiato.

Inizialmente scolpiti per la serie di angeli per il ponte di Castel Sant’Angelo, Papa Clemente IX li considerò troppo belli per essere esposti in quel luogo; si dice che in realtà volesse tenerli per sè, ma, poiché morì poco dopo, tornarono in mano al loro autore. Anni dopo, gli eredi del Bernini donarono i due angeli alla chiesa, che così ebbe un valore aggiunto davvero notevole. Purtroppo non sono molto conosciuti, ma meritano davvero, specialmente se volete toccare con mano il genio di uno dei più grandi artisti italiani.

La Transverberazione di Santa Teresa D’Avila del Bernini

Già, ancora il Bernini. Nella chiesa di Santa Maria della Vittoria (sito ufficiale), in via XX settembre, si trova il complesso scultoreo più famoso del maestro italiano, ossia La Transverberazione di Santa Teresa D’Avila, meglio conosciuta come l’Estasi di Santa Teresa. Situata nell’altare del transetto sinistro, la scultura rappresenta a pieno lo stile barocco berniniano: Bernini infatti trasformò la cappella in un vero e proprio teatro. Inserì nello spazio vetri gialli e una fonte di luce nella parte alta, in modo tale da illuminare tutta la scultura e renderla dorata, quasi come se vi fosse un riflettore puntato. Il bellissimo angelo, sorridente e con le sembianze di ragazzo, trafigge con un dardo dorato il cuore della santa, estasiata e appagata dalla sua fede. Le vesti e l’espressione dell’angelo rappresentano al meglio la magica arte del Bernini, capace di rendere un pezzo di marmo quasi vivo.

 

Castel Sant'Angelo

By Sailko [CC BY 3.0 ], via Wikimedia Commons

Edicola mariana di piazza di Trevi

Quest’edicola mariana è una delle più famose di Roma. Certo, siamo lontani dal genio berniniano, in quanto l’autore di questa «Madonella», come avvenne quasi per tutte le altre,  fu un umile artigiano anonimo. Infatti le edicole, nate nell’Antica Roma, sono espressione di una tradizionale fede popolare. Questa edicola mariana spesso resta inosservata per la presenza di fontana di Trevi, ma passate di lì, e fermatevi ad osservarla: due angeli, su un piedistallo, sostengono una ghirlanda, sotto la quale si trova la Vergine, poco riconoscibile, circondata da una raggiera. Sembra quasi che quei due cherubini, che sono lì da oltre 500 anni, stiano a vegliare su uno dei più bei monumenti romani.

 

Gli Angeli di Sant’Ignazio di Loyola

La chiesa del gesuita Sant’Ignazio di Loyola sorge nell’omonima piazza a Campo Marzio. È uno straordinario esempio di arte barocca, soprattutto per le famose quadrature di Andrea Pozzo che donano alla chiesa straordinarie visioni prospettiche e giochi illusori, che cattureranno la vostra attenzione. L’interno, decoratissimo, presenta ai suoi lati sei cappelle. La cappella Lancellotti, dedicata al gesuita Luigi Gonzaga, è una delle più belle di Roma: prima dell’altare, su una balaustra, sono posizionati due angeli, opera del Ludovisi, che portano in mano dei gigli, simbolo della purezza di San Luigi. Sul lato opposto, davanti la pala marmorea di Filippo Valle che rappresenta l’Annunciazione, vi è un’altra balaustra con altri due cherubini, opera di Pietro Bracci. Entrambe le coppie di angeli, sono sculture talmente belle e perfette da essere degne di incorniciare basso-rilievi di tale portata. Soffermatevi a guardarle da vicino, e coglietene la straordinaria espressività e solennità.

 

Il Ponte degli Angeli di Castel Sant’Angelo

Il cosiddetto Ponte degli Angeli, ossia Ponte Sant’Angelo, che precede il celebre castello, è davvero uno degli spettacoli più belli della capitale. Le statue dei cherubini di questo ponte sono visibili anche a grande distanza, e donano a quel tratto del Tevere un aspetto magico e suggestivo. Fatto costruire nel 134 dall’imperatore Adriano, nel 1669 papa Clemente IX vi fece realizzare un nuovo parapetto disegnato dal Bernini (di nuovo!) sopra il quale furono collocate 10 statue degli Angeli con gli strumenti della Passione, scolpiti dagli allievi del maestro già citato. Tra questi, vi sono l’Angelo con la corona di spine e l’Angelo con il Cartiglio, copie rispettivamente di Paolo Naldini e di Giulio Cartari degli originali berniniani di Sant’Andrea delle Fratte. Regalatevi una passeggiata in questo splendido ponte, e fidatevi, vi sembrerà davvero di attraversare un portale per un mondo incantato (specialmente se lo farete al tramonto!).

Castel Sant'Angelo

@Francesca Celani

Castel Sant’Angelo

Già vi ho parlato di questo straordinario edificio nella puntata dei castelli più belli d’Italia, quindi ogni informazione a riguardo leggetela là! Invece, ora, soffermiamoci sul fatto che esso, di nome e di fatto, sia il castello dell’angelo. Il mausoleo di Adriano assunse questo nome il 29 agosto del 590: Papa Gregorio I, per invocare la misericordia divina a causa della terribile peste abbattutasi su Roma in quel periodo, organizzò una processione di 3 giorni. Durante le funzioni le persone continuavano a morire di peste, ma, giunti all’altezza del mausoleo, nel cielo si stagliò la sagoma di un angelo, San Michele, intento a riporre una spada fiammeggiante nel fodero. Da lì la pestilenza cessò, e il castello assunse il nome con cui lo conosciamo ora, ovvero Castel Sant’Angelo.

La statua alla sua sommità infatti rappresenta proprio l’Arcangelo Michele, che veglia dall’alto la città con sguardo fermo e malinconico, mentre ripone la sua spada. La scultura bronzea spicca tantissimo sopra il castello, con il quale contrasta specialmente per i colori, e sembra essere il coronamento perfetto per la serie delle sculture di cherubini su ponte Sant’Angelo. Fin dal XI secolo vennero scolpite molte statue dell’arcangelo Michele per Castel Sant’Angelo, ma, purtroppo, per vari motivi, furono distrutte o eliminate. L’Arcangelo Michele che vediamo ancora oggi è quello di Peter Anton van Verschaffelt del 1752.


Francesca Celani

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