01 Aprile 2017   •   Snap Italy

Visitare Candelo, il borgo medievale del Ricetto

«Visitare Candelo, vuol dire immergersi sia nell’atmosfera medievale che permea ogni pietra e ogni rua dell’antico borgo, ma anche nelle tradizioni e nella cultura piemontese.»

Per visitare Candelo, è necessario sapere che è la cittadina più conosciuta della provincia di Biella in Piemonte: è nota in particolare per lo splendido borgo del Ricetto, come suggerisce il termine latino receptum, ovvero rifugio, il ricetto medioevale era una struttura fortificata in cui si accumulavano i beni materiali e alimentare della borgata.

Il Ricetto di Candelo è tra gli edifici di questo tipo, quello meglio conservato tanto da essere incluso nel club dei Borghi più belli d’Italia Tutte le strade del borgo sono costituite da grandi ciottoli inclinati che consentivano il deflusso delle acque, la strada principale serviva invece per il passaggio dei carri e infatti aveva una grandezza superiore alle altre.

Ma cominciamo a visitare Candelo, partendo dal suo centro storico: fin dai tempi antichi, la cittadina è sempre stata idealmente divisa in due: da una parte la Chiesa di San Lorenzo, situata nell’omonima via, che ospita numerose opere d’arte tra cui una preziosa ancora lignea che raffigura il Martirio di San Lorenzo, e dall’altra la Chiesa di San Pietro. I quartieri infatti, si sono sviluppati intorno a queste due grandi chiese, oggi ancora oggetto di un leggero campanilismo che, velatamente e simpaticamente, è frutto di battute e motti goliardici che rendono più colorita la comunità candelese.

La zona circostante la Chiesa di San Lorenzo è una delle più antiche del paese, un insieme di edifici addossati l’uno all’altro che di per se non attirano particolarmente per la loro architettura. Per scoprire il cuore di questo quartiere occorre entrare in queste porte, conoscere la simpatia dei candelesi del Circolo di San Lorenzo e del comitato folkloristico, attivamente partecipi anche nella gestione dell’oratorio locale e dell’emporio solidale, realtà che si distinguono per il supporto che danno alla popolazione bisognosa.

Proseguendo, si arriva in zona San Giacomo dove si trova la Casa della Musica, che è anche la sede della banda comunale di Candelo. Una visita qui permette di conoscere meglio la storia di questa banda che un tempo vinse importanti riconoscimenti a competizioni di livello nazionale. Molto interessanti sono alcuni oggetti storici che i componenti attuali della banda conservano orgogliosamente come vere reliquie.

Visitare Candelo è anche tanto altro: per i più sportivi ci sta la Passeggiata degli Alpini, un antico sentiero che venne abbandonato e che gli alpini candelesi hanno ripristinato. Un ottimo percorso nella natura che passa sotto le mura del ricetto facendo godere del verde lungo il percorso del Canale della Marchesa, corso d’acqua che alimentava, oltre i campi, anche due antichi lavatoi utilizzati dalle donne.

La più grande attrazione naturalistica che possiate trovare a Candelo è senza dubbio la Riserva Naturale Orientata della Baraggia, la cosiddetta savana biellese, caratterizzata da un aspetto che spesso ricorda i paesaggi africani, anche se qui si hanno le montagne a fare da cornice. Una particolarità locale è la frequenza di querce, albero che cresce in modo molto diffuso e che spesso, a causa dell’apparato radicale molto superficiale, non resiste alle intemperie e cade, lasciando degli scheletri molto fotografati che caratterizzano gli orizzonti.

Per concludere, visitare Candelo, vuol dire anche immergersi nella sua arte culinaria. Il re della cucina biellese è senza dubbio il formaggio e la sua forma più diffusa è la Toma biellese, protetta dal marchio DOP, che si trova in molte varianti a seconda della stagionatura e della valle di provenienza. Un’altra specialità tipica di Biella è il Maccagno, talmente buono da essere, nella qualità Valli Biellesi e Valsesia, il preferito della regina Margherita.

Inoltre si possono assaggiare dei morbidi e gustosi salami sotto grasso o di vacca, diversi tipi di salsicce e provare il sapore della cosiddetta paletta, il pregiato prosciutto di spalla di maiale. E che dire della polenta concia? Abbinata ai formaggi o alla selvaggina, è una presenza costante in questa cucina. Naturalmente, siamo in Piemonte quindi qui si trova anche la famosa bagna cauda.

E i dolci? Qui vanno per la maggiore quelli secchi e i biscotti: i più conosciuti sono i canestrelli, seguiti dai torcetti e le paste di meliga. Perfetti per accompagnare un buon bicchiere di ratafià, un liquore dolce ricavato dalle ciliegie selvatiche. Una ricetta antica di cui i biellesi sono molto gelosi. Da non dimenticare anche la mitica mostarda di mele, una specialità molto raffinata del territorio che si mangia con il bollito, il formaggio o la polenta.

Argia Renda