Francesco Vezzoli
04 Maggio 2017   •   Snap Italy

Francesco Vezzoli Guarda la Rai, esposizione alla Fondazione Prada

«Mostra “tv 70”: Francesco Vezzoli Guarda la Rai, o è la Rai che si trasforma in spettatore delle opere di questo visionario? Dal 9 Maggio al 24 Settembre alla Fondazione Prada di Milano prendono vita installazioni audio-visivi, gruppi scultorei e dipinti di quel decennio composto da eventi storici senza eguali, dal femminismo alla tv a colori, dall’austerity al Rischiatutto.»

M’incammino pensando di accendere un cero alla Madonna (in arte Francesco Vezzoli) per aver trovato parcheggio a pochi metri dalla Rai, e così mi ringrazio per non dover subire gli sguardi di traverso da “ultima arrivata”.

Sono emozionata, ma non lo do a vedere, sono fiera e a testa alta salgo i gradini di questo palazzone antico che è sempre stato il mio sogno. Mi sono preparata tutto la sera prima, sapevo anche cosa mettermi per non sfigurare in mezzo ai pezzi grossi, avevo letto la biografia di Francesco Vezzoli su Wikipedia, sono andata a spulciarmi le sue opere più grandi sui vari siti che si occupano di arte contemporanea e sì, non lo conoscevo così bene.

All’ingresso, due addetti mi dicono di prendere l’ascensore perché la conferenza si trova nella sala al secondo piano. Fanno il viaggio con me due colleghe, visibilmente presa dal suo cellulare una e visibilmente presa dall’agitazione l’altra, io cerco di fare conversazione per spezzare il silenzio ma non trovo pane per i miei denti.

Entro in sala e rimango basita, mi aspettavo un tavolo lungo con le classiche mezze minerali e delle sciatte sedie bianche, e invece la stanza è bellissima, con le sue poltrone rosse e le americane in bella vista, i puff squadrati e lo schermo gigante sul fondale, sembrava di vedere la puntata di un talk show. Si respirava televisione in ogni angolo della sala, ancor di più all’arrivo degli ospiti.

Mi accomodo e mi rialzo immediatamente, è arrivato Francesco Vezzoli ed io devo fotografarlo per me, per la testata e per i posteri. È così calmo e tranquillo che trasmette anche a me questa sensazione, per un po’ sembra che quello non è il suo posto, ma è tutta un’impressione, è un’artista maturo che sa il fatto suo, ed è anche un tipo divertente, ho realmente riso alle sue battute e ai suoi aneddoti di vita vissuta divisa fra la politica, l’amore dei suoi genitori per De Gregori, le nonne e la tv.

Quando parla della sua esposizione lo fa con un’enfasi tale che coinvolge tutti in sala, me per prima. La Fondazione Prada in collaborazione con Teche Rai hanno contribuito a realizzarla, Cristiana Perrella l’ha supportata curatorialmente, M/M (Paris) – Mathias Augustyniak e Michael Amzalag –  ne hanno ideato il percorso espositivo, Massimo Bernardini e Marco Senaldi sono stati la sua consulenza scientifica. Il catalogo che accompagna la mostra è in bilingue, è un libro di studio, di saggi scritti e di parole.

In un attimo si abbassano le luci, e parte una sorta di teaser, un incrocio di spezzoni di film, canzoni, salotti, balletti e quant’altro che ti proiettano istantaneamente agli anni ’70, in un tumulto di commozioni nostalgiche, nel ricordo di ciò che è stata la Rai per molti di noi italiani.

Perchè diciamo la verità, siamo tutti cresciuti con Mamma Rai. Uno dei miei primi ricordi televisivi lo associo alle serate dedicate ai bambini il sabato sera con “al cinema in famiglia” su Rai1. I miei genitori mi permettevano di andare a letto alle 22.30 anziché alle 20.20 come tutti gli altri giorni (i venti minuti dopo le 20 erano concessi per poter guardare i Puffi nelle altre reti). Insomma, alle 22.31 io e mia sorella dovevamo già correre sotto le coperte ma a noi poco importava, andavamo felici e soddisfatte perché avevano appena trasmesso un cartone animato della Disney!

Ecco, immaginate questo entusiasmo fanciullesco e proiettatelo nella visione dell’insieme di quello che è stato per Vezzoli realizzare montaggi video, installazioni e sculture riguardanti programmi tv all’avanguardia come quelli degli anni ’70, opere suddivise negli spazi della galleria Nord, del Podium e della galleria Sud distinte in tre sezioni, fra arte, politica e intrattenimento.

Io ho vissuto perennemente scisso. Mi ricordo di una lite drammatica sulle scale della casa della nonna dove i miei genitori avevano comprato i biglietti del concerto di Dalla e De Gregori, fu una tournée memorabile, e io volevo rimanere a casa a vedere il Festival di Sanremo. Mia madre mi disse «ti meriterai il Festival di Sanremo tutta la vita!». Io sono cresciuto in questa scissione, quindi questa mostra è un tentativo per me molto urgente, direi psicanalitico, di trovare un compromesso storico, e credo di averlo trovato. La Rai di quegli anni era molto più exciting di quanto tutti avessero capito”.

Samuela Nisi