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09 Febbraio 2024   •   Snap Italy

Torri e Campanili: ecco l’Italia vista dall’alto

«Sono molte le torri presenti in Italia, ecco una interessante lista degli edifici, palazzi, campanili. Alcuni di questi sfidano anche le leggi della fisica con la loro inclinazione.»

La città con la torre pendente”. Quante volte è capitato di imbattersi in questa definizione fra le pieghe di un cruciverba. Quando le caselle da riempire sono quattro, la soluzione è dietro l’angolo: Pisa. Ma le varianti sul numero di lettere che formano la risposta sono parecchie. Nell’immaginario comune di ogni italiano, e non solo, la Torre di Pisa è la torre pendente, l’edificio storto, per eccellenza.  Proprio da qui iniziamo il nostro viaggio tra le torri, dalla Torre di Pisa, è il campanile della cattedrale di Santa Maria Assunta, situata nella celebre Piazza del Duomo di cui è il monumento più famoso per via della caratteristica pendenza, simbolo della città e anche uno dei simboli d’Italia.

Torri italiane: Pisa e il suo valore simbolico

Si tratta di un campanile alto circa 56 metri fuori terra, costruito tra il dodicesimo e il quattordicesimo secolo. La sua pendenza è dovuta a un cedimento del terreno sottostante verificatosi già nelle prime fasi della costruzione. L’inclinazione dell’edificio misura 4,8° rispetto all’asse verticale. La torre è gestita dall’Opera della Primaziale Pisana, ente che gestisce tutti i monumenti della piazza del Duomo di Pisa. È stata proposta come una delle sette meraviglie del mondo moderno ed è la protagonista di molti aforismi come quello dello scrittore Gianni Rodari: “gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio la Torre di Pisa.”

L’edificio sorge in realtà in uno dei punti più in vista della piazza, alla sua sinistra passava, in origine, la strada che ripercorreva la via Emilia e che, continuando verso l’abside del Duomo, ne fiancheggiava il lato settentrionale, per proseguire al di là delle mura, attraverso la cosiddetta Porta de Leone. Inoltre, la contiguità con la zona absidale del Duomo, instaurava un vero e proprio dialogo tra i due edifici: ne sono segni evidenti, nella decorazione scultorea del piano terra, di motivi ed elementi presenti nella chiesa, o la stessa forma circolare dell’edificio, che sembra dialogare con le curve delle due absidi. L’altezza elevata, ne faceva assumere anche la funzione di vero e proprio fulcro visivo: con la sua mole slanciata, il campanile risultava in realtà ben visibile da ogni parte della piazza e, probabilmente, anche dal fiume Arno, assumendo in tal modo sia la funzione di collegamento tra la città e la piazza, ubicata in una zona decentrata del nucleo urbano, sia la funzione di faro, punto di riferimento e vedetta e, infine, di simbolo autorevole dell’orgoglio civico e religioso della comunità cittadina.

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Torre del Campanile di San Marco

A Venezia, uno dei simboli più importanti della città è il Campanile di San Marco, i veneziani lo chiamano “El paron de casa”, il padrone di casa. Assieme all’omonima basilica e all’omonima piazza sottostante, da cui prende il nome, è il principale monumento di Venezia e uno dei simboli d’Italia. È uno dei campanili più alti d’Italia, si trova in un angolo di piazza San Marco di fronte alla basilica, di forma piramidale, sulla cui sommità, montata su una piattaforma rotante per funzionare come segnavento, è posta la statua dorata dell’arcangelo Gabriele, le cui ali girevoli indicano su quale direzione soffia il vento a quella quota. La costruzione su cui poi è stato eretto il campanile aveva in origine funzione di torre di avvistamento e di faro e venne iniziata nel IX secolo con Pietro Tribuno su fondazioni, secondo una discussa ipotesi, di origine romana; nel 1609 Galileo Galilei ha utilizzato il campanile per fare una dimostrazione del suo cannocchiale. Nei secoli vennero fatti numerosi interventi, spesso per riparare i danni causati dai fulmini, infatti a causa dell’altezza della struttura e delle strutture in ferro che la rinforzavano, il campanile era diventato un parafulmine naturale. Numerose furono le scariche atmosferiche che lo colpirono nei secoli, incendiandolo, facendogli cadere la cima o provocando squarci nella struttura, come il crollo del 1902, senza provocare nessuna vittima, tranne il danneggiamento della statua dell’Arcangelo Gabriele, in seguito restaurata da Gioacchino Dorigo, che in quel periodo realizzava oggetti artistici in ferro battuto.

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La Torre degli Asinelli

Tra le torri più famose ricordiamo la Torre degli Asinelli,  una delle due torri di Bologna, simbolo della città, situate all’incrocio tra le antiche strade San Donato, San Vitale, Maggiore, Santo Stefano e Castiglione; la torre è alta 97,20 metri, pende verso ovest per 2,32 metri.

Eretta fra il 1109 e il 1119, anche se non si ha la certezza, pare che la torre debba il proprio nome al nobile Gherardo Asinelli, cavaliere ghibellino, anche se le ipotesi più accreditate vogliono che la torre sia stata eretta in un periodo di contrasti tra il Papato e l’Impero, con esponenti di entrambe le fazioni che sostavano nelle torri. Appare così altrettanto plausibile l’ipotesi che la famiglia degli Asinelli abbia semplicemente preso possesso legale della torre con il placarsi delle ostilità politiche tra guelfi e ghibellini. La storia della torre degli Asinelli è ricca di eventi curiosi, minuziosamente riportati dalle cronache di Bologna del tempo. Nel 1513, infatti, è stata colpita da una palla di cannone di otto libre sparata da porta Maggiore in occasione di alcuni festeggiamenti, che però non riuscì a scalfirne la stabilità; in seguito è stata presa di mira anche da numerosi incendi, i quali sono stati perlopiù innocui provocando solo la distruzione delle scale in legno. Altro simbolo di Bologna è la vicina Torre della Garisenda, simile alla precedente, si differenzia visivamente per la minore altezza di soli 47 metri e il forte strapiombo dovuto ad un precoce e maggiore cedimento del terreno e delle fondamenta. Dante, che la vide ancora integra, la paragona ad Anteo chinato nel XXXI Canto dell’Inferno. A metà del XIV secolo si rese poi necessario l’abbassamento.

Le torri romane

Il nostro viaggio alla scoperta delle torri continua con la Torre delle Milizie, una torre di Roma che si trova dietro i Mercati di Traiano e sopra il Colle Quirinale, risalente al XIII secolo. Il nome forse deriverebbe dalla presenza di un quartiere militare nelle vicinanze, anche se non è stato mai dimostrato. Si tratta della più grande torre nobiliare conservatasi nella città di circa 50 metri di altezza; è stata costruita dall’architetto Marchionne Aretino per la famiglia Conti ed in seguito venduta a papa Bonifacio VIII, che ne fece un fortilizio per la famiglia. Nel 1911 è stata dichiarata monumento nazionale. Secondo una comune leggenda popolare, dalla stessa torre l’imperatore Nerone avrebbe ammirato il grande incendio e, con la sua cetra, avrebbe poi cantato i versi dell’Eneide. Un’altra leggenda vuole che la torre sia l’occhio sulla città di un immenso palazzo sotterraneo di Augusto: un giorno, risvegliatosi dall’aldilà, salirà sulla torre per ammirare la città.

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La Torre Saracena

Tra le torri è sicuramente meno conosciuta la Torre Saracena, una delle antiche torri di avvistamento cinquecentesche che sorgono sul litorale della Costa Viola a Palmi. Costruita nel 1565, anticamente era denominata Torre di Pietrenere o de “Le Pietre Negre”, dal nome della marina sottostante, per distinguerla dall’altra torre d’avvistamento di Palmi, Torre di San Francesco, attualmente scomparsa. La torre dall’11 settembre 2011 fa parte del complesso del Parco archeologico dei Tauriani “Antonio De Salvo”, i materiali usati per realizzarla sono pietre naturali e mattoni, l’unica finestra della torre è collocata dalla parte che guarda verso l’interno, lasciando la parte rivolta verso il mare senza aperture, in modo che le navi nemiche non potessero avvistare l’eventuale luce.

Argia Renda