Lavorare a teatro: SAE Institute forma i professionisti del sipario
«Dietro le quinte del teatro: così SAE Institute forma i giovani professionisti del sipario. Ecco come iniziare a lavorare nel mondo del teatro.»
Tra il proliferare di festival musicali nazionali e internazionali e le rassegne di cinema che animano ormai tutte le più importanti città europee, il teatro rimane ancora una delle realtà più affascinanti del panorama culturale mondiale. Aspettare che si apra il sipario rosso e vivere assieme agli attori in scena la magia della recitazione dal vivo, in cui cast e pubblico condividono lo stesso momento, è una delle forme di intrattenimento tra le più appassionanti ed emotivamente coinvolgenti, tanto che l’Istituto Internazionale del Teatro ha scelto di celebrare, dal 27 marzo 1962, la Giornata Mondiale del Teatro: da allora, ogni anno in questa data, si rende omaggio al palcoscenico attraverso un messaggio affidato a una personalità della cultura mondiale – tra cui Helen Mirren, Dario Fo, John Malkovich, solo per citarne alcuni – per riflettere sul valore della libertà d’espressione e dello scambio culturale tra i popoli. Vuoi per l’ampia varietà delle tematiche proposte, vuoi per la tendenza alla sperimentazione e all’introduzione di nuove tecnologie che lasciano intravedere prospettive professionali interessanti e sfidanti per chi decide di lavorare a teatro, quest’ultimo continua ad essere la forma d’intrattenimento prediletta da un pubblico di età compresa tra i 45 e i 65 anni, negli ultimi tempi sta cominciando a incuriosire sempre di più le nuove leve, complici anche le scuole e l’educazione teatrale.
A porsi come una delle realtà in grado di fornire ai giovani un’adeguata e completa formazione nel settore – sia per la parte più tecnica, scenografie, effetti sonori e luci, che per quella manageriale, direzione artistica, management, produzione – è il SAE Institute, accademia per la formazione nelle arti creative, da oltre 25 anni a Milano e con altri 29 Campus in Europa, con una panoramica sulle professioni e i corsi da tenere in considerazione.
Le professioni tecniche, dal sound designer al microfonista
Drammi, musical, commedie e monologhi dal vivo sono il frutto di una serie di azioni da mettere a punto non solo nella fase precedente alla messa in scena, ma anche nel durante: la buona riuscita di uno spettacolo, infatti, non dipende solo dalle performance degli attori o dalla regia, ma anche da tutto il lavoro svolto dallo staff tecnico, che lavora dietro le quinte e monitora la qualità del suono, il funzionamento dei microfoni e i cambi di scena. Tra le professioni più richieste, infatti, troviamo il Sound Designer, il professionista responsabile dell’ideazione e della creazione del disegno sonoro dello spettacolo, che comprende sia eventuali effetti sonori pre-registrati, che tutte le parti musicali, cantate e recitate dal vivo. Con questa figura lavora il Sound Engineer, che cura la diffusione di tutti i contenuti audio, pre-registrati e live, e il Microfonista ed RF Manager, il tecnico responsabile della microfonazione degli attori e della gestione delle radio-frequenze degli stessi sistemi. Sia per questioni estetiche che di mobilità degli attori, infatti, è indispensabile che i microfoni siano meno visibili e invasivi possibile e la responsabilità di questo è del microfonista.
A queste figure si aggiunge infine il Direttore Tecnico, che coordina e supervisiona tutto l’allestimento e la realizzazione tecnica dell’evento, dalle fasi di pre-produzione all’apertura del sipario. Per la formazione in questi settori, SAE Institute propone il corso in Produzione Audio, della durata di 3 anni, con rilascio di un Diploma Accademico di Primo Livello, e il corso di Produzione cine-televisiva e nuovi media, sempre della durata di 3 anni e con Diploma Accademico di Primo Livello.
«I nostri studenti intraprendono specifici percorsi formativi più o meno certi di sapere chi vorranno essere da grandi, e in quali settori lavorare – afferma Francesco De Giorgio, Presidente dell’Accademia SAE Institute – Eppure, mentre apprendono, fanno esperienza e interagiscono con gli insegnanti, si rendono conto di quante prospettive in più abbiano rispetto a quelle che avevano inizialmente considerato: se partono con l’idea di voler lavorare per forza nell’ambito concerti, ad esempio, spesso capiscono che anche una realtà come il teatro può essere ugualmente affascinante. Per questo ci piace l’idea di offrire loro la possibilità di sostenere anche prove d’esame pratiche, veri progetti, affinché possano sperimentare anche ruoli e settori adiacenti a quelli di loro interesse. Ad esempio, proprio nel mese di marzo, gli studenti do Produzione Audio, per l’esame di Installazioni Multimediali, realizzeranno un set up per il live broadcasting nella cornice di Campo Teatrale a Milano della durata di 30/45 minuti gestendo, tra le altre cose, una band live e collegamenti dall’esterno. Il risultato sarà simile ad un David Letterman Show, ma radiofonico. Per lo stesso esame altri studenti dello stesso corso realizzeranno invece un concerto di musica elettronica sperimentale presso l’Auditorium San Fedele di Milano»
Le professioni creative: attore, regista e direttore musicale
Nel momento in cui si apre il sipario, il pubblico entra finalmente nel vivo dello spettacolo facendo la conoscenza, in maniera più o meno diretta, di tutte le figure creative di una produzione teatrale. Oltre a coloro che si dedicano dell’allestimento di uno spettacolo dal punto di vista tecnico, infatti, esistono una serie di professionisti che si occupano della parte artistica, ciò che il pubblico vedrà finalmente rappresentato sul palcoscenico. Tra questi, spiccano gli attori, coloro che mostrano nei fatti il risultato di ciò che si è costruito in mesi di lavoro, attraverso il corpo, la voce, l’interazione – tra loro, ma anche col pubblico – e l’uso dello spazio. A guidare il lavoro di un attore vi è il regista, deus ex machina dell’intero show e responsabile di tutte le scelte artistiche – dal testo drammaturgico al cast, dallo stile della rappresentazione ai costumi. Lavora a stretto contatto con lui il direttore musicale, la figura che si occupa dell’intero allestimento della musica, dalla fase di pre-produzione alla messa in scena. A lui spetta la scelta delle partiture musicali e il loro inserimento nello spettacolo, nonché il coordinamento dell’ orchestra e dei cori. Per lavorare in ambito creativo, STM propone il Corso Triennale Attori, utile al conseguimento del Diploma Accademico di I livello in Recitazione, il Master di I livello in Regia del Musical e il Master di I livello in Direzione Musicale.
«La Scuola del Teatro Musicale, istituzione AFAM autorizzata dal Ministero dell’Università e della Ricerca, forma attori e registi professionisti capaci di esprimersi nelle diverse specificità del teatro musicale. I nostri diplomati iniziano a lavorare a teatro ma non solo, immergendosi anche nel mondo cinematografico, del doppiaggio e della produzione multimediale – afferma Marco Iacomelli, direttore di STM – La virtuosa collaborazione con SAE Institute mette in sinergia i nostri Corsi di Diploma Accademico, offrendo agli studenti attività condivise che arricchiscono le loro esperienze di confronto in ambito creativo e professionale e le loro capacità relazionali. Nel mercato dello spettacolo, in costante ricerca di figure professionali sempre più competitive e versatili, le competenze richieste devono sempre essere aggiornate agli standard tecnologici più innovativi; per questa ragione, in tutte le produzioni STM, la posizione di sound designer è affidata a Donato Pepe, alumnus SAE»”.
«Studiare al SAE Institute mi ha dato l’opportunità di acquisire e consolidare, a livello teorico e pratico, quei concetti fondamentali necessari per lavorare a teatro e svolgere al meglio la professione di sound designer – afferma Donato Pepe, alumnus SAE e sound designer presso la Scuola del Teatro Musicale (STM) – L’incontro con la Scuola del Teatro Musicale è stato determinante e, grazie al percorso teatrale iniziato con loro, mi sono avvicinato al mondo professionale che lavora dietro le quinte e ho avuto modo, non solo di applicare al meglio le conoscenze e le competenze che avevo appreso, ma di ampliarle grazie al lavoro di ricerca e sperimentazione che le produzioni STM perseguono».