FestiWall
22 Settembre 2017   •   Carolina Attanasio

FestiWall, il lato siculo della street art internazionale

«Tre candeline per FestiWall, che torna a parlarci di arte pubblica dall’ombelico della Sicilia, la splendida Ragusa»

Focus sul territorio e azioni artistiche mirate, queste le chiavi del successo di FestiWall (sito ufficiale), il festival d’arte pubblica più a sud d’Europa, che torna ad animare il centro storico di Ragusa per la sua terza edizione, in programma dal 24 al 30 settembre.

Oltre a essere un ottimo pretesto per giocarvi un ultimo weekend pensando che sia ancora estate (e in Sicilia, probabilmente, lo è), FestiWall è soprattutto l’occasione per scoprire le meraviglie di Ragusa sotto il punto di vista inedito della street art, un grande cantiere a cielo aperto, 5 muri per 5 artisti che lavoreranno per rivitalizzare il centro cittadino.

GUE (Italia), Marat Morik (Russia), Guido Van Helten (Austria), Sebas Velasco (Spagna) e Zoerism (Francia), lavoreranno tra iperrealismi, astrattismi, elementi grafici, figurativi, accumunati dalla sperimentazione artistica e dal forte legame col contesto in cui andranno a operare. L’appuntamento col festival è stato anticipato lo scorso 5 agosto a Marina di Ragusa da uno degli artisti, lo spagnolo Dulk, definito una delle figure più visionarie della street art internazionale, che ha realizzato il murale Lost & Found, un’opera che mette in luce i tragici effetti della corruzione ambientale.

Le opere di questa edizione vanno ad aggiungersi alle altre 10, permanenti, lasciate dagli artisti delle scorse edizioni alla comunità, simbolo di rigenerazione urbana e motore attivo di riflessione sul territorio. I primi due anni di FestiWall si sono concentrati sulle aree di costruzione più recente, sia in centro che nella zona popolare del quartiere selvaggio, questa edizione, invece, sposta il focus sul tema caldo dello spopolamento del centro storico e le conseguenti ricadute sull’area urbana. La zona del centro è attualmente quasi disabitata, eccezion fatta per alcuni abitati che, per la scarsa qualità delle strutture e i prezzi d’affitto bassi, hanno determinato un ripopolamento fatto di famiglie poco abbienti o migranti, dando vita a una ghettizzazione su cui Festiwall vuole catalizzare l’attenzione.

Vincenzo Cascone e Antonio Sortino, ideatori e curatori del progetto tramite l’Associazione Culturale Pandora, chiariscono così l’intento di FestiWall: «la collocazione delle opere d’arte all’interno del tessuto urbano del centro storico vuole stimolare il dialogo e il confronto di tutti i residenti, senza alcuna distinzione di sorta, per favorire la rinascita di questo importante quartiere della città».

L’indipendenza del progetto di FestiWall ha come intento principe quello di innescare una rete di relazioni con i partner attivi sul territorio che vada oltre le giornate di festival, che permanga trecentosessantacinque giorni l’anno, implementando e qualificando l’offerta culturale del territorio in concomitanza con l’analisi delle dinamiche urbane. Questo fa di FestiWall un panda della scena artistica italiana e contribuisce a rendere Ragusa un polo d’attrazione per la street art, definendo un nuovo target turistico. A testimonianza della volontà di riappropriarsi dei luoghi, la terza edizione avrà come centro di gravità il City, struttura abbandonata che in origine doveva essere luogo di aggregazione sociale. Qui saranno ospitati tutti gli eventi della manifestazione, che per inciso – oltre all’opera degli artisti principali – prevede una serie di eventi collaterali, come la mostra site-specific di Geometric Bang, il workshop di Letterpress, i documentari su Street Art, Public Art e Graffiti, le performance e la talk con Giuseppe Stagnitta di Emergenze Festival, Andrea Bartoli di FARM Cultural Park e la presentazione del libro La street art in Sicilia, in compagnia degli autori Marco Mondino, Luisa Tuttolomondo e Mauro Filippi.

La festa di chiusura vedrà la collaborazione con Ortigia Sound System Festival, (sito ufficiale) a testimonianza della volontà di creare rete non solo col territorio, ma anche con le realtà che lo popolano per dare nuova vita alla sicula bellezza.

Rivivere il territorio, rivalutarlo, riscoprirlo sotto una luce diversa, riqualificarlo dando nuova vita a strutture abbandonate, centri storici in rovina, prendendosi cura della terra cui si appartiene. FestiWall è il primo di alcuni esempi di come si possano amare le proprie radici e coltivarle col sudore e la buona volontà, perché ogni territorio può rinascere sotto la spinta creativa dell’innovazione, ogni bellezza può conoscere nuove forme di meraviglia, ogni progetto può fare rete e innescare processi duraturi di attività valide sui luoghi, sì, ma anche sulle persone.

Carolina Attanasio