Elsa Schiaparelli
26 Gennaio 2021   •   Raffaella Celentano

Elsa Schiaparelli: l’italiana rivale di Chanel che ha unito arte e moda

«Se la Francia ha avuto Chanel, l’Italia è la patria di un’altra celebre couturier che ha fatto la storia della moda: Elsa Schiaparelli»

Ironica, eccentrica e stravagante. Così viene ricordata Elsa Schiaparelli, la couturier italiana “antagonista” di Coco Chanel che ha cambiato per sempre le regole della moda italiana e internazionale. L’italianissima “Schiap” (questo era il suo soprannome) si circondò di artisti e intellettuali, arricchendo il suo già importante bagaglio culturale, e scelse poi di sperimentare un nuovo tipo di moda in Francia, per la precisione a Parigi, che divenne la patria della sua maison.

Le origini di Elsa Schiaparelli

Elsa Luisa Maria Schiaparelli nacque nel 1890 a Palazzo Corsini a Roma in una famiglia aristocratica. La madre, Giuseppa Maria de Dominicis, proveniva da una famiglia napoletana, il padre Celestino Schiaparelli da una famiglia di intellettuali piemontesi; nel 1875 era diventato professore di lingua e letteratura araba all’Università di Roma e fu il primo bibliotecario dell’Accademia dei Lincei. Inoltre, suo zio era il famoso astronomo Giovanni Schiaparelli e suo cugino l’egittologo e senatore Ernesto Schiaparelli. Sin da giovanissima si distinse per il suo carattere eccentrico e per la sua natura irrequieta, uniti ad una buona dose di fascino. Tutte caratteristiche che la rendevano molto ben voluta dai suoi amici e conoscenti, ma al contempo preoccupavano la famiglia.

Elsa si dedicò agli studi di filosofia e sognava di diventare poetessa. Nel 1911, con l’aiuto dell’editore Riccardo Quintieri, pubblicò la raccolta di poesie Arethusa con l’editore Società tipografica La Gutenberg. La famiglia, tuttavia, era ostile alle sue aspirazioni poetiche e la raccolta fu considerata inopportuna. Perciò venne mandata in un convento della Svizzera tedesca. Dopo un’esperienza a Londra e un matrimonio finito in divorzio, Elsa conobbe e cominciò a frequentare gli artisti dell’avanguardia dadaista, da Francis Picabia a Man Ray e Marcel Duchamp, e decise di tornare a Parigi dove ebbe modo di avvicinarsi per la prima volta al mondo della moda.

Elsa Schiaparelli

Una nuova moda

Proprio nella capitale francese ebbe l’opportunità di conoscere Paul Poiret, di cui poi divenne allieva. In seguito cominciò a vendere le sue creazioni a piccole case di moda e nel 1925 divenne per breve tempo la stilista di una di esse, la Maison Lambal. Due anni dopo si dedicò alle sue personali creazioni, realizzando pullover neri decorati con disegni bianchi trompe-l’œil: il suo lavoro fu ben accolto e suscitò l’interesse dei magazzini Strauss, negli Stati Uniti. A causa della gran richiesta, nel 1928 trasferì l’attività in rue de la Paix chiamandola Schiaparelli – Pour le sport. Tra i primi lavori con questa firma vi sono maglioni tatuaggio, pullover con riproduzioni delle ossa umane, costumi da bagno in jersey e accessori. Questi si trovano anche nella collezione N°1, realizzata in maglieria di lana, cotone e filato di organza: coniugando l’alta moda e i capi sportivi, includeva pullover, top, pigiami, costumi da bagno e accessori per la spiaggia.

Nel 1929 realizzò prodotti innovativi dal punto di vista dei tagli, ad esempio quelli aerodinamici, e dei materiali, con la creazione di borse di metallo e gli abbinamenti della lana con seta, gomma o pelle. Ancora, nel 1932 la maison prese il nome di Schiaparelli – Pour le sport, pour la ville, pour le soire poco più tardi si spostò al numero 21 di place Vendôme, nell’hotel de Fontpertuis. La Schiaparelli divenne ben presto una delle stiliste più apprezzate al mondo: le presentazioni delle sue collezioni non erano semplici sfilate, ma simili a veri e propri spettacoli, con trucchi, musica ed effetti di luce, e attirarono gli spettatori al pari del teatro. Inoltre, tra le clienti della sua boutique c’erano le più famose ed eleganti donne dell’epoca: Wallis Simpson, Marlene Dietrich, Katharine Hepburn, Greta Garbo, Lauren Bacall, Gala Dalí, Nusch Eluard, Vivien Leigh, Ginger Rogers, Juliette Gréco e Mae West.

La moda e l’arte

L’incontro con i più grandi artisti dell’epoca ebbe un notevole impatto su Elsa Schiaparelli, sia dal punto di vista personale che da quello lavorativo. Collaborò a lungo con artisti dell’avanguardia surrealista e di quella cubista, e le sue creazioni stravaganti e originali erano legate anche al mondo dell’arte. Molte furono le opere di Schiaparelli ispirati al surrealismo, sin dall’inizio della carriera, anche senza tener conto delle collaborazioni; alcune erano omaggi agli artisti e altre del tutto originali. Il suo lavoro si basava anche sui temi più disparati come quello della maschera, dell’artificio e del gioco, ed era frutto di ricerca e sperimentazione nei colori, nei materiali e nei disegni. Benché mai del tutto dipendente dalle tecnologie, sfruttò anche le innovazioni nei tessuti.

Elsa Schiaparelli fu anche l’ideatrice del colore rosa shocking, forse derivato da un colore usato nella pittura di Christian Bérard. Lanciato nel 1937 insieme al profumo Shocking!, lo usò in diverse collezioni e divenne il suo vero e proprio marchio di fabbrica. Altra importante rivoluzione fu quella del prêt à porter. Elsa Schiaparelli, infatti, intuì che la chiave di svolta della moda dell’epoca sarebbe stato l’abito pronto per la vendita, prodotto secondo misure standard e attraverso lavorazioni in serie: il prêt à porter.

La rivalità con Coco Chanel

Se Coco Chanel rappresentava il rigore, la semplicità, l’austerità, Elsa Schiaparelli era l’esuberanza, il colore, l’irriverenza. Le due stiliste condividevano la necessità di abbandonare le convenzioni e le costrizioni nell’abbigliamento a cui era rilegata la donna. Ma, al contrario di Chanel, la “Schiap” non optò per alcun taglio lineare e rigoroso. Anzi, la sua moda vestiva le donne in maniera colorata e sportiva, con cerniere (le prime a vista sugli abiti!) e applicazioni fantasiose, zeppe e turbanti. Entrambe non sapevano cucire né disegnare. Ma ai piccoli tailleur a spalle strette fedelissimi allo stile Chanel, Elsa rispondeva con linee scolpite, spalle ampie per enfatizzare il punto vita e cappelli che misero il minimalismo fuori moda.

Una rivalità che ha infiammato il fashion system nel corso del XX secolo e che i libri di storia della moda ancora riportano come uno degli antagonismi più interessanti di sempre. Sì, perché le due acerrime nemiche hanno saputo dare alle donne dell’epoca la possibilità di liberarsi dalle convenzioni, ma l0 hanno fatto in due modi completamente diversi, con due stili diametralmente opposti, eppure uniti dalla stessa voglia di cambiamento e rivoluzione.

Raffaella Celentano