Vanessa Ferrari
22 Agosto 2017   •   Snap Italy

Vanessa Ferrari: la “farfalla di Orzinuovi” sogna Tokyo 2020

«La ginnastica è uno sport che merita sicuramente più attenzione; sogno un’Italia che apprezzi tutti i sacrifici fatti dalle atlete, fin dalla giovane età, per poter indossare la maglia azzurra.» – Vanessa Ferrari

Questa settimana ospite della nostra rubrica di sport è la ginnasta italiana che per prima ha conquistato una medaglia d’oro ai Campionati mondiali di ginnastica artistica nel 2006, a soli 16 anni. Stiamo parlando di Vanessa Ferrari (FB), anche detta la farfalla di Orzinuovi. La sua è una storia unica, che ad oggi le permette di vantare indubbiamente il ruolo di ginnasta italiana più sensazionale del momento, grazie alla quale la ginnastica artistica italiana stessa ha fatto un grande salto di qualità. La sua tenacia, associata alla sua bravura le hanno permesso di ottenere a soli 17 anni riconoscimenti importanti: è stata nominata Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e ha ricevuto il Collare d’oro al merito sportivo dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Vanessa Ferrari è senza dubbio un orgoglio italiano.

La sua fama è legata anche al fatto di essere stata la prima ginnasta italiana ad eseguire lo Tsukahara avvitato “Silivas”, un doppio salto indietro raccolto con doppio avvitamento. Le vittorie sportive sono state tantissime: ha partecipato a tre edizioni dei giochi olimpici, ora sogna la quarta, e a numerose edizioni dei campionati mondiali ed europei di ginnastica. Il bagaglio di medaglie che Vanessa Ferrari si porta dietro non è da tutti, ha collezionato 5 medaglie mondiali e 10 europee. A livello nazionale detiene 22 titoli (7 nel concorso generale) ai campionati assoluti, di cui il primo vinto nel 2004 e 11 scudetti vinti con la squadra Brixia Brescia nel Campionato di Serie A1. Numeri da capogiro che dimostrano come l’amore per lo sport e la capacità di dare il massimo, siano ingredienti fondamentali per diventare un punto di riferimento nel mondo agonistico.

Lasciamo la parola a Vanessa Ferrari, che si è raccontata rispondendo alle nostre domande.

Vanessa Ferrari

 

Vanessa, cos’è per te lo sport?
Per me lo sport è sempre stato, fin da bambina, la base sulla quale ho successivamente costruito la mia vita. Ad oggi non potrei immaginare la mia vita senza sport.

Raccontaci il tuo ingresso nel mondo della ginnastica artistica.
Il mio ingresso nel mondo della ginnastica avvenne, all’incirca, all’età di 6 anni e mezzo. Un giorno come un altro vidi in tv una ginnasta mentre eseguiva un esercizio alla trave; non sapevo né che gara fosse né chi fosse la ginnasta in questione, so solamente che rimasi incantata e chiesi immediatamente a mia madre di portarmi a fare ginnastica artistica.

Quali sacrifici ha dovuto affrontare Vanessa Ferrari per dedicarsi completamente a questo sport?
Sicuramente i sacrifici sono stati veramente tantissimi; ho dovuto rinunciare a tutto ciò che fa parte dell’infanzia e dell’adolescenza. La mia giornata è sempre stata composta da allenamenti da mattina a tardo pomeriggio e scuola alla sera. Inoltre ho sempre dovuto sostenere un regime alimentare ferreo.

 

Vanessa Ferrari

Adesso, che sei la ginnasta italiana più forte di sempre, pensi ne sia valsa la pena? O cambieresti qualcosa nel tuo percorso?
Penso che ne sia valsa la pena dal punto di vista personale, nel senso che sono soddisfatta dei miei risultati. Purtroppo il mio sport non mi permette, una volta terminata la carriera, di vivere di rendita, come accade in altri sport. Il più grande “flagello” della mia carriera sono gli infortuni che, ad oggi, sono veramente molti e penso che questi mi abbiano privato di tantissime altre soddisfazioni.

Come si allena Vanessa Ferrari?
I miei allenamenti ora sono gestiti in modo da non sovraccaricare i tendini, dal momento che sono stata operata lo scorso Settembre e sono in fase di riabilitazione, in attesa di riprendere una condizione ottimale per poter dire ancora la mia.

A livello alimentare, segui una dieta particolare?
Diciamo che non seguo una dieta particolare, ma sto molto attenta a ciò che mangio; seguo un regime alimentare salutare, dovendo stare molto attenta al peso.

Sei stata la prima ginnasta italiana a conquistare una medaglia d’oro ai campionati mondiale di ginnastica artistica nel 2006. Cosa vuol dire portarsi dietro un titolo del genere?
È un titolo che nessuno mi toglierà mai, il mio nome rimarrà per sempre scritto nella storia dello sport italiano, ed è la cosa più bella che un atleta possa chiedere.  

Quali sono stati gli infortuni più importanti della tua carriera? 
Gli infortuni sono da sempre il mio peggior nemico, ad oggi sono veramente molti. Ho subito un’operazione alla mano destra, nella quale ho ancora inserite delle placche, ho operato entrambi i tendini d’Achille, ho subito una frattura di un piede e da non molto ho scoperto che la mai spalla sarebbe da operare, ma un’altra operazione significherebbe stare fermi nuovamente e non posso permettermelo. Questi sono solamente gli infortuni maggiori, che poi si sommano ad una serie infinita di altri problemi minori, che però incidono a loro volta.

Vanessa Ferrari ha già tre giochi olimpici alle spalle. Tokyo 2020 sarà il quarto?
Se il recuperò sarà ottimale e sarò in grado di giocarmi un titolo alle prossime Olimpiadi, allora vorrò partecipare. Se però non sarò in condizione, non voglio passare nuovamente ciò che ho già vissuto a Pechino e a Rio: gareggiare con problemi fisici è una cosa che non auguro a nessuno.

Tra i tuoi soprannomi c’è quello di “la cannibale”. Sai spiegarcelo?
Diciamo che preferisco quando mi soprannominano “la farfalla”, però “la cannibale”, anche se suona brutto, deriva da una mia caratteristica: non mi accontento mai dei risultati e voglio sempre di più. Il soprannome nacque ai Giochi del Mediterraneo di Almeria del 2005, dove per la ginnastica c’erano 6 medaglie in palio e io vinsi 5 ori ed un argento, ma non accettavo il fatto di essermi fatta scappare l’ultimo oro.

Hai pubblicato la tua autobiografia, intitolata “Effetto farfalla”. Perché questa scelta?
Inizialmente la mia idea era quella di pubblicare un libro una volta ultimata la mia carriera, però ricevetti una proposta da Mondadori e allora decisi di portare avanti il progetto, ma solo se a scriverla fosse stato il mio amico scrittore Marco Archetti, con il quale mi sentivo a mio agio nel raccontare senza filtri la mia storia. Penso che l’idea del libro sia ottima perché puoi raccontare in maniera dettagliata tutto ciò che vuoi, ed io avevo molto da raccontare.

Cosa pensa Vanessa Ferrari del non riconoscimento dello status di professioniste per le donne nel mondo dello sport?
Io vengo da una disciplina “dilettantistica” anche se in fin dei conti non lo è; ho passato ogni giorno della mia vita in palestra ad allenarmi per poter ottenere risultati e ho dovuto accantonare qualsiasi altra cosa per poterli raggiungere. L’Italia è un paese che investe praticamente tutto nel calcio, ignorando il fatto che vi siano tantissimi altri sport seguiti a livello mondiale.

La Ginnastica è uno sport che merita sicuramente più attenzione e sogno un’ Italia che apprezzi tutti i sacrifici che fanno le atlete, fin dalla giovane età, per poter indossare la maglia azzurra. Nel mio sport non vivo molto la differenza tra maschi e femmine, bensì la differenza tra il mio sport e gli sport erroneamente definiti “maggiori”.

Ultima domanda: alle piccole ginnaste, cosa consiglia Vanessa Ferrari?
Se c’è una cosa che ho imparato è che nessuno ti regala niente, anzi è sicuramente più facile che ti venga tolto ciò che ti spetta, piuttosto che ti venga fatto un “regalo”. Quindi bisogna sicuramente focalizzare al massimo il proprio obiettivo ed essere pronti a sacrificare tutto per poterlo raggiungere.

Foto: https://www.facebook.com/vanessaferrariofficial/

Chiara Rocca