valerio mastandrea
14 Gennaio 2017   •   Snap Italy

Valerio Mastandrea: a teatro con Migliore di Mattia Torre

«Valerio Mastandrea porta in scena la metamorfosi di un uomo che da paranoico, insicuro e debole si tramuta in un essere spietato, che si guadagna la stima e il consenso di chi lo circonda con le cattive maniere.»

Alfredo Beaumont è un uomo qualunque. Uno e nessuno dei centomila impiegati dei call center, il genio che esaudisce i desideri, e la voce che risolve i problemi dei fortunati possessori dell’Emerald Card con efficienza, velocità e precisione. Il suo lavoro è tutto qui, ma Alfredo è uno dei migliori nel suo campo, uno di quelli per cui il lavoro è la vita stessa. Le sue amicizie, i suoi amori proibiti e persino i suoi hobby sono legati alla piccola comunità degli impiegati della sua azienda, al di fuori della quale lo aspetta un’esistenza incolore. In Migliore, l’opera di Mattia Torre, quell’Alfredo Beaumont è interpretato da un fantastico Valerio Mastandrea.

Nel copione della sua vita gli attori sono sempre gli stessi, e ogni giorno fanno la loro comparsa sulla scena sempre nello stesso ordine. Prima gli operatori della nettezza urbana che gli fanno da sveglia, poi i condomini che lo salutano sulle scale, e infine l’avvenente figlia del capo che gli lancia sguardi ammiccanti per convincerlo a svolgere le commissioni più svariate. Alfredo non dice ma di no a nessuno, né si ribella per le ingiustizie ricevute, ma si limita a subire in silenzio, convinto che il suo atteggiamento remissivo sia l’unica strada per essere amato da tutti. Un giorno però un terribile incidente sconvolge la sua routine e, da paranoico e insicuro che era, Alfredo si trasforma in una persona diversa, “migliore” secondo alcuni, ma in realtà peggiore. Da questo momento in poi il nostro Valerio Mastandrea / Alfredo Beaumont dismette i panni del remissivo per indossare quelli del cinico, che non tollera più alcun sopruso, risponde alle offese con violenza e prende ciò che vuole con la forza, ma è proprio adesso che la società gli apre tutte le porte.

Migliore di Mattia Torre è la storia tragicomica dell’uomo moderno, ingabbiato in una società troppo indaffarata per accorgersi della sua esistenza fino a che scorre silenziosa nel rispetto verso gli altri, che si accorge di lui solo quando alza la voce ed esplode con tutta la brutalità di cui è capace. E a raccontare questa storia è un solo uomo su un palcoscenico svuotato dell’inutile, ridotto all’essenziale. La presenza scenica di Valerio Mastandrea speciale, al solito delizioso tanto al cinema quanto in teatro, riempie lo spazio, con le sue mille voci, con i suoi mille personaggi ridotti a uno, unico portavoce del malessere universale. Un ruolo complesso, sfaccettato, quello di Mastandrea, che veicola le emozioni di tutti nel corpo afflitto di Alfredo Beaumont, schiacciato dal peso del mondo, ma deciso a rialzarsi, a costo di vendere l’anima al diavolo.

Lo spettacolo, in scena al Teatro Ambra Jovinelli di Roma dal 5 al 22 gennaio, è crudele ogni oltre immaginazione, ma allo stesso tempo disarmante per la straordinaria capacità di Mattia Torre di estrapolare gli aspetti più tragici della vita da una realtà che conosciamo a memoria, ma a cui non prestiamo l’attenzione che merita. Tutte le persone che sfioriamo senza accorgercene mentre siamo assorbiti dai nostri piccoli rituali quotidiani sono Alfredo Beaumont, il nostro vicino, il nostro collega e noi stessi siamo Alfredo Beaumont, ed è per questo che Migliore non è un’epifania ma una triste presa di coscienza, e la scoperta della realtà è talmente brutale da entrare nelle viscere e strozzare il riso in una morsa di amarezza.

Foto copertina: Di Redgeppy [CC BY-SA 3.0], da Wikimedia Commons

Valeria Brucoli