Valeria Ferrari
12 Maggio 2017   •   Snap Italy

Valeria Ferrari, la judoka che ha scoperto se stessa sul tatami

«Il judo è un vero maestro di vita. Aiuta a crescere e a conoscere fino in fondo te stesso, ad avere obiettivi nella vita e a fare di tutto per raggiungerli, nonostante le sofferenze.» – Valeria Ferrari

È nata a Verona e ha 24 anni Valeria Ferrari, judoka delle Fiamme Gialle. La sua è una di quelle storie belle ma poco conosciute, come quelle di ogni altro atleta che, lontano dai riflettori,  dedica con la stessa tenacia tutta la propria vita allo sport. È stata eletta Atleta dell’anno nel 2009 ed è reduce dai recenti Campionati Europei di judo, a Varsavia. Valeria Ferrari,  “vallelata” per gli amici, è una ragazza molto socievole ed estrosa, le piace mettersi in gioco e riconosce al suo sport il ruolo di “maestro di vita”.

Valeria Ferrari

L’abbiamo intervistata per voi. Leggete qui cosa ci ha raccontato.

Quando inizia l’avventura di Valeria Ferrari con il judo?
La mia avventura inizia a 4 anni , quando ho deciso, per conto mio, di voler iniziare a fare questo sport. All’epoca i miei genitori mi portavano in una palestra molto piccola dove si faceva ginnastica per bambini e la maestra che teneva i corsi era una judoka. Penso volessi imitarla.

Che valore aggiunto pensi abbia questo sport rispetto agli altri?
Il judo non è solamente uno sport, è una disciplina con una vera e propria filosofia alla base. Ti insegna l’autocontrollo, il rispetto per te stesso e per l’avversario ma sopratutto ti insegna a rialzarti sempre dopo ogni caduta. Infatti la prima cosa che impari nel judo è a cadere, non a buttare giù l’avversario.

ti insegna a rialzarti sempre dopo ogni caduta

Quando sei entrata a far parte della squadra delle Fiamme Gialle?
Sono entrata a 18 anni. Per contratto siamo costretti a trasferirci a Roma per allenarci, ma fortunatamente la Finanza mi ha lasciato un anno a casa per permettermi di finire la scuola.

Nel judo esistono delle categorie di peso. In quale di queste rientra Valeria Ferrari?
Rientro nella categoria dei 78 kg.

Parlaci un po’ dei tuoi allenamenti: quanto ti alleni? Come?
Gli allenamenti si dividono in mattina e pomeriggio. Alternativamente facciamo judo alle 10 e preparazione fisica alle 16, in media due ore di allenamento. La domenica è di recupero. Poi ci sono delle piccole variazioni: ad esempio quando ci alleniamo in Nazionale, esiste un terzo allenamento alle 7 di mattina.

L’allenamento di judo comprende un aspetto di studio situazionale delle tecniche e delle prese, e poi l’aspetto del Randori, cioè il combattimento vero e proprio. Per quanto riguarda la preparazione fisica per noi è fondamentale avere molta forza perché è uno sport di contatto e quindi facciamo molti pesi ma anche molti circuiti per allenare l’aspetto organico.

E l’alimentazione invece? Valeria Ferrari segue una dieta particolare?
L’alimentazione per un judoka è sempre un tasto delicato. Il nostro è uno sport con categorie di peso e quindi il nostro rapporto con la bilancia è abbastanza conflittuale, soprattutto quando devi fare diete estreme per arrivare al peso. Personalmente a grandi linee seguo una dieta, ma non più stretta di quando ero nella categoria inferiore.

Lo scorso febbraio hai sostenuto i Campionati italiani Assoluti, com’è andata?
I Campionati Assoluti sono sempre una gara che non affronti a cuore leggero. Quest’anno erano un test per la partecipazione all’Europeo. Ho disputato una finale in casa, avendo combattuto e perso da Galeone delle Fiamme Gialle. Diciamo che per la gara sostenuta, posso ritenermi soddisfatta.

Qualche vittoria che è rimasta nel cuore di Valeria Ferrari?
Indimenticabile è l’oro al mondiale Under17 e più recentemente la medaglia che abbiamo ottenuto alla Golden League a squadre in Russia. Emozioni che non scorderò mai!

Valeria Ferrari fa parte del progetto varato dalla Fijlkam “Da Rio 2016 a Tokyo 2020”. In cosa consiste?
Si tratta di un progetto nato nel 2015 da quando l’Italia ha assunto come direzione tecnica il maestro Murakami. Io in realtà sono uscita nel 2016 per motivi personali ma il progetto ha come obiettivo la partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo.

L’allenamento segue il metodo giapponese e premia molto l’Uchikomi (movimento tecnico ripetuto), la lotta a terra e l’inserimento del secondo allenamento di judo alle 7 di mattina, al quale non siamo così abituati.

Valeria Ferrari

Hai da poco partecipato ai Campionati Europei in Polonia, iniziati lo scorso 20 aprile. Che esperienza è stata? 
I Campionati Europei sono stati una vera e propria sfida. La mia gara purtroppo non è classificabile, avendo perso al primo incontro. Ho combattuto contro un atleta di tutto rispetto che nella gara precedente, un mese prima, mi ha rotto il dito della mano e non nego le difficoltà trovate in allenamento in questo periodo. Ma come insegna questo sport si va avanti!

Il Campionato Europeo è da sempre una vera e proprio vetrina a livello generale nel judo, ci si può confrontare con l’élite, con i veri campioni e regala sempre emozioni incredibili salire su quel tatami.  Si respira un’aria elettrica, di tensione mista a energia, è difficile da spiegare.

Pensi che il judo sia una disciplina che possa aiutare a sentirsi più sicuri? Non tanto e non solo verso gli altri, ma anche verso se stessi.
Il judo è un vero maestro di vita. Penso che aiuti tantissimo ad aumentare la fiducia in se stessi, perché è uno sport molto duro. Sul tatami ci sei solo tu e devi dare il massimo per riuscire a uscirne vincitore, a superare le tue insicurezze. E quando riesci a superare le paure e i momenti di sconforto sul tatami, la vita vera l’affronti con un’altra testa, forza e consapevolezza.

Qualche curiosità su Valeria Ferrari, anche detta “Vallelata”?
Allora sono una ragazza molto estrosa, mi piace dipingere, andare in bicicletta e adoro le mucche. Mi piace ridere e scherzare con i miei amici/colleghi, che ormai posso considerare come una seconda famiglia. Il soprannome “Vallelata” invece è stato coniato da mia cugina, per poi allargarsi a mia sorella, al mio allenatore e ho finito per identificarmici a pieno, perchè sono una persona che si prende sempre poco sul serio e amo affrontare la vita con filosofia.

Valeria Ferrari

Cosa pensi del non riconoscimento dello status di professioniste per le donne nel mondo dello sport italiano?
Nonostante siamo nel 2017 lo sport maschile e femminile non sono del tutto paritari. Nel judo donne e uomini hanno uguali stipendi, premi e diritti, ma in sport come il calcio o il rugby, il dislivello è abissale. È un argomento che mi sta molto a cuore, avendo una sorella in Nazionale di rugby e conoscendo molto bene la situazione.
Penso che noi donne non abbiamo nulla di meno rispetto agli uomini e solo perché degli sport vengono categorizzati come maschili, non vuol dire che una donna non possa arrivare ai massimi livelli. Quindi forza alle donne sempre!

Un consiglio di Valeria Ferrari a chi vuole intraprendere questo sport. 
Consiglio di praticare questo sport perché ti aiuta a crescere e a conoscere fino in fondo te stesso, ad avere obiettivi nella vita e a fare di tutto per raggiungerli, nonostante le sofferenze. In più ti aiuta a bruciare tante calorie, a sfogare lo stress, combattendo in maniera controllata e rispettosa, aiuta anche la coordinazione e a fare amicizia. Insomma è uno sport davvero completo.

Chiara Rocca