28 Maggio 2016   •   Snap Italy

Traslochino, la piattaforma che ti aiuta a traslocare

«Traslochino è la piattaforma di sharing economy che mette in contatto persone che devono traslocare con privati che hanno i mezzi per aiutarle, ma a prezzi più economici di quelli aziendali. Un’intervista a Davide De Luca, uno dei soci fondatori di questa startup»

I fuori sede lo sanno bene, un trasloco ci mette poco a trasformarsi in missione impossibile: amici e familiari sono raramente disponibili, non si sa mai a quali aziende rivolgersi, i prezzi sono spesso troppo alti e i tempi più lunghi del dovuto. Ad aprile 2015, due startupper di Roma hanno deciso di risolvere questo problema attraverso le potenzialità della sharing economy, ed è così che sull’onda di piattafome come Uber e AirBnB è nato Traslochino (sito web).

L’obiettivo di questa piattaforma, nata nel percorso InnovAction Lab dell’università Luiss, è quello di mettere in contatto persone che devono traslocare a privati che hanno i mezzi per aiutarli, ma a prezzi più bassi di quelli commerciali. Spesso per i traslochi medio-piccoli ci si rivolge a persone che non sempre possono aiutarci. Su Traslochino è possibile sbrigarsela velocemente ed economicamente, e se si è un lavoratore arrotondare nel tempo libero.

Attiva su Roma ma con l’intenzione di espandersi in tutta Italia dalla fine dell’estate, Traslochino ha avuto un riscontro sul mercato da subito notevole: solo nei primi giorni di attività ha registrato oltre 100 candidati e a un anno di distanza continua a coinvolgere moltissimi ragazzi. «La sharing economy – continuano i giovani startupper – non è solo un’occasione di lavoro, ma un passo in più verso la fiducia nell’altro. Ci piace essere partecipi in questo meccanismo e dimostrare che ci sono nuove possibilità di fare impresa». Il consumo collaborativo in Italia è sempre più popolare e grazie alle sue dinamiche si sta rivoluzionando il rapporto tra persone, prodotti e servizi: mentre lo sviluppo diventa più sostenibile e le reti sociali si allargano, entrano in primo piano nuovi valori, come condivisione, riuso e fiducia reciproca.

Per capire meglio come funziona Traslochino, chi sono le giovani menti che l’hanno ideato e come sta cambiando grazie alla sharing economy il modo di mettersi in contatto tra persone, abbiamo intervistato Davide De Luca, uno dei soci fondatori di questa interessante startup.

Qual è l’idea che ha portato alla nascita di Traslochino?
Traslochino nasce innanzitutto da un’esigenza personale. Il mio coinquilino ha una macchina a sette posti e i nostri amici ci chiedevano spesso aiuto per i loro traslochi. Eravamo i soliti sfruttati per farsi dare una mano con i grandi spostamenti! Così, visto che entrambi lavoriamo nel mondo delle startup, abbiamo deciso di risolvere questo problema, di inventarci qualcosa.

In America ci sono molte piattaforme del nostro tipo, mentre in Italia e in Europa realtà simili ancora non esistono. Così abbiamo deciso di buttarci su questo campo e tirarne fuori una cosa innovativa e utile. Come startup siamo nati nel percorso InnovAction Lab dell’Università Luiss, da lì ha preso vita concretamente la piattaforma. Nessuno di noi era sviluppatore, quindi iniziammo tutto con una semplice pagina Facebook. I primi giorni è stato divertente, ma anche strano: inaspettatamente, le candidature avevano già superato il centinaio, e molti dei traslochi dovemmo farli noi. È da quella esperienza che abbiamo iniziato a capire praticamente che cosa è un trasloco.

Veniamo alla parte pratica: come funziona Traslochino?
E’ molto semplice: puoi registrarti come cliente o come lavoratore. Se sei cliente, dopo che ti sei registrato puoi preparare una proposta di lavoro; quello che viene richiesto sono le caratteristiche del trasloco, un budget di partenza, la data entro cui si vogliono ricevere i vari preventivi e quali sono i giorni di interesse. In base alle specificità del servizio di cui hai bisogno ci saranno una serie di candidati tra cui potrai scegliere.

Noi di Traslochino ci poniamo come intermediari tra il cliente e il lavoratore, ma tutto in un’ottica di sharing economy: a vendere traslochi non sono le aziende, ma liberi cittadini che si mettono a disposizione con i propri mezzi, quando hanno del tempo libero. Inoltre, sono loro a fare il prezzo. Noi non imponiamo nulla, ci si candida sulla base del budget del cliente e si tratta direttamente con lui. Ovviamente, poi, da ogni transazione riceviamo una percentuale.

Traslochino è una startup fatta da giovani. Chi sono le menti che stanno dietro al progetto?
In testa al progetto siamo io e Roberto Dell’Ariccia, l’altro socio fondatore. Ci siamo conosciuti proprio durante il percorso InnovAction Lab, è da quell’esperienza che abbiamo messo insieme le nostre competenze.

Roberto è laureato alla Sapienza in ingegneria delle telecomunicazioni, lavora da molti anni in questo settore e tempo fa ha deciso di prendersi una pausa dal lavoro per dedicarsi completamente al mondo delle startup, per comprendere dall’interno le sue dinamiche e il suo ambiente. Io sono specializzato allo IED di Roma e ho all’attivo già due esperienze da startupper. La prima è stata nella mia città natale, Benevento, dove gestivo una piattaforma di aggregazione per i piccoli negozi del territorio. Poi, di ritorno a Roma, ho lavorato per un periodo in una startup che si occupava di moda. E’ da un anno che mi dedico completamente a Traslochino.

Fin dai primi giorni, Traslochino è stato un successo inaspettato. A un anno di distanza viene ancora ben accolto?
Sì, viene accolto molto bene anche a un anno di distanza. Al momento siamo su una media di due trasloschi al giorno, e per noi è moltissimo, visto che non facciamo pubblicità di nessun tipo ed è tutto organico. Inoltre il team si sta allargando e gli sviluppatori stanno ottimizzando la piattaforma: sta diventando tutto più automatizzato e il cliente, in base al suo caso, verrà messo direttamente in contatto con i lavoratori più adatti.

Come vi ponete nei confronti delle tradizionali imprese di traslochi? Vi sostituite a loro?
Beh, noi possiamo essere considerati il sostituto dell’amico di fiducia. I nostri più grossi competitor, infatti, non sono  le aziende ma i familiari e gli amici: quelli a cui abitualmente si chiede aiuto per gli spostamenti e che non sempre sono disponibili. Se ci si rivolge a un’azienda i prezzi sono molto più alti dei nostri. Noi, infatti, non possediamo mezzi, sono i privati che mettono a disposizione i propri.

Comunque anche un’azienda tradizionale può iscriversi su Traslochino e trovare un ponte digitale verso clienti che altrimenti non avrebbe mai raggiunto. Se non c’è nessun privato che si candida o che riesce a coprire tutto il lavoro, le aziende possono intervenire e proporsi al cliente.

Traslochino è il migliore amico dello studente fuorisede, ma non solo. Quali sono le persone che maggiormente si rivolgono a voi?
Beh, i nostri utenti più comuni sono proprio i giovani fuori sede, gli scappati di casa che non hanno un punto di riferimento e che non vogliono spendere molto; poi gli stranieri che non sanno a chi rivolgersi con velocità ed economicità, o donne che vivono da sole. Ma anche famiglie: non ci è mancata l’occasione di traslocare intere case.

Al momento la vostra piattaforma si trova solo su Roma. Avete in mente di espandervi? Quali sono i progetti futuri?
Abbiamo deciso di iniziare solo su Roma perchè volevamo gestire le cose nel piccolo ed affrontare dal vivo eventuali problemi non aspettati, anche se quello romano è un mercato già molto grande di per sé. Adesso che la piattaforma è completa, l’obiettivo è espandersi su città come Torino, Milano, Firenze, Bologna, Napoli, Palermo, Catania. Insomma, luoghi dove ci sono studenti, stranieri e fuori sede che hanno bisogno dei nostri servizi. La novità che accompagnerà questa espansione è l’app mobile, che sarà pronta alla fine dell’estate.

È un’attività che si inserisce nel contesto più ampio della sharing economy. Che cosa rappresenta per voi questa nuova modalità di fare impresa? Quali sono i suoi punti forti?
Di vantaggi ce ne sono molti: innanzitutto si abbassano i costi, sia per chi compra che per chi vende; il cliente vede finalmente quali sono i prezzi reali dei servizi, e le persone che mettono a disposizione i propri mezzi trovano lavoro più facilmente.

Un altro elemento importante sono le relazioni che si vengono a creare: noi alla fine di ogni trasloco pretendiamo un feedback sia sul lavoratore che sul cliente. Questo crea fiducia, sicurezza, valore. Si stringono relazioni più forti di quelle che si vengono a creare in un semplice rapporto cliente-azienda. Molti dei ragazzi che si conoscono su Traslochino, non a caso, finiscono tutti insieme di fronte a un aperitivo.

Giulia Capozzi