18 Gennaio 2017   •   Redazione

The Toulalan: “Suoniamo semplicemente per il piacere di farlo”

«L’interessante band emergente dei The Toulalan ci racconta il proprio progetto prima del live al Distretto Zerobarrato»

Il 2017 ha portato con sé molte nuove proposte nel panorama delle band emergenti italiane. Una di queste sono i The Toulalan, un gruppo romano che abbiamo incontrato in occasione del loro concerto presso il Distretto Zerobarrato.  L’idea nasce nel 2013 dal cantante Simone Laurentini, ex frontman dei Five Way Cross, che dopo lo scioglimento del vecchio progetto, decide di esprimersi con una formazione più intima, formando un trio acustico con Claudio Mandalari e  Davide Petricone. A questi si aggiunsero in seguito il batterista Luca Ceccarelli ed il bassista Dario Amadei, virando il progetto verso sonorità più rock. L’attuale formazione si raggiunse infine nel 2015 quando Michele Passeri, ex bassista degli Scenario, subentrò alla chitarra al posto di Davide Petricone e Claudio Mandalari.

Come e quando nascono i The Toulalan? E qual è il significato di questo nome?

Ci siamo formati circa 3 anni fa, o almeno l’idea è nata 3 anni fa! Infatti possiamo dire di essere l’evoluzione di un precedente progetto acustico, in cui non riuscivamo ad esprimerci al 100%. Adesso, dopo vari avvicendamenti, abbiamo maturato una formazione stabile e stiamo iniziando un percorso più definito. Trovata la formazione mancava solamente il nome! La scelta di questo è stata piuttosto particolare! Abbiamo prima pensato di utilizzare il nome del progetto acustico, This Agio, ma non calzava con il modo in cui si era trasformata la band. Il nuovo nome è uscito da 2 intensi giorni di conversazioni su WhatsApp, in cui sono state coinvolte persone da ogni dove. Come immaginerete sono usciti nomi davvero assurdi! Poi navigando in Internet qua e là tra notizie varie, è uscito un articolo di un sito di calcio che riguardava un professionista francese che si chiama Toulalan. E visto che questo calciatore è un po’ particolare abbiamo pensato di adottare il suo nome, che in fin dei conti suona molto bene, è molto musicale. Ovviamente abbiamo poi aggiunto l’articolo inglese ed è venuto fuori The Toulalan.

Che sonorità ci aspettiamo da una band come la vostra? Quali influenze avete assorbito?

Le nostre sonorità sono ancora in continua evoluzione, poiché il progetto è relativamente giovane e, per questo, stiamo scoprendo passo dopo passo il nostro mondo. Le influenze che abbiamo ricevuto sono molto varie, ma ci manteniamo nell’ambito dell’indie rock, molto più americano e molto meno british. Il gruppo che più si accosta a noi probabilmente è quello dei The Gaslight Anthem, una band di New York, a cui si aggiungono ispirazioni derivate dai Queens of the Stone Age. In più ad influenzarci ci sono tutte le nostre precedenti esperienze, il nostro vecchio lavoro, da cui derivano venature decisamente più grunge.

Come nascono i vostri pezzi? Ne avete qualcuno che credete vi rappresenti meglio?

“Ticket in My Hand” è un pezzo con cui apriamo sempre i nostri live ed è il brano che probabilmente sceglieremo come primo singolo poiché ci rappresenta bene, racchiude tutte le nostre sonorità. I pezzi nascono solitamente da un’idea portata in sala prove con la chitarra acustica a cui poi lavoriamo insieme, e a cui diamo forma. Gli arrangiamenti sono tutti frutto della collaborazione dei membri della band. Per quanto riguarda i testi invece, se ne occupa principalmente Simone, il cantante.

Molti artisti scelgono la strada dei talent show per arrivare al successo, altri come i Marta Sui Tubi appartengono alla scuola della dura gavetta…voi come la pensate?

Dipende da cosa una persona si aspetta dalla musica. Noi non abbiamo mai sentito il bisogno di emergere in Tv per avere più risonanza. Suoniamo semplicemente per il piacere di farlo, nel miglior modo possibile. Conta molto il percorso che si fa, poiché è quello che ti forgia come artista. Poi dipende anche dall’approccio che uno ha con i talent, ma noi ci sentiamo di appartenere al 100% alla cosiddetta scuola della gavetta. I talent impongono, secondo noi, compromessi che vanno un po a svilire il concetto stesso di gruppo originale. Insomma a  noi non dispiace una vita nell’underground!

Vi lasciamo con un’ultima domanda. Quali sono i vostri progetti futuri?

A brevissimo termine suonare, suonare, suonare! Le date saranno pubblicate tutte sulla nostra pagina Facebook. Poi ovviamente stiamo lavorando alle registrazioni dei pezzi, per la produzione di un EP che forse uscirà prima dell’estate. Ma stiamo valutando bene tutto, soprattutto se far uscire prima un singolo magari con videoclip. Chissà. In poche parole stiamo lavorando…e ovviamente suonando!

Grazie e in bocca al lupo!

Grazie a voi.

©Foto di Giulia Cavaterra