Sofia Bonicalza
13 Ottobre 2017   •   Snap Italy

Sofia Bonicalza, di corsa verso un sogno chiamato Olimpiadi

«Un bambino dovrebbe scegliere di praticare l’atletica leggera perché correre è un gesto naturale che troppo spesso viene dimenticato.» – Sofia Bonicalza

Un altro appuntamento per la nostra rubrica di sport. Stavolta a rispondere alle mie domande è stata una tanto giovane quanto promettente atleta di atletica leggera. Parliamo di Sofia Bonicalza (profilo FB). Classe ’98, un fisico mozzafiato, con una rapporto altezza/peso invidiabile e tanta voglia di fare bene. Da settembre vive a Nizza per motivi di studio, ha cambiato allenatore, ma la determinazione è rimasta la stessa. Quei 23”96 dello scorso febbraio hanno incoronato Sofia Bonicalza prima atleta italiana Under 20 a essere scesa sotto il muro dei 24” secondi nei 200 metri indoor. E questo è solo l’inizio.

Leggete cosa ci ha raccontato.

Sofia Bonicalza

Sofia, cos’è per te lo sport?
Per me lo sport è nato come un gioco, poi è diventato palestra di vita. Ci tengo a precisare: “palestra di vita” e non “vita”. Infatti lo sport mi ha insegnato dei valori importanti e mi ha permesso di sviluppare capacità che mi saranno utili per tutta la vita. Penso che lo sport sia davvero importante a livello sociale, anzi direi essenziale soprattutto tra i giovani. Ma rimane una palestra. Per questo, finita la mia spero ancora lunga carriera sportiva, vorrei dedicarmi ad altro, mettendo in pratica i valori che lo sport, e soprattutto il mio sport, mi ha insegnato.

Quando hai iniziato con l’atletica leggera?
Dopo 6 anni di danza classica ho fatto un po’ di nuoto, ma non mi piaceva perché l’acqua era fredda. In quinta elementare ho vinto la gara di velocità della scuola e ho deciso di cominciare atletica in prima media. All’inizio facevo anche equitazione insieme ad atletica, poi, quando mi hanno detto che dovevo comprare un cavallo, ho deciso di fare solo atletica.

Come si svolgono i tuoi allenamenti?
Da settembre vivo a Nizza, quindi ho cambiato allenatore e un po’ lo stile di allenamento. Continuo ad allenarmi sei volte a settimana come lo scorso anno (e quattro nelle settimane di scarico). In Italia avevo il campo di atletica a 10 minuti di bicicletta, qui in Francia a 45 minuti di autobus. In Italia mi allenavo con altre ragazze prevalentemente, qui il gruppo è prevalentemente maschile. In generale adesso faccio più palestra e forza, lavori aerobici e una volta a settimana una seduta specifica per ogni atleta sulla tecnica di corsa, per correggere piccoli errori nell’assetto di corsa. Quest’anno mi vedrete debuttare sui 400m, almeno alle indoor, visto che ai campionati italiani promesse e assoluti non ci sono i 200m.

Sofia Bonicalza

Sofia Bonicalza ha un rapporto altezza/peso invidiabile. Attenzioni particolari ?
L’atletica mi ha insegnato ad avere uno stile di vita sano. Ho quasi dimenticato i fast-food e i sabati sera alcolici, non bevo mai caffè, cerco di dormire almeno 8 ore al giorno e ovviamente non fumo. Per quanto riguarda l’alimentazione, quando ero in Italia andavo mensilmente da un nutrizionista. Adesso sto cercando di ricalcare le sue “diete” che si basano soprattutto sulla varietà di pietanze. Qua a Nizza ho il mercato di frutta e verdura sotto casa tutti i giorni: ne approfitto per mangiare sano e fresco.

Hai qualche rito scaramantico prima di una gara?
Chi non ce l’ha?! Per le gare che ritengo importanti uso sempre le stesse calze dal primo anno cadetta. Adesso sono molto rovinate e sto pensando di dover abbandonare questa tradizione. Da febbraio dell’anno scorso indosso sempre la collanina che mi ha portato fortuna per il record italiano. Quando sono dietro ai blocchi eseguo la mia “routine”: mi stringo la coda per sentirmi pronta e prendo un bel respiro.

Sofia Bonicalza

Cosa non deve mancare ad un buon corridore?
La testa (e non è un controsenso).

Quanto influisce la testa sul moto delle gambe durante la corsa?
Domanda su cui sono preparatissima. Ho fatto la tesina della maturità su questo argomento. Dipende dalle persone, ma in generale la testa influisce davvero tanto sul moto delle gambe e quindi sulla prestazione. Quello che fa la differenza tra un atleta con talento e un campione è proprio la testa.

Cosa vuol dire per Sofia Bonicalza indossare la maglia azzurra?
Vuol dire rappresentare l’Italia. Non sono particolarmente patriottica, ma tutto cambia quando canti l’inno con la mano sul cuore accanto ai tuoi compagni di tutta Italia. Quando indosso la maglia azzurra metto in gioco, oltre al mio onore, anche quello della mia nazione.

Hai realizzato un sontuoso 23”96 lo scorso febbraio, diventando la prima atleta italiana under 20 a scendere sotto i 24” nei 200 metri indoor. Raccontaci la tua gara.
È stato uno dei giorni più belli della mia vita, e credo in assoluto la gara migliore che io abbia mai fatto. L’agitazione era massima prima della gara: mi sentivo il record nelle gambe, ma sapevo che anche Zaynab ce l’aveva. L’atletica insegna a dimenticarsi degli altri quando si è in gara. Così ho fatto con Zaynab. Dovevo pensare solo a me stessa e così ho fatto. Sono andata a prenderla. Non ho avuto molto tempo per pensare.

Abbiamo fatto un bel rettilineo finale e ho vinto per pochi centesimi. Vedere 23” e non 24” sul cronometro voleva dire record italiano, e lo sapevo. Ero così felice che non sono riuscita nemmeno a mostrarlo all’inizio. Sono rimasta sconcertata per qualche secondo, anche se non ero stupita perché sapevo di poterlo fare. Subito dopo ho realizzato e sono corsa ad abbracciare le mie compagne-avversarie, gli amici, il mio ragazzo, il mio allenatore e la mia mamma sempre presente. Quel giorno mi ha cambiato la vita.

Agli Europei Under 20 di Grosseto dello scorso luglio, com’è andata?
È andata. Così così. La batteria molto bene, ho corso abbastanza tranquilla con un forte vento contrario e ho vinto qualificandomi direttamente per la semifinale. Il mio obiettivo era andare in finale. Durante la corsa ero seconda sul rettilineo finale e negli ultimi metri ho spavaldamente rallentato in modo istintivo, una ragazza è sopraggiunta battendomi per un centesimo. Mi sono insultata da sola. Ma d’altronde è così in atletica: per pochi centesimi puoi fare record italiano e poi per un centesimo non centrare un obiettivo. Anche questa è lezione di vita.

Chi è il tuo allenatore e quanto è stato importante fin qui?
Il mio allenatore è Giorgio Cortelazzo, che mi ha allenata 6 anni. È stata una delle persone più importanti della mia vita, quasi un padre. Lo devo ringraziare di non aver avuto fretta, di non aver bruciato il mio piccolo talento (mi chiamava “diamante grezzo”). Il mio entraîneur (per dirla alla francese) è Christophe Bourguignon. Con lui il percorso è appena cominciato, non è facile cambiare allenatore ma è sicuramente utile per l’adattamento del corpo.

Sofia Bonicalza

Al di fuori dell’atletica Sofia Bonicalza chi è?
Al di fuori dell’atletica Sofia è una studentessa amante degli animali e della natura. Uno dei principali motivi per cui mi sono trasferita a Nizza è lo studio: ho trovato una facoltà molto interessante che si chiama Science de la Vie. Qui in Francia aiutano gli studenti atleti di alto livello a portare avanti studi e carriera sportiva: in questo le università italiane dovrebbero imparare.

Obiettivi per il futuro di Sofia Bonicalza?
Dal punto di vista atletico sono scaramantica quindi non voglio annunciare nulla. Il sogno nel futuro non prossimo sono le Olimpiadi. Per tutto il resto il mio obiettivo è laurearmi e portare avanti studio/lavoro e atletica, coniugando le mie passioni.

Perché un bambino dovrebbe scegliere tra tanti sport l’atletica leggera? 
Un bambino dovrebbe scegliere l’atletica leggera perché correre è un gesto naturale che troppo spesso viene dimenticato. Inoltre l’atletica è composta da diverse specialità: da bambini si provano tutte e ognuno troverà quella per cui è più portato, c’è spazio per tutti. L’ambiente è davvero bello e pulito, ricco di valori importanti come il rispetto per gli altri e per sé stessi.

L’atletica è uno sport individuale e questo aiuta a mettersi alla prova con se stessi (come nella vita), ma c’è anche una squadra per cui bisogna portare risultati e quindi bisogna saper fare anche gioco di squadra. L’atletica è uno sport a 360° fisicamente e psicologicamente, è uno degli sport più antichi. L’atletica è la regina degli sport, quindi non dimentichiamo che oltre a calcio e basket ci sono altre possibilità per i nostri bambini.

Foto: https://www.facebook.com/sofia.bonicalza

Chiara Rocca