Sara Sancamillo
11 Agosto 2017   •   Snap Italy

Sara Sancamillo, orgoglio e magia al Teatro San Carlo

«Ho la fortuna di vivere quasi ogni giorno momenti che mi ricordano come mai ho scelto di fare questo mestiere» – Sara Sancamillo

Questa settimana ospite della nostra rubrica di sport (qui l’ultima puntata) è una giovane stella della danza. Parliamo di Sara Sancamillo (FB), ballerina della compagnia del Teatro San Carlo di Napoli, uno dei più autorevoli nonché uno dei più famosi al mondo. La sua storia è fatta di passione, una passione tanto forte da averla spinta ad abbandonare il proprio paese d’origine, le amicizie, la famiglia e a inseguire il sogno di sempre.

Sara Sancamillo è una bellissima ragazza, slanciata e con due occhi neri molto profondi. Le sue doti e la sua determinazione l’hanno portata a undici anni ad entrare all’Accademia Nazionale di Danza di Roma, dove ha seguito il suo percorso fino al diploma. Dopo una breve parentesi di due mesi alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, è tornata all’Accademia, dove sotto la direzione della maestra Clarissa Mucci, ha iniziato a crescere in maniera esponenziale, partecipando alle prime audizioni. Ha ballato poi al Teatro Comunale di Firenze e all’Arena di Verona, per poi essere presa al Teatro San Carlo (Pagina FB) dove ha scelto di restare. Dopo una seria, sfiancante e continua gavetta, Sara ora fa parte della compagnia a tutti gli effetti. Ha partecipato a spettacoli importanti come Lo Schiaccianoci, dove è stata scelta come protagonista, Cenerentola, dove ha ricoperto il ruolo di una delle sorellastre, La Giselle a Singapore, Alice in Wonderland e altri.

L’abbiamo incontrata per farle qualche domanda. Vediamo insieme cosa ci ha raccontato.

Sara Sancamillo


Sara, raccontaci il tuo ingresso nel mondo della danza.

Credo che il mio ingresso nel mondo della danza sia comune a molte bimbe. A 4 anni volevo fare danza e siccome a Bellegra, che è il mio paese natale, si era da poco aperta una piccola scuola, i miei genitori hanno deciso di accontentarmi. È iniziato tutto da li.

Cosa vuol dire per una ragazza di un piccolo paesino ballare al Teatro San Carlo di Napoli oggi?
Ballare al Teatro San Carlo di Napoli è per me un grande orgoglio; è il più antico teatro del mondo, è un luogo magico. Restare lì è stata per me una scelta vera e propria, non una casualità.

Cos’è per Sara Sancamillo la danza?
La danza è la mia vita. È la passione che ho fatto diventare il mio lavoro. La danza è la continua ricerca della perfezione, giorno dopo giorno cerco, in ogni modo, di migliorare me stessa.

Molti considerano la danza una forma d’arte più che uno sport. Cosa ne pensi?
La danza è una forma d’arte, la più effimera, perché non la puoi toccare, la vedi in quel momento e un attimo dopo non c’è più. La danza ha il compito di emozionare con un linguaggio che non prevede parole, le parole di un ballerino sono i movimenti che esegue con il corpo. Ma la danza è anche sport. Abbiamo una preparazione atletica pari a quella di uno sportivo, con tutto ciò che comporta, quindi ritmi di vita abbastanza sani e ferrei.

Come si svolge una giornata di allenamento di Sara Sancamillo?
Le mie giornate lavorative iniziano alle 10:00 con un’ora e un quarto di classe di riscaldamento e di preparazione. Poi dalle 11:30 alle 17:00 si effettuano le prove di preparazione per lo spettacolo. Tutti i giorni, tranne il lunedì che riposo. Ovviamente per una decina di giorni al mese ci sono gli spettacoli la sera, dove mettiamo in scena quello che abbiamo provato.

Sara Sancamillo

Quali sono state finora le persone importanti nel percorso di crescita sportiva e umana di Sara Sancamillo?
Diciamo che chiunque intraprenda un percorso come il mio, ha poi molte persone da dover ringraziare. In primis la famiglia che ha creduto al sogno di una bimba, poi le insegnanti della piccola scuola di Bellegra che hanno visto un potenziale da poter coltivare, la mia maestra dell’Accademia che mi ha spronata ad affrontare le difficoltà di un mondo non sempre semplice… insomma sarebbe un elenco lunghissimo di persone! Concludo ringraziando anche i miei colleghi, i maître de ballet e il mio direttore, che tutt’oggi mi stimolano a fare sempre meglio.

Un modello a cui ti ispiri?
Sono cresciuta ispirandomi a Sylvie Guillem e Alessandra Ferri, due meravigliose ballerine degli anni novanta. Oggi il mondo della danza è pieno di grandi talenti,  oltretutto la tecnologia ha reso tutto più accessibile, anche se la magia del teatro te la regala solo il teatro stesso.

Raccontaci qualche momento particolarmente significativo ed emozionante della tua carriera.
Ho vissuto tantissimi momenti emozionanti, la mia carriera, in fondo, si basa proprio sulle emozioni. Quando ho ballato per la prima volta nel ruolo di prima ballerina, quando qualche coreografo mi ha scelta per interpretare qualcosa; oppure, non so, dopo lo spettacolo sentire gli applausi del pubblico, questo ripaga di tanti sacrifici. Ho la fortuna di vivere quasi ogni giorno momenti che mi ricordano come mai ho scelto di fare questo mestiere.

Sara Sancamillo

Quali difficoltà ha incontrato Sara Sancamillo finora nel suo percorso da ballerina?
Le difficoltà sono sempre tante. Ho vissuto la lontananza dalla famiglia in età adolescenziale, e non è stato facile. Chi sceglie questa disciplina impara presto a fare i conti con se stesso e con i propri limiti da dover superare, questo ti fortifica sicuramente ma ti rende anche un po’ più fragile.

Hai qualche rito scaramantico o oggetto portafortuna?
No, nessun rito scaramantico nè oggetto portafortuna. Ma prima di ogni spettacolo, quando sono dietro le quinte e sto per entrare in scena, il mio ultimo pensiero va al mio papà che non c’è più, mi raccomando a lui.

Che mondo è quello della danza secondo Sara Sancamillo?
È un mondo un po’ strano, spesso c’è competizione ma quando c’è lo spettacolo tutto si annulla perché la priorità diventa la buona riuscita del balletto. Poi certo, credo come in tutti gli ambienti lavorativi, non si possa essere tutti amici, ma io mi reputo fortunata conosco tante persone meravigliose che sono diventate presenze importanti e sulla quale posso contare, veri e propri amici.

Invece Sara Samcamillo al di fuori della danza, che ragazza è? Quali sono le sue passioni?
Fuori dalla danza e dal teatro, sono una ragazza normale. Mi piace uscire a cena con gli amici, ho un compagno, mi piace il cinema. Sono una persona semplice, non ho problemi ad aiutare i miei nonni, che hanno un ristorantino, quando sono a Bellegra. Insomma mi piace la vita fatta di piccole cose.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri, sia nel breve che nel lungo periodo?
Nel breve periodo, quindi per settembre, ho in programma una tournée a Taipei dove, con il San Carlo, siamo stati scelti per la cerimonia di chiusura delle Universiadi. Al rientro in Italia ho due balletti bellissimi da fare, uno è Zorba e il greco, l’altro è Cenerentola e per concludere il mese un gala a Parma. Sarà un anno molto pieno.
A lungo termine non so, per i prossimi 13 anni sarò al San Carlo, poi chissà, vediamo non ci ho ancora pensato.

Che tipo di formazione dà, ad un bambino, la danza? La consiglieresti ai più piccoli?
La danza, fatta anche a livelli amatoriali, insegna più di ogni cosa la disciplina, il senso del sacrificio e il non arrendersi, che credo siano tre valori importanti soprattutto in una società come quella di oggi, in cui i ragazzi sono abituati ad avere tutto e subito. La consiglierei ad un genitore per i propri figli, ma facendo molta attenzione: è necessario scegliere scuole dove la si insegni con competenza e rigore.

Tre qualità che non possono mancare a chi decide di fare della danza la propria vita.
Beh sicuramente servono delle attitudini fisiche naturali, poi serve una grande intelligenza e tenacia. Poi comunque è una disciplina che da sola ha una selezione, devi avere una grande passione per intraprendere il percorso formativo di un danzatore, altrimenti ad un certo punto molli. La danza è come un grande amore che ti accompagna per tutta la vita, devi essere disposto anche a sacrificarti per lei.

Chiara Rocca