01 Aprile 2015   •   Andrea Fabiani

Qurami, l’app che elimina le file e ti fa risparmiare tempo

«Dalle segreterie universitarie alle Poste inglesi, Qurami elimina le file agli sportelli»

Una delle principali problematiche che accomuna enti privati, uffici pubblici, uffici postali, segreterie universitarie e utenti sono le interminabili file che si creano agli sportelli. Spesso per sbrigare una pratica l’utente è costretto a perdere ore di lavoro o prezioso tempo libero, tantoché l’Istat nel 2013 ha calcolato che ogni italiano passa circa 400 ore l’anno in fila tra banche, uffici amministrativi e altre pratiche burocratiche.
A risolvere questo disagio tanto “caro” a noi italiani, ci pensa Qurami, un’applicazione che genera un “numeretto virtuale”, inserito nel flusso di quelli cartacei, permettendo di mettersi in fila da qualsiasi luogo si desideri.
Grazie alla geolocalizzazione, Qurami avverte l’utente con delle notifiche sullo smartphone, aggiornandolo sullo stato e sulle tempistiche dello scorrimento della fila.
L’idea di sviluppare questa app è venuta a Roberto Macina, oggi ingegnere informatico di 30 anni, che all’epoca riscontrò il disagio delle file davanti agli sportelli della segreteria universitaria di Roma Tre.
I numeri dell’applicazione sono da capogiro, infatti in appena 4 anni, Qurami ha registrato 250 mila download e 65 mila biglietti “virtuali” staccati.

Abbiamo intervistato Roberto Macina, CEO di Qurami, per conoscere meglio la storia e le funzionalità dell’app

Come nasce l’idea di creare Qurami?
L‘idea è nata mentre facevo la fila nella segreteria della mia università nel 2010. Ero in coda da un po’ di tempo e mi sono chiesto: «possibile che non esista un’applicazione che mi aiuti a utilizzare meglio il mio tempo, invece di stare bloccato qui?» Non esisteva. E così ho deciso di crearla con l‘aiuto di un gruppo di validi collaboratori.

Come funziona la vostra App?
Una volta scaricata e aperta l’applicazione sul proprio smartphone, si sceglie la struttura nella quale si vuole andare e si verifica in tempo reale il numero di persone in fila. Dal telefono si prende il “numeretto elettronico”, del tutto equivalente ai biglietti cartacei che si prenderebbero nella struttura e perfettamente inserito nel loro flusso. Si aspetta il proprio turno con la libertà di dedicarsi a ciò che più si desidera, mentre notifiche personalizzate segnalano l’avanzamento della fila e il momento in cui recarsi allo sportello.

Dove avete sperimentato inizialmente l’utilità di Qurami?
L’idea è nata in un’università e i primi clienti sono stati proprio due atenei romani, le università Luiss e Roma Tre. L’accoglienza da parte degli utenti è stata molto favorevole e questo ci ha permesso di cominciare a farci conoscere sul mercato.

Quali sono gli enti che utilizzano Qurami per gestire le code ai propri sportelli?
Oggi Qurami è attiva in numerose strutture su tutto il territorio italiano, come enti pubblici, università, ospedali, grandi aziende private, comuni, strutture per il tempo libero e attività commerciali. Abbiamo cominciato a muoverci anche all’estero e i risultati dell’attività di promozione sono molto positivi.

In Inghilterra, Royal Mail ha testato la vostra App. Poste Italiane invece?
Con Post Office abbiamo avviato un percorso “sorprendente”, la fiducia che hanno riposto in noi è qualcosa di straordinario e siamo contenti di aver fatto di tutto per ripagarla al massimo. Per quanto riguarda Poste Italiane, il sogno ambizioso è quello di dar vita ad una sinergia importante che dia un bel segnale concreto a tutto il movimento startup-innovative in Italia, in tal senso la nostra disponibilità nei loro confronti è totale.

Nonostante l’utilità della vostra app, avete trovato difficoltà burocratiche in Italia?
Senza dubbio abbiamo dovuto affrontare degli ostacoli nella nostra avventura imprenditoriale, in particolare la lentezza della burocrazia e l’arretratezza di molti strumenti giuridici che faticano a stare al passo dei progetti più innovativi, soprattutto quelli digitali.

Siete stati la prima startup partecipata da una banca. Come avete attirato l’attenzione di Unicredit?Diversi soggetti finanziari stanno esplorando l’ecosistema italiano dell’innovazione e delle startup. Unicredit ha sicuramente dimostrato grande visione strategica. Da parte nostra abbiamo sempre cercato di focalizzarci sugli elementi fondamentali di un’azienda: un solido business plan, un mercato di riferimento, una chiara strategia di sviluppo e un team competente e affidabile. Sono queste le nostre migliori armi di promozione.

Progetti per il futuro?
Vogliamo ampliare il numero di strutture che usano Qurami qui in Italia. Ma puntiamo anche all’estero. I primi riscontri sui mercati stranieri sono stati molto incoraggianti e crediamo che ci siano ampi spazi per la nostra soluzione tecnologica.

Andrea Fabiani