Pietro Roman
16 Giugno 2017   •   Snap Italy

Pietro Roman, il cavaliere con l‘equitazione nel sangue

«“Unico obbligo: divertitevi e non abbattetevi davanti alle delusioni, saranno proprio quest’ultime a rendervi più forti di prima”. Parole di Pietro Roman, un cavaliere azzurro con molte altre passioni.»

Questa settimana la nostra rubrica di sport ospita un altro campione. Parliamo di Pietro Roman, giovane cavaliere specializzato nel Concorso Completo. La sua carriera è fatta di passione e tradizione. Sì, perché per i Roman cavalcare è una questione di famiglia. Pietro ha partecipato alle Olimpiadi di Rio insieme al fratello Luca, ottenendo un ottimo risultato. A questo si affianca il passato di Federico Roman, padre di questi due giovani cavalieri, nonché medaglia d’oro nel concorso completo e medaglia d’argento in quello a squadre alle Olimpiadi di Mosca 1980. Insomma per i Roman l’equitazione è tradizione, è vita.

Ma Pietro Roman è anche un giovane ragazzo con molte altre passioni. Scopriamo insieme la sua storia.

Pietro Roman


Quando hai iniziato a fare equitazione ?

Ho iniziato a montare a cavallo a circa 8 anni a “Il Dragoncello pony club”, la scuderia dei miei genitori, e ancora mi ricordo il primo pony che montai: Claire de Lune. È stato subito fantastico, già da piccolo inizi a instaurare un rapporto quasi personale con questo fantastico animale.

In quale delle tre prove del Completo Pietro Roman esprime al meglio se stesso?
Sono un cavaliere specializzato nel Concorso Completo e come dice la parola stessa è una specialità che racchiude tutte e tre le discipline Olimpiche: il dressage, il cross country ed il salto ostacoli. Sicuramente do tutto il meglio nella prova che più amo, il cross country. La scarica adrenalinica che si prova alla partenza del cross non è paragonabile a nient’altro.

Nel 2014 sei stato Campione d’Italia di completo. Raccontaci questa vittoria.
La medaglia d’oro ai campionati italiani è stata frutto di tanto lavoro e come sempre di enormi sacrifici. Era il mio primo campionato assoluto e mi sono preparato con delle gare di rilievo in Italia e all’estero. È stata una vittoria estremamente appagante, tutto quel duro lavoro, le piccole gioie, i dispiaceri, era tutto servito a conquistare quella fantastica medaglia d’oro.

Come si allena un cavaliere?
Un cavaliere, specie di completo, è un atleta al 100%. Una perfetta forma fisica, una vita sana ed equilibrata sono la base fondamentale da cui iniziare. Personalmente seguo un dieta completa di ogni nutrimento, corro tutte le mattine e monto a cavallo dalle 4 alle 6 ore al giorno.

E invece il suo cavallo?
Il cavallo è il secondo atleta in questione. Oltre ai vari allenamenti di dettaglio (condizione, esercizi a saltare, etc.), sono abituato a dare dei momenti di relax ai cavalli dove possono ricordarsi delle loro origini. Lunghe passeggiate nella natura e un buon periodo quotidiano al paddock fanno in modo che i miei cavalli siano pronti fisicamente tanto quanto rilassati mentalmente.

A proposito di cavalli, quali di quelli cavalcati Pietro Roman ricorda con più affetto?
Ho un ricordo nitidissimo del mio primo pony “da gara”. Si chiamava Basilico, era nato e cresciuto nella nostra scuderia e grazie a lui ho ottenuto i primi successi.

Barraduff invece che tipo di cavallo è? Che legame c’è tra di voi?
Barraduff è un cavallo unico, dalla grande personalità. Molto introverso, richiede sempre mille attenzioni. È un cavallo molto fiero ed è sempre pronto a dare il massimo. Ormai ci “conosciamo” da più di otto anni, abbiamo un rapporto di simbiosi, di estrema complicità. Làddove, in gara o in allenamento, fatica lui, riesco sempre a compensare io ma la cosa bella è che questo vale esattamente anche al contrario.

Pietro Roman

Proprio con lui sei arrivato lo scorso anno alle Olimpiadi di Rio. Raccontaci quest’esperienza.
Rio è stata decisamente un’esperienza fantastica, le prime Olimpiadi, averle fatte in squadra con mio fratello Luca, aver qualificato una squadra scalando il ranking Olimpico mondiale, tutto questo ha dato un tocco in più a quello che era già di per sé un evento pazzesco. Inoltre, la soddisfazione di indossare la divisa Olimpica Italiana è enorme. Essere parte di un evento che tutto il mondo attende ogni quattro anni non ha eguali.

Ma d’altronde per i Roman equitazione e Olimpiadi sono una questione di famiglia giusto?
Esatto, per i Roman montare a cavallo è una questione genetica: mio padre é stato medaglia d’oro individuale e d’argento a squadre (insieme a suo fratello Mauro) a Mosca ’80, mia madre non è andata per un soffio ad Atlanta ’96, mia moglie è vice campionessa italiana assoluta e mio fratello, oltre all’argento agli europei under 21, è stato uno dei quattro della squadra di Rio.

C’è competitività tra di voi?
Tra noi c’è una sana competitività costruttiva. Ci consultiamo e confrontiamo spesso, ma in gara ognuno deve dare il massimo per vincere. L’esempio in generale è fondamentale nello sport così come nella vita, quello di mio padre ancora di più.

Vittorie significative per Pietro Roman?
Le vittorie di cui vado fiero sono le due medaglie d’oro ai Campionati italiani, junior e assoluti, e la vittoria di due internazionali 3***.

Nella vita privata, Pietro Roman è sposato con Francesca Blasi, un’amazzone. Cosa vuol dire per marito e moglie condividere la stessa passione?
Aver sposato mia moglie Francesca è stata la cosa più bella che mi potesse capitare. Per chi pratica lo sport, e questo in particolare, vacanze, giorni di riposo e cose simili sono molto rari, e solo chi condivide con te questa grande passione può comprendere. Sportivamente ci aiutiamo molto a vicenda, sia praticamente che mentalmente.

So che sei anche un amante della vela e dei viaggi. 
La vela è un’atra passione tramandata da mio padre. Ho frequentato diversi anni di scuola vela in Italia e in Irlanda. Lo trovo uno sport estremamente affascinate. Un’altra grande passione sono i viaggi: l’ultimo è stato in Sud Africa ed il prossimo, teoricamente, in Argentina.

Consigli per i più piccoli, che vogliono dedicarsi a questo sport. A che età iniziare? E cosa aspettarsi?
Posso solo dire che questo è uno sport bellissimo, che ti avvicina alla natura e ti permette di instaurare con un altro essere pensante un rapporto meraviglioso. Unico obbligo: divertitevi e non abbattetevi davanti alle delusioni, saranno proprio quest’ultime a rendervi più forti di prima.

Foto: Pagina FB

Chiara Rocca