Opifici Casentinesi
18 Gennaio 2017   •   Raffaella Celentano

Opifici Casentinesi: il panno Casentino reinterpretato in chiave moderna

«Il panno Casentino, storico tessuto italiano, rinasce grazie al brand Opifici Casentinesi, per dare vita a nuove collezioni dallo stile contemporaneo»

Ha debuttato al Pitti Uomo 91 Opifici Casentinesi, un brand italiano che reinterpreta un materiale storico come il panno Casentino, per realizzare capi innovativi e dal gusto metropolitano.

La storia di questo tessuto inizia ben 800 anni fa nel cuore della Toscana. Un piccolo e fortunato incidente (molti parlerebbero di serendipità) ha dato vita ad un materiale unico nel suo genere e di grande prestigio. Indossato con eleganza perfino dal sommo poeta Dante Alighieri, il panno Casentino è riuscito a superare la prova del tempo e a sopravvivere fino ad oggi, per infilarsi nei nostri guardaroba e diventare protagonista di una storia tutta nuova. Una felice unione tra passato e presente, tradizione e innovazione, che si fa testimone anche della grande artigianalità Made in Italy.

Certo, può sembrare difficile rendere contemporanea una tradizione quasi millenaria. Si tratta di una sfida non da poco, che però è stata portata avanti con successo da Giorgio Permunian, Milena Motta e Francesco Occhiolini, proprietario della Casentino Lane.

In occasione del Pitti Uomo 91, Snap Italy ha incontrato la designer Milena Motta. Ecco cosa ci ha raccontato…

Come è nato il brand Opifici Casentinesi?

Il nostro è un vero progetto, più che una linea di moda. Il progetto è basato sul tessuto Casentino che è l’unico tessuto storico italiano: ha ben 800 anni, ed è stato realizzato in Toscana, esattamente nella Valle del Casentino, da cui prende il nome. La nostra scommessa è stata quella di riorganizzare l’indotto e di ricreare una collezione di prodotti con questo materiale, che purtroppo rischiava di scomparire. Era un tessuto storico molto pesante (inizialmente usato per coprire i cavalli), quindi molto difficile da lavorare e poco contemporaneo. Perciò abbiamo deciso di ristudiare e riprendere il tessuto, per rielaborarlo e dargli nuova vita. Sono nate, così, le collezioni sia per l’uomo che per la donna.

Ci parli di più di questo tessuto.

In realtà il panno Casentino è nato per errore: all’inizio si trattava di un normale panno, ma ad un certo punto il telaio che si usava per produrlo è come impazzito, creando questo ricciolo esterno, che poi è divenuto la sua caratteristica principale. E poi c’è il colore. L’arancio becco d’oca, tipico del panno Casentino, rappresenta il suo punto di forza, e lo rende riconoscibilissimo. È 100% naturale, senza alcuna aggiunta chimica o artificiale. Anche questo, in realtà, è frutto di un errore. Infatti, il colore che si pensava di realizzare era il rosso, da sempre simbolo della nobiltà. A causa di un disguido, la tonalità ottenuta è stata l’arancio, che però risultò così forte, speciale e riconoscibile da conquistare immediatamente i signorotti toscani di 800 anni fa. Altri colori, sempre naturali e storici, sono il verde (chiamato proprio verde Casentino) e il blu. Tutti molto forti e riconoscibili, e che si sono rivelati di grande tendenza negli ultimi anni.

Insomma, si tratta di reinterpretare un tessuto storico. In che modo?

Nonostante il panno Casentino abbia ben 800 anni, abbiamo deciso di riproporlo con linee contemporanee e grintose, unendo moderno e tradizionale. Abbiamo anche creato un Casentino più morbido e leggero per realizzare pantaloni e altri capi, che necessitavano ovviamente di un tessuto meno pesante. Ancora, abbiamo dato vita a nuove fantasie, per sposare anche le ultimissime tendenze, e infine abbiamo aggiunto ai nostri articoli inserti in pelle o pelliccia, per renderli ancora più speciali e contemporanei. Certo, si tratta di un progetto molto giovane, nato solo due anni fa, ma che si è rivelato da subito molto competitivo, non solo per la qualità del prodotto presentato, ma anche per la sua storia.

Qual è stata la risposta del pubblico?

Questa è la nostra prima esperienza al Pitti, e stiamo riscuotendo un notevole successo. Il panno Casentino sta conquistando il pubblico italiano e internazionale. Molti buyer provenienti dal nord Europa, dalla Russia e dall’Oriente sono rimasti affascinati dall’unicità e dalla storia del nostro prodotto. Per quanto riguarda l’Italia, invece, Opifici Casentinesi è già esposto alla Rinascente di Milano.

Opifici Casentinesi opera e produce solo in Italia?

Assolutamente si! Sin dall’inizio, abbiamo scelto di lavorare e produrre solo ed esclusivamente in Italia, anche andando contro le esigenze di un mercato che vuole prezzi sempre più bassi. Tuttavia, ci sembrava un controsenso portare un tessuto storico italiano all’estero, e quindi abbiamo insistito per mantenere la produzione in Italia. Abbiamo, perciò, deciso di portare avanti un progetto che fosse 100% Made in Italy, e questo risulta evidente anche nella qualità e nella cura dei dettagli dei nostri capi.

Avete portato avanti anche altri progetti?

Abbiamo anche organizzato un consorzio, il Puro Panno Casentino, per la tutela del tessuto con un disciplinare redatto dall‘Università di Firenze. Speriamo, così, di riuscire ad ottenere il marchio DOP sul tessuto, appena sarà possibile utilizzarlo anche per i prodotti non alimentari, per tutelare questo prodotto Made in Italy, o meglio Made in Casentino.

Raffaella Celentano