no alle pellicce
10 Novembre 2017   •   Francesca D’Arienzo

No alle pellicce: il motto delle maggiori case di moda italiane

«Sono ormai più di 50 i brand di moda italiani che hanno aderito al progetto internazionale fur-free, dicendo no alle pellicce.»

Il programma fur-free è sostenuto dalla Fur Free Alliance (sito ufficiale), una coalizione di associazioni animaliste nel mondo che lotta per incrementare l’abbigliamento che non causa sofferenza agli animali. Di notevole importanza è la diversificazione delle fasce di mercato in cui operano le aziende di moda che hanno detto no alle pellicce: dall’abbigliamento tecnico e sportivo al settore del lusso, dal premaman al classico e formale. Queste grandi case, e soprattutto gli stilisti, si sono dovuti adeguare al volere dei consumatori, che vogliono indossare sempre più capi di vestiario realizzati con materiali innovativi e che rispettano gli animali, l’ambiente e salvaguardano la salute umana. È stato dimostrato, infatti, che alcune sostanze chimiche tossiche e cancerogene utilizzate nella fase di lavorazione delle pellicce, come Formaldeide, Metalli Pesanti, Idrocarburi Policiclici Aromatici e tante altri, possono essere presenti in forma residua nel prodotto finito e, quindi essere respirate quando vengono a contatto con la pelle. Tra le maggiori case di moda Made in Italy che hanno deciso di dire no alle pellicce segnaliamo:

Elisabetta Franchi

Stilista e fondatrice dell’omonima maison di moda si è sempre posta in primo piano contro la produzione di pellicce. In occasione dell’ultima Settimana della Moda milanese, ha espresso la sua opinione molto chiaramente: «è una crudeltà inutile quella di uccidere gli animali per vestirci, ci sono dei materiali alternativi». Ha, inoltre, incitato gli stilisti ad ascoltare l’opinione pubblica ed eliminare la pelliccia animale dalle passerelle, preferendo tessuti innovativi e sostenibili, senza crudeltà. Sono questi, infatti, a rappresentare il futuro della moda. Molto orgogliosa, quindi, che il suo marchio sia fur-free e che abbia eliminato anche la lana d’angora e le piume d’oca.

Giorgio Armani

Il luxury brand italiano Armani, leader nel mondo nel campo della moda, disegna, produce e distribuisce abbigliamento, occhiali, orologi, gioielli, cosmetici, profumi, mobili e complementi d’arredo. Il suo stile, ispirato al cinema in bianco e nero, sceglie tagli nitidi e puliti e toni dai colori freddi, anche se è il famoso blu-Armani a contraddistinguere la sua produzione. Giorgio Armani annuncia con grande orgoglio l’appoggio alla causa animalista promettendo la totale abolizione di pellicce dalle sue collezioni. Anche per lui il progresso tecnologico di questi ultimi anni ha consentito di raggiungere valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali.

Geox

L’azienda italiana che produce scarpe e capi di abbigliamento sportivo, è stata fondata nel 1995 dall’imprenditore Mario Moretti Polegato. Si è attestata al primo posto in Italia e al secondo nel mondo per numero di capi commercializzati nel comparto del lifestyle-casual footwear. L’azienda, inoltre, vanta 35 brevetti di produzione che permettono una traspirazione attraverso dei microfori per le scarpe e l’abbigliamento, impedendo con una membrana il passaggio dell’acqua. A seguito di un confronto diretto con l’associazione Moda Animal Free, l’azienda ha dichiarato che la collezione, a partire dall’autunno-inverno 2013/14, è completamente fur-free.

Napapijri

È un marchio italiano d’abbigliamento di proprietà dell’azienda statunitense Vf Corporation. Comincia inizialmente a produrre zaini e borse da viaggio per poi allargarsi anche al campo dell’abbigliamento sportivo molto colorato. Nel 2012 ha aderito al progetto Animal Free voluto dalla Vf Corporation e con il quale sostituisce la pelliccia animale con pelle sintetica in tutti i capi per bambini. È solo nel 2015 che abbandona completamente la pelliccia animale grazie allo sviluppo della tecnologia Eco-fur, un pelo sintetico ottenuto con l’utilizzo di una fibra specifica. In seguito, grazie ad un’altra tecnologia innovativa, Thermo-Fur, utilizza un materiale composto da microsfere in grado di trattenere l’aria e formare un tessuto soffice e trapuntato che garantisce un’elevata termoregolamentazione ed il massimo isolamento, permettendo di eliminare l’utilizzo della piuma. La collezione 2017-2018 è totalmente priva di piume, angora e pellicce animali.

Save the duck

È il marchio italiano di piumini per eccellenza che usa solo piuma sintetica. A fare la differenza nel rispetto della causa animalista, è il suo credo e la sua mission professata, con umorismo autoironico, con il suo nome che significa “Salviamo le anatre”. «Il piumino amico delle papere che utilizza solo piuma sintetica», precisa una scritta che campeggia sull’e-shop del brand, fondato nel 2011 da Nicolas Bargi. Tutti i prodotti sono realizzati in nylon giapponese ultrasottile, hanno un’imbottitura sintetica chiamata “plume tech”, costituita da ovatta striata a piccoli pezzi e inserita a iniezione diretta tra i due strati di nylon.

A questi nomi se ne affiancano anche molti altri che si distinguono sul mercato proponendo una moda etica, moderna e rispettosa dell’ambiente e della salute dei consumatori. La speranza è che in futuro sempre più persone riescano a praticare uno stile di vita in linea con il valore di una moda che non sia solo dominata dell’estetica ma anche da una coscienza etica, sapendo dire di no alle pellicce.

Francesca D’Arienzo