krampus
23 Dicembre 2017   •   Carolina Attanasio

Natale col brivido: il mito dei Krampus tra la neve del Trentino

«Se pensavate che il Natale fosse tutto lucette e regali da scartare, allora non andate in Friuli Venezia Giulia o in Trentino: qui le feste si aspettano in modo alternativo e spaventoso, attendendo l’arrivo dei Krampus»

C’è chi aspetta Babbo Natale e chi, invece, i Krampus.

Ogni anno, a inizio dicembre, inquietanti esseri dal corpo di uomo e la testa di animale si aggirano per le strade nei loro pesanti costumi di pelliccia e le loro lingue rosse, spaventando e affascinando locali e avventori. Non è che da queste parti siano tutti indemoniati, intendiamoci, il nord est Italia è il paradiso per gli amanti dell’inverno e delle feste, bello come un presepe e freddo come un apparecchio per ibernare: semplicemente, anche qui – come in molti luoghi in giro per l’Italia, le tradizioni pagane si sono fuse a quelle cristiane col passare dei secoli. Il risultato? I Krampus, un curioso, quanto affascinante, connubio tra bene e male, che ci ricorda l’importanza di guardare entrambe le facce della medaglia.

Chi è, o meglio, cos’è un Krampus? La loro leggenda si perde nella notte dei tempi: nei periodi di carestia, i giovani si travestivano utilizzando pellicce, piume e pelli di animale, rendendosi praticamente irriconoscibili. Così combinati, terrorizzavano gli abitanti dei paesi circostanti, togliendo loro provviste e raccolto. Leggenda vuole che tra di loro ci fosse il diavolo in persona, riconoscibile perché l’unico con zampe a forma di zoccolo di capra. Gli altri giovani Krampus pensarono bene di chiamare il Vescovo Nicolò (divenuto Santo) per esorcizzare il demone.

Una volta allontanato il diavolo, i giovani rimasti sfilarono per il paese, non più per rubare, ma per portare doni o punire i bambini cattivi, insieme al Vescovo. Da allora, il girovagare selvaggio dei Krampus si è trasformato in una vera e propria sfilata, che di solito avviene il 5 dicembre ed è diventata un simbolo dell’eterna lotta tra il bene e il male. L’origine della credenza è comunque pagana, la figura di San Nicolò pare sia subentrata in un secondo momento: durante le prime manifestazioni, il rumore e le grida dei Krampus servivano a scacciare gli spiriti del male dal freddo inverno.

Durante la sfilata, San Nicolò – in piedi o accompagnato da un carro – distribuisce dolci e caramelle ai bambini, seguito a ruota dai Krampus, inferociti, che danzano battendo campanacci, neri e impellicciati. Dalla loro bocca si può veder penzolare una lunga lingua rossa, considerata dai più un simbolo fallico. Il Santo interroga i bambini e si mostra generoso con quelli che, durante l’anno, si sono comportati bene, per gli altri – invece – solo rimproveri e carbone (vero).

Campane e catene preannunciano l’arrivo di questi esseri diabolici, accompagnati da suoni, grida e movimenti apparentemente aggressivi: in alcune zone, come a Tarvisio, i Krampus smettono di accompagnare il Santo per scatenarsi alla rincorsa dei malcapitati, grandi e bambini, costringendoli a inginocchiarsi e pregare, talvolta frustandoli alle gambe, altrove li si vede danzare intorno a un grande falò, come posseduti. Particolarmente affascinante è il Krampus bianco che, al clou del corteo, si inginocchia a San Nicolò davanti alla chiesa, ponendo fine al frastuono e lasciando tutti nel silenzio più assoluto.

Il Krampus è, da tradizione, sempre un uomo, tuttavia il diavolo può avere anche vesti femminili, in questo caso viene chiamato Krampa, ma sempre di uomini travestiti si tratta (nelle tradizioni, si sa, c’è sempre poco spazio per la par condicio). La tradizione dei Krampus è tipica del Friuli Venezia Giulia, dell’Alta Pusteria in particolare: i Comuni dove è più facile imbattersi in queste inquietanti processioni sono Tarvisio, Malborghetto, Camporosso, Pontebba; in Trentino, potete vederli a Boccaldo di Trambileno, Bressanone, Brunico, Dobbiaco, Campo di Tures, Fierozzo, Levico Terme, Merano, Vipiteno, Sesto, Pozza di Fassa. La tradizione valica anche le Alpi, ripetendosi in Slovenia, Germania e Austria.

Il consiglio è quello di avvicinarsi a questo spaventoso carnevale natalizio con il dovuto rispetto: la tradizione dei Krampus non è Halloween, si tratta di un rito che si perde nella notte dei tempi e non ha nulla di commerciale. È un momento molto sentito nelle zone in cui si svolge, come succede per i riti della Pasqua in giro per l’Italia (ve ne abbiamo parlato qui): non approcciatelo come turisti allo sbaraglio, ma approfittatene per immergervi nell’atmosfera del luogo, godendone la magia e la suggestione. Se siete stati buoni, non avete niente da temere: diversamente, in bocca al lupo con le frustate.

Carolina Attanasio