Matteo Greco
12 Settembre 2017   •   Redazione

Matteo Greco: «Faccio musica per provocare reazioni»

«Impegno nel sociale e passione per la musica: così si può descrivere il cantautore Matteo Greco, che si fa conoscere meglio nella nostra intervista».

Matteo Greco (profilo FB) è un cantautore, chitarrista e pianista marchigiano: le sue canzoni raccontano la vita quotidiana, l’amore, le gioie, le delusioni e i problemi sociali che circondano il nostro vivere. Tra i suoi brani più ascoltati Liquirizia, Telo Mare realizzata in collaborazione con i musicisti di De Gregori, La strada delle Orfanelle, cantata in duo con Silvia Mezzanotte e diventata canzone simbolo della causa delle Orfanelle Galletti Abbiosi di Ravenna, La Soluzione, Carabiniere Spara, brano ripreso anche dal quotidiano nazionale Il Giornale e altre trasmissioni radio nazionali, ed infine Dammi del Tu, canzone dedicata al rapporto cane-uomo con un video realizzato all’interno di un canile per raccontare lo stato d’animo dei cani all’interno dei box. Per conoscere meglio questo cantautore pieno di passione, noi di Snap Italy abbiamo fatto qualche domanda direttamente a lui, Matteo Greco, uno dei cantautori del momento.

Ciao Matteo! La prima domanda, quasi d’obbligo, è per conoscerti meglio. Come e quando ti sei approcciato per la prima volta alla musica?

La prima volta che ho cominciato a scrivere canzoni è stato per curiosità, per provare e vedere se ero in grado di farlo. Una volta fatta la prima canzone, però, è cominciata la soddisfazione e la voglia  di raccontare ed esprimere i miei pensieri attraverso la musica. Da lì in poi ho capito di quanto fosse importante e unica ogni canzone, perché le canzoni, oltre a contenere un significato, hanno dentro emozioni ed energia che riescono a materializzarsi di nuovo in chi le ascolta, ed è questa la magia!

Quali sono le influenze musicali più significative per te, che hanno in qualche modo segnato il tuo percorso artistico?

Da ragazzino ero affascinato da Vasco Rossi, ma anche dagli altri cantautori italiani, ognuno con un loro stile, un modo di cantare e di vedere la vita. Ho sempre amato concentrarmi sulle parole delle canzoni e sulle armonie scelte, ma tra tutti la spontaneità e il modo di centrare il segno di Vasco è sicuramente quello che mi ha più appassionato.

Sei un cantautore che non ha paura di toccare con le proprie canzoni temi sociali delicati, o di provocare emozioni forti. Da cosa trae ispirazione Matteo Greco per il suo lavoro? Cosa lo stimola in fase compositiva?

Credo che le canzoni servano proprio a lanciare messaggi e storie, e proprio perché credo che con la musica si possa arrivare diritti agli animi delle persone, sono convinto che sia molto importante utilizzarle per trattare anche temi più scottanti, scomodi e a volte anche impopolari. Non ho mai scelto di fare musica per cercare approvazione, ma per provocare reazioni. 

Sappiamo che sei anche molto legato al sociale, ed in particolare alla problematica delle adozioni nei canili. Vuoi parlarci di questo altro aspetto del tuo lavoro?

Si amo molto gli animali e tra questi, naturalmente, i cani che rappresentano la specie che più conosciamo! Credo che il rispetto per la vita in generale, e quindi anche animale, sia alla base della nostra civiltà, soprattutto se il rispetto è diretto ad animali indifesi che non chiedono altro di essere amati. Credo che nel mondo ci sia tanta ipocrisia e cattiveria, ma gli animali sono lo specchio della felicità e dovremmo soltanto imparare a guardarci dentro. 

Arriviamo ora al tuo ultimo lavoro, Difendiamoci. Quale messaggio vuoi far arrivare all’ascoltatore con questo singolo? Cosa dobbiamo aspettarci dall’album da cui è estratto?

Difendiamoci è una canzone dedicata all’Italia, formata oggi da tanta gente sola che come me è cresciuta in un periodo in cui certe problematiche non c’erano, e piano piano sta vedendo cambiare la nostra civiltà, la sta vedendo regredire e come è logico che sia si chiede il perché. Difendiamoci non è una canzone contro l’integrazione, è un brano che chiede di rispettare le tradizioni, soprattutto nei confronti di chi prima di noi ha combattuto e sacrificato la propria vita per far si che noi oggi potessimo godere di ciò che abbiamo.

Chiara Cavaterra