Matteo Berrettini
03 Ottobre 2017   •   Snap Italy

Matteo Berrettini, la nuova speranza del tennis italiano

«Finalista al Challenger di Istanbul e nuovo numero 127 del ranking ATP. Questa è la storia di Matteo Berrettini, l’astro nascente del tennis italiano.»

Classe ’96, nato a Roma, si sta avvicinando a grandi passi alla top 100 ATP. Stiamo parlando di Matteo Berrettini (profilo FB), nuovo talento del tennis italiano. Un giocatore emergente che da qualche settimana, grazie alla finale del Challenger di Istanbul (persa contro il tunisino Malek Jaziri), ha raggiunto il 127° posto del ranking mondiale ed il 15° nella Race to Milan. Niente male per un ragazzo che appena 9 mesi fa, a fine 2016, occupava la posizione numero 433 del ranking ATP.

A oggi Matteo Berrettini è il miglior Next Gen Italiano, in piena corsa per qualificarsi per le Next Gen ATP Finals, il torneo che si giocherà a novembre nella città lombarda e che vedrà partecipare i migliori under 21 della stagione. Già da qualche anno il nome di Berrettini è sulla bocca degli addetti ai lavori. Un giocatore atipico per il tennis italiano, da sempre fucina di specialisti della terra rossa e di grandi difensori. Matteo, alto 194 cm, è invece un gran battitore che fa proprio del servizio e del dritto le sue armi principali. Due colpi fondamentali nel tennis di oggi e sui quali l’italiano sta lavorando per migliorare ogni giorno.

I risultati cominciano a vedersi. A Istanbul Berrettini ha raggiunto la quinta finale Challanger in poco più di un anno. Poco male che il suo primo successo sia arrivato sulla terra rossa – la superficie più ostica per il suo fisico e per il suo gioco – di San Benedetto del Tronto durante l’estate appena terminata. I progressi sono davanti agli occhi di tutti e sono stati velocissimi: ben 300 posizioni guadagnate nella classifica ATP in meno di dieci mesi.

La ciliegina sulla torta di questa stagione è stata proprio la finale di Istanbul. Dopo tre set combattutissimi Berrettini ha perso da Malek Jaziri ma ha guadagnato 14 posizioni nel ranking, ha raggiunto il 127esimo posto ATP e il quindicesimo nella classifica della Race To Milan. Una posizione nella Next Gen che fa ben sperare per la partecipazione al torneo di Milano che si disputerà tra il 7 e l’11 novembre e a cui parteciperanno i primi sette tennisti Under 21 al mondo e il vincitore del torneo di qualificazione che si disputerà fra i migliori giovani italiani.

Nuovi punti utili per entrambe le classifiche per Berrettini potrebbero arrivare dai prossimi challenger. Challenger che potranno essere seguiti anche attraverso le scommesse live di William Hill che forniranno le quote aggiornate partita per partita e permetteranno di seguire i progressi del giovane italiano in tempo reale. Progressi dovuti anche alla presenza di Vincenzo Santopadre come coach. L’ex tennista italiano con un passato da top 100 sta aiutando il giovane Berrettini a emergere grazie ai suoi preziosi consigli e all’esperienza maturata negli anni di tennis ad alto livello. Quello che non manca al ragazzo è la voglia di migliorarsi continuamente confrontandosi con i migliori al mondo. Emblematica la partita di quest’anno al Foro Italico quando Matteo è stato sconfitto senza appello sul centrale del Foro Italico da Fabio Fognini, attuale numero uno della racchetta azzurra.

Matteo Berrettini, grazie alle sue ultime vittorie, è attualmente il numero sei d’Italia, dietro a Marco Cecchinato, e subito davanti a Stefano Travaglia e Alessandro Giannessi. Questi ultimi seguono Matteo a pochi punti, per cui il classe 1996 dovrà continuare a lottare per mantenere la posizione e puntare ai piani più alti della classifica.

Arrivati a questo punto di svolta è importante evitare due errori. Il primo, quello di sentirsi già arrivati, sembra scongiurato dalla voglia di migliorarsi di Berrettini, dalla sua umiltà e dall’etica del lavoro mostrata ogni giorno in allenamento. Il secondo riguarda l’ambiente esterno e consiste nel non caricare di troppe responsabilità un ragazzo ancora molto giovane: non serviranno le critiche al primo stop, né gli eccessivi elogi alla prima vittoria contro un giocatore più quotato.