Marsupio: il grande ritorno dell’accessorio più discusso

«Il famoso borsello multiuso torna in passerella in grande stile: il 2018 sarà anche l’anno del marsupio. Ecco tutte le novità.»

Si sa, la moda cambia di anno in anno, di stagione in stagione ed anche di giorno in giorno. Stare al passo con i tempi è sempre difficile, ma noi di Snap Italy siamo attenti a tutte le tendenze e vi segnaliamo ogni novità. A salire di nuovo sul podio è questa volta il marsupio, un accessorio molto discusso sin dalla sua nascita avvenuta negli anni ’90, in quanto considerato l’anti-chic per eccellenza e l’emblema del turista straniero in vacanza in Italia.

Ma la Milano Fashion Week lo proclama la nuova it bag della prossima primavera/estate. Gli stilisti lo propongono in passerella soprattutto in nuance molto accese come il rosso, il giallo o il bordeaux. Il consiglio è quello di indossarlo sempre in colori a contrasto con il look, per un gioco di tonalità, in sintonia con l’arrivo delle belle giornate.

La borsa da portare in vita non è più solo prerogativa del guardaroba sportivo o casual, ma si combina a generi diversi. Nella collezione dello stilista italiano Gabriele Colangelo è in nappa pastello e fa coppia con outfit da giorno, eleganti e sartoriali. Gucci, invece, lo propone con la stessa stampa rétro del soprabito. È molto presente già nella moda street style, dove il marsupio spopola con il logo ben in vista.

Può essere indossato anche con un tailleur o un abito da sera nella versione minimal in pelle. Grazie alla sua versatilità, data dall’allargare o stringere la cinta, può essere portato in vita, alla spalla o a tracolla. Sono molte le influencer e le modelle che già lo hanno sfoggiato, come Chiara Ferragni che lo ha scelto trapuntato nero, in pelle, firmato Chanel.

Il ritorno degli anni ’90 nella moda non risparmia nessun capo: dai jeans a zampa e a vita alta alle maglie oversize, dal choker alle sneakers. Ora, per questo 2018 è la volta del marsupio, ma stiamo sempre allerta per cogliere tutte le prossime novità.

Francesca D’Arienzo