marco campomaggi
11 Settembre 2017   •   Anita Atzori

Marco Campomaggi: «Le mie borse senza paura»

«Snap Italy oggi vi racconta la storia di Marco Campomaggi, un brand di borse e accessori dove le rughe sono sinonimo di unicità».

È nel 1983 che Marco Campomaggi scopre la pelle, inizia a dialogarci come se fosse una persona, ne lavora i suoi frutti e mette a segno un progetto destinato a diventare uno stile di vita. L’avrete capito, stiamo parlando di borse, ma non borse qualunque, veri e propri pezzi della tradizione Made in Italy rivisitati con uno stile fresco e contemporaneo. Quando ho pensato di scrivere un articolo sulla pelletteria – includendo borse e accessori – il mio primo pensiero è stato quello di portare alla luce pezzi rappresentativi del nostro settore artigianale e manifatturiero, non perchè migliore del prodotto “fast-fashion”, ma perché unico nel suo genere nonché protagonista della storia della moda in Italia. Così, fra varie ricerche, mi sono imbattuta su questo meraviglioso brand nato nei primi anni 2000. Campomaggi (sito ufficiale) potrei classificarlo come la risposta più adatta alla crescente richiesta da parte del pubblico di un prodotto personalizzato e di valore, “una seconda pelle” non per tutti e che sopratutto “rappresenti”.

La vasta selezione di borse e accessori firmate Campomaggi è creata con un pellame di pregio, utilizzato da pochissime aziende della moda, ovvero la vacchetta naturale; questo tipo di pelle molto resistente, e ha la particolarità di acquistare bellezza e lucentezza proprio col passare del tempo, simbolo di un rapporto quasi paragonabile ai diamanti. Perché sì, queste borse durano per sempre. Dopo il trattamento, infatti, ogni prodotto darà spazio al suo percorso di invecchiamento o, come lo chimerei io, di giovinezza, lasciando intravedere venature ed irregolarità atte a rendere la pelle autentica e naturale al 100%. Ogni borsa Campomaggi contiene un Kit Crema studiato appositamente per preservare la pelle dagli agenti atmosferici e mantenere intatta la bellezza del capo; questo kit è stato ideato e brevettato dallo stesso designer e fondatore Marco Campomaggi, nonché impiegato da anni per rifinire ogni accessorio del brand. E poi, giusto per parlare di fatti, o meglio di sicurezza, ogni prodotto è garantito e attestato da particolari certificati che ne delineano caratteristiche e materie prime. A Milano il brand mostra senza filtri la sua mission distintiva, e il flagship store a in Corso Como ne è proprio l’esempio: un ambiente vasto e accogliente dove si respira il profumo della pelle in ogni angolo della struttura. Borse e accessori esposti in maniera ineccepibili per essere toccati con mano da tutti i clienti, un’esperienza tattile e visiva che rendono l’acquisto non solo shopping classico, ma anche passione e voglia di sperimentare.

Ma per capire meglio cosa c’è dietro questo marchio è essenziale parlare col diretto interessato. Marco Campomaggi per la prima volta si racconta ai microfoni di Snap Italy con un’intervista curiosa e del tutto naturale.

Marco quando ha scoperto di amare la moda?
Ma in realtà non è stata una scoperta, semplicemente ho capito di amarla quando mi stava emozionando. E quando uno si emoziona allora vuol dire che sta succedendo qualcosa, così mentre facevo dei lavori a mano, che solo dopo ho scoperto essere di moda, mi sono reso conto di amare questo tipo di lavoro.

Perchè ha deciso di puntare sulla pelle e non invece su altri materiali più innovativi o ricercati?
La pelle penso sia una delle cose più vicine alla storia dell’uomo. Ha il grande potere di rappresentare nel migliore dei modi le capacità e le abilità dell’uomo. Ma non solo, essa si modella facilmente nelle nostre mani, e penso che questo mi avvicini tanto al mondo della natura e dei pellami.

Se dovesse descrivere il suo brand che aggettivi userebbe?
Il mio brand è sinonimo di verità, ho sempre pensato di fare qualcosa che fosse prima di tutto vero, quindi se dovessi usare tre aggettivi direi verità, manualità e unicità. Sono cose che si collegano l’una con l’altra, perchè la verità molto spesso è frutto della manualità e dell’unicità, sopratutto se si parla di moda.

Quindi, cos’ha di diverso Campomaggi dagli altri brand di borse e accessori?
Mah, avendo queste tre caratteristiche, è un prodotto che, per assurdo, non è né di moda né di stagione. Cambia nel tempo, da solo, segue te nel tempo, e il tempo gli dona addirittura fascino. Io considero il tempo per un oggetto – come nel caso della borsa – come un qualcosa di fantastico, che non toglie ma dà. Le mie borse non hanno paura delle stagioni  e neanche della moda che passa.

Abbiamo notato molti strass e borchie nelle sue collezioni, quanta attenzione dà al dettaglio?
Il dettaglio è quello che aiuta a creare l’unicità. Le nostre borchie, infatti, per la maggior parte vengono lavorate e modellate a seconda del prodotto che le ospiterà. Noi viviamo una vita piena di particolari, di dettagli, e le borchie come gli strass sono delle attenzioni che io ripongo verso le mie creazioni.

Quando progetta una collezione a cosa pensa? Quali sono le sue fonti di ispirazione?
Le mie fonti di ispirazione normalmente sono la vita quotidiana. Io vivo in mezzo alla gente, e la gente mi dà le idee più geniali del mondo perchè essere vivi vuol dire essere attenti. In mezzo alla gente trovo persone bellissime, che non sono modelle, trovo mercatini stupendi con oggetti contemporanei magari concepiti anni e anni fa. Cose logorate dal tempo che come una donna anziana diventano belle e acquistano valore. Questo è per me ispirazione, il mondo attorno e le persone che ci abitano.

Da bambino cosa sognava di diventare Marco Campomaggi?
Devo dire che non ricordo di aver avuto sogni in particolare. Io sono nato in un paesino di montagna, medievale, dove i bambini sognavano di diventare dei buoni cacciatori. Mio padre, infatti, era un cacciatore e da noi se uno riusciva ad ammaestrare dei buoni cani da caccia era già considerato un uomo di prestigio. Forse i miei sogni erano legati alla realtà che vivevo, ma erano comunque bellissimi. Il sogno del resto è quello che ti permette di sentire e di esserci, non è importante sognare in grande, ma avere la forza di crederci.

E il futuro come lo vede?
Mah… io spero di non essere ricordato per “quello che faceva delle borse belle”, quindi ho un futuro pieno di sogni che non è detto debbano essere sempre legati alle borse, perchè proprio il fatto di sognare altro mi permette di creare delle belle borse.

Questo è Marco Campomaggi, la sua storia e il suo brand. Qualsiasi altra descrizione potrebbe essere superflua e di poco conto. L’unica cosa che vi rimane da fare è provare.

Anita Atzori