15 Febbraio 2018   •   Snap Italy

Luigi Tenco, il ricordo del malinconico cantautore

«Morto a Sanremo cinquant’uno anni fa, a seguito dell’eliminazione del brano interpretato con Dalida, proviamo a ricordare Luigi Tenco, il cantante malinconico a cui è dedicato il premio della Rassegna Canzone d’autore del Festival.»

Luigi Tenco, cantautore, poeta e attore italiano, è stato considerato uno dei più grandi e talentuosi cantanti italiani, esponente insieme a Gino Paoli, Bruno Lauzi, Fabrizio De Andrè e Umberto Bindi della scuola genovese. Ad una settimana dalla fine del Festival di Sanremo 2018 vogliamo ricordarlo, partendo proprio dalla tragica scomparsa che accompagnò la kermesse sanremese di tanti anni fa; l’anno scorso, peraltro, il Festival ha voluto ricordare l’artista con l’esibizione-tributo di Tiziano Ferro, che ha aperto la prima puntata 2017 con la canzone Mi sono innamorato di te.


Luigi Tenco, nato da una relazione extraconiugale della madre, solo da adolescente scopri che il cognome che portava non era del suo vero padre, al quale gli fu impedito di riconoscerlo; fin da bambino manifestò una predilezione per la musica, nonostante il parere sfavorevole della famiglia.

«Luigi aveva una memoria straordinaria, gli bastava leggere una cosa per ricordarla perfettamente. In seconda media risolveva con disinvoltura complicate equazioni differenziali. Sprecare un talento del genere ci appariva un delitto. Ce lo immaginavamo ingegnere, o professore di fisica e di matematica.»
Tino Tenco

Dopo molti anni di gavetta, il primo vero successo arrivo nel 1961, con l’uscita del prima 45 giri che conteneva tra le altre Mi sono innamorato di te, Angela e Cara Maestra, che gli costò, a causa della censura, due anni di allontanamento dalla Rai.

«Canterò finché avrò qualcosa da dire e quando nessuno vorrà più ascoltarmi bene, canterò soltanto in bagno facendomi la barba ma potrò continuare a guardarmi nello specchio senza avvertire disprezzo per quello che vedo.»
Luigi Tenco

Luigi Tenco è stato anche attore: nel 1962 fu tra gli interpreti de La cuccagna, diretta da Luciano Salce e per l’occasione l’artista cantò anche il brano La ballata dell’eroe, composta dall’amico Fabrizio De André appositamente per lui. A 3 anni di distanza, invece, prestò il suo volto per il film musicale 008: Operazione ritmo di Tullio Piacentini. Dopo il servizio militare, incide altri successi come Lontano Lontano e Un giorno dopo l’altro, che diventa sigla dello sceneggiato Il Commissario Maigret; proprio in quel periodo conosce Dalida con la quale ebbe una lunga relazione.

Nel 1967 Luigi Tenco arriva a Sanremo con la canzone Ciao, amore Ciao, cantata, come si usava in quel periodo, separatamente: Tenco la cantò male, andando fuori tempo a causa dell’alcol e dei farmaci assunti poco prima dell’esibizione. Una performance che gettò nello sconforto anche la stessa Dalida, evidentemente preoccupata per lo sviluppo della propria carriera.

Il brano non fu apprezzato dagli organizzatori del Festival, che non lo ammisero alla serata finale e lo posizionarono al dodicesimo posto. La notizia arrivò a Tenco a tarda notte, con il cantante mezzo addormentato su un tavolo da biliardo dopo una serata molto lunga ed emozionalmente “difficile”. Luigi Tenco è morto poco dopo essere rientrato nella sua camera d’albergo, la 219 dell’Hotel Savoy, con il corpo ritrovato la mattina dopo da Dalida, con un colpo di pistola alla tempia.

“Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno.
Ciao.
Luigi

La morte del cantautore fece molto scalpore, ancora oggi resta avvolta dal mistero, molti dei suoi colleghi non hanno mai creduto all’ipotesi del suicidio, nonostante la sua forte depressione; nel 2005 la procura di Sanremo ha riesumato la salma per ulteriori accertamenti confermando con l’autopsia quanto stabilito in origine. L’ultimo ad aver immortalato Luigi Tenco da vivo è stato il fotografo Renato Casari che disse: «Tenco appare sorridente, ma con lo sguardo assente».

Concludiamo con una piccola curiosità: dell’ultima esibizione al Festival non è rimasta traccia negli archivi Rai a causa di un incendio avvenuto negli anni ’80, del cantante rimangono solo foto e prove audio della sua ultima esibizione.

Argia Renda