La pazza gioia Virzì
25 Maggio 2016   •   Snap Italy

Virzì: Il successo a Cannes con La pazza gioia

«Un po’ di Thelma&Louise, un po’ de Il sorpasso ma in versione femminile: La pazza gioia di Paolo Virzì, in uscita nelle sale italiane il 17 maggio, ha commosso la Croisette della 69° edizione del Festival di Cannes, che ha accolto il film con dieci minuti d’ovazione»

«Merci Quinzaine», queste le parole di Paolo Virzì al termine della proiezione pubblica de La pazza gioia. Un ringraziamento incredulo e commosso quello del regista, così come le espressioni delle due attrici protagoniste, Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi, entrambe con le lacrime agli occhi per i dieci minuti di applausi ininterrotti e per l’atmosfera di grande emozione che ha pervaso il Teatro Croisette lo scorso 14 maggio. Dopo la grande ovazione e i commenti positivi anche da parte della critica, il regista Paolo Virzì segna un punto alla sua prima volta al Festival di Cannes, dove il film è stato presentato nella sezione Quinzaine des Réalisateurs.

La pazza gioia (Like Crazy per l’estero e richiesto già in 40 paesi), che racconta l’incontro di due donne affette da disturbi mentali, ha letteralmente stregato la rassegna, a dispetto delle delusioni sulla mancata presenza di pellicole italiane in concorso. Infatti dopo la tripletta dell’anno scorso (con i film Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino, Mia madre di Nanni Moretti e Il racconto dei racconti di Matteo Garrone), quest’anno nessun film italiano in gara ma piuttosto quattro film presentati in sezioni parallele, con Pericle il Nero del regista Stefano Mordini nella sezione Un certain regard e rispettivamente le pellicole Fiore di Claudio Giovannesi e Fai bei sogni di Marco Bellocchio nella Quinzaine des Réalisateurs insieme a La pazza gioia di Virzì.

Capolavoro a tinte tricolori

Ed è proprio quest’ultimo a brillare sugli altri. Come detto la stampa entusiasta si è profusa in commenti calorosi: «Dialoghi deliziosi ed un grande equilibrio tra humour e relaismo, una delle poche recenti commedie italiane con serie possibilità di successo internazionale» scrive Variety; «Un incontro tra due donne pieno di verità, con due attrici bravissime» commenta The Hollywood Reporter; mentre per Le Monde il film «è un gran bazar di vita e di cinema». Una storia di follia e di ribellione non poteva che finire nella «sezione più scapigliata e meno pomposa» come l£ha definita lo stesso Virzì, quella Quinzaine des Réalisateurs, da sempre molto esigente e innovativa.

La pazza gioia racconta l’incontro, la complicità, la sofferenza e la ricerca della felicità di due donne opposte per estrazione sociale e carattere, ma similmente fragili, entrambe punite dalla vita. Beatrice Morandini Valdirana (Valeria Bruni Tedeschi) è un’aristocratica borghese, raffinata, pedante, megalomane, ossessiva, bipolare e logorroica; Donatella Morelli (Micaela Ramazzotti) è una giovane ex cubista, tormentata ed affetta da depressione, taciturna, ombrosa e piena di tatuaggi. Le due donne si conoscono a Villa Biondi, un centro di recupero immerso nella campagna toscana che accoglie donne con problemi mentali. Entrambe sono state mandate nel centro in seguito a sentenze di tribunale: Beatrice è divenuta complice di un truffatore col quale ha dilapidato una fortuna, mentre Donatella ha alle spalle una tragedia sfiorata, quella di aver tentato non solo il suicidio ma anche l’omicidio del suo bambino, un dolore che ancora la tormenta. Dichiarate entrambe socialmente pericolose devono sottostare ad una terapia di recupero, ed inizialmente ostili, col tempo si ritrovano l’una nelle fragilità dell’altra e diventano amiche. Un giorno, sfruttando l’inaspettato passaggio di un autobus, le due protagoniste si danno alla fuga ed iniziano un rocambolesco e tragicomico viaggio on the road che le farà ricongiungere col loro passato, per cercare di trovare un po’ di felicità nel mondo delle persone “sane”.

Toscana protagonista

Dopo Il capitale umano, con i suoi freddi ed uggiosi paesaggi lombardi, Virzì torna a girare nella sua amata Toscana, teatro del suo cinema più autentico, e nelle sue sconfinate campagne vi ambienta un film sui confini incerti tra gioia e dolore, dramma e commedia, pazzia e normalità. Scritto a quattro mani con Francesca Archibugi, La pazza gioia ha visto la sua genesi prorpio sul set de Il capitale umano. Come ha raccontato alla conferenza stampa per la presentazione del film, durante le riprese de Il capitale umano Micaela Ramazzotti (che non è soltanto la protagonista de La pazza gioia, ma anche la moglie di Virzì) era incinta e si presentò sul set per fare una sorpresa al marito: «da lontano vidi Valeria (che recitava nel film) prendere per mano Micaela e guidarla sotto la pioggia, arrancando con i tacchi nel fango. Le ho viste per la prima volta insieme in quel momento ed ho pensato che fossero buffe e strane. Avrei voluto inquadrare loro e non continuare a girare ciò che stavo girando. Forse quello è stato il giorno in cui è scoppiata una delle prime scintille che mi hanno portato a fare questo film con queste due attrici che sono state di grande ispirazione». Il bellissimo ritratto di questa strana e straordinaria amicizia femminile è dovuto infatti anche all’interpretazione delle due attrici protagoniste, da molti ribattezzate le “nuove Thelma&Louise”.

Trailer de La pazza gioia

Il trailer del film con in sottofondo la struggente Senza fine di Gino Paoli.

Prodotto da Lotus e da Rai Cinema, La pazza gioia, dopo il grande successo a Cannes, arriva nelle sale italiane il 17 maggio distribuito dalla 01 Distribution, e parte alla grande registrando 22.500 spettatori già al suo primo giorno di debutto. Una grande e meritatissima soddisfazione per Paolo Virzì, da molti considerato l’erede moderno di Monicelli e Risi e di quella commedia tragica e cinica che così tanto appartiene al nostro paese. Una soddisfazione che arriva proprio alla vigilia della sua prima grande esperienza d’oltreoceano: Virzì infatti sarà il regista di The Leisure Seeker, una pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Michael Zaadorian con protagonisti i grandi Donald Sutherland e Helen Mirren.

Ma prima di augurargli buona fortuna bisogna prima tessere a dovere le lodi di questo piccolo capolavoro che ha incantato tutti. Un film che si muove tra comicità e melodramma e nel mentre racconta non solo la storia di due donne spezzate, ma affronta anche il tema dell’accettazione da parte dei cosiddetti normali di quelle persone che possiedono una sensibilità in più, la nostra incapacità di adattarci e di convivere con chi osserva il mondo con occhi diversi. Beatrice e Donatella non sono matte, la loro unica colpa è quella di gridare al mondo la loro voglia di essere libere, di essere folli, di essere felici. Applausi.

Serafina Pallante