jovanotti in bicicletta
26 Aprile 2017   •   Redazione

Jovanotti in bicicletta: la musica si fa pedalando

«Vado a farmi un giro è il titolo del film girato con una GoPro in Nuova Zelanda da Jovanotti in bicicletta. Tremila chilometri, una playlist d’eccezione e la ricerca di ispirazione agli antipodi del mondo. Un’altra avventura da aggiungere alla sua lunga carriera»

È salito in sella e, un Jovanotti in bicicletta, ha fatto il giro nella Nuova Zelanda in cerca di nuove idee per la sua musica.

Tremila i chilometri percorsi e 12 mila metri di dislivello superato per questo viaggio sulle due ruote, iniziato a fine gennaio senza quasi che si sapesse, forse per riservare la sorpresa dello spettacolo finale. La lunga pedalata di Jovanotti in bicicletta ha prodotto, infatti, un docu-film dal titolo Vado a fare un giro, che rappresenta la cronaca dell’esperienza in solitaria del cantautore nell’Isola del Sud della Nuova Zelanda.

Il docufilm è disponibile sul canale web del cantautore, Jova.Tv e mostra come ha trascorso questi venti giorni nel lontano continente, pedalando per circa 150 chilometri al giorno, tra natura “quasi” incontaminata e in compagnia di se stesso.

Jovanotti ha ripreso gran parte delle immagini del film grazie alla sua telecamera GoPro posta ferma sul manubrio per poi passare il materiale nelle mani di Michele Lugaresi, fotografo e videomaker amico del cantante che lo segue da anni.

Come ogni viaggio che si rispetti, anche quello di Jovanotti in bicicletta ha la sua playlist ma, a differenza di quello che ci si potrebbe aspettare, non è composta da canzoni di Jovanotti ma da brani di grandi artisti italiani e non.  Tra i brani scelti da Jova: Il carrozzone di Renato Zero, Lovely Day di Bill WithersA Change Is Gonna Come di Sam Cooke, e poi  Gracias a la vida, What a Wonderful World, Bartali di Paolo Conte. Qui il film completo di Jovanotti in bicicletta.

Perché la Nuova Zelanda? Questa domande se la pone Jovanotti stesso all’inizio del suo film e, ovviamente, si risponde e risponde ai suoi fan: «La Nuova Zelanda perché è agli antipodi, perché se io scavo un tunnel verticale in profondità dall’Italia arrivo in Nuova Zelanda e poi, anche perché è il posto più lontano al mondo, il posto in assoluto più lontano dove potevo andare, dato che non posso andare su un altro pianeta, il posto più lontano fisicamente è la Nuova Zelanda».

Come ogni viaggio, anche quello di Jovanotti in bicicletta è stato una crescita, una scoperta, un fotografare il mondo in movimento alla ricerca di nuove idee, di esotiche ispirazioni per la sua arte e, non ci resta che aspettare di vedere i frutti musicali dopo il grandioso successo di Vado a farmi un giro che ha già raggiunto le 146.000 visualizzazioni.

Jovanotti e il cinema

Il cinema occupa un ruolo importantissimo nella carriera di Jovanotti, lui stesso ha dichiarato: «La mia formazione è avvenuta sulle immagini più che sulla letteratura o perfino musica. Mi rendo conto di pensare per immagini anche quando faccio canzoni. Ho un amore e un rispetto così grandi per il cinema che la considero vera e propria mitologia moderna».

Jovanotti tra i suoi numerosi riconoscimenti annovera un David di Donatello come miglior canzone originale per Baciami ancora, scritta con Saturnino e Riccardo Onori per il film di Gabriele Muccino,  per il quale ha composto anche l’intera colonna sonora di L’estate addosso.

Varie volte, poi, si sono sentite le canzoni di Jova all’interno di grandi film: Mouviti, muoviti nella commedia Parenti serpenti di Mario Monicelli, Ragazzo Fortunato in Aprile di Nanni Moretti, Una tribù che balla in Un boss sotto stress di Harold Ramis e, infine, Piove si sente in una puntata della celebre serie tv I Sopranos.

E i libri..

Durante la sua lunghissima carriera, oltre al tempo per la musica, Jovanotti ha dedicato molto tempo alla scrittura, riuscendo a pubblicare ben otto libri dalla fine degli anni ’80 ad oggi. Questi sono i titoli delle fatiche letterarie dell’instancabile cantautore: Yo, brothers and sisters. Siamo o non siamo un bel movimento? (1988), Cherubini (1993), Il grande boh! (1998), Quarantology, 1966-2006 (2006), La parrucca di Mozart (2009), Per te (2009), Viva tutto! (2010), Gratitude (2013).

Ragazzo fortunato

Il suo nome d’arte nasce da un errore tipografico, infatti, per le sue serate in discoteca  in cui ha iniziato la sua carriera giostrandosi dietro la consolle come disc jockey, si faceva chiamare Joe Vanotti, fino alla volta in cui dalla tipografia unirono le due parti in quello che oggi è uno dei nomi d’arte più noti della musica italiana.

Jovanotti è stato un rivoluzionario della musica di fine anni ’80, è stato uno dei primi a diffondere il rap, il reggae,  la disco e una marea di suoni diversi che all’epoca difficilmente si poteva sentire.
Anche la sua musica, così come lui, si è sempre trasformata nel corso del tempo, risentendo degli influssi più vari, della crescita personale dell’artista e della sua incredibile voglia di cambiamento.

Dal “Give me five”, agli “Yo” ripetuti instancabilmente agli albori degli anni ’90, dai cappellini di baseball  al contrario, accompagnati da testi semplici ed energizzanti, all’impegno sociale che ha contraddistinto sempre la sua carriera fino alle canzoni più impegnate e quelle più romantiche diventate la colonna sonora di molti italiani e delle loro storie.
Jovanotti non stanca e non resta fermo, il pubblico lo segue e si trasforma con lui continuando a ballare, saltare, sognare sulle sue note e costruendo un amore che in questi 30 anni di carriera e 50 di Jovanotti non si è affievolito ma, curioso, lo ha seguirlo fino agli antipodi del mondo, ammirando anche la sua avventura magica tra natura e musica di Vado a farmi un giro, l’ultima fatica di un insolito Jovanotti in bicicletta.

Jovanotti, però, è solo uno dei grandi protagonisti della musica italiana: se volete scoprire altre curiosità sulla musica Made in Italy guardate qui

Elisa Toma