19 Maggio 2016   •   Snap Italy

Jessica Aaron: la tatuatrice dallo stile onirico

«La giovane tatuatrice Jessica Aaron racconta a Snap Italy la sua passione per l’arte e il fantastico mondo dei tatuaggi».

“I tatuaggi pari? Portano sfiga solo se ci credi!”. Jessica Aaron, giovanissima milanese classe 1993, ospite d’onore di un noto negozio di tatuaggi a Roma, racconta a Snap Italy i segreti del suo lavoro e la sua vocazione per l’arte che l’accompagna sin da bambina. Un’assoluta valvola di sfogo trasformatasi ben presto nella passione per i tatuaggi prima disegnati sul suo corpo, in seguito realizzata in un vero e proprio lavoro. Un’avventura inaspettata iniziata 4 anni fa grazie all’aiuto di Frankie De Martino e di un’altra persona per lei molto speciale. Jessica ha preso in mano le redini del suo destino e ispirata dagli artisti Pietro Sedda e Ilya Brezinski, ha trasformato i suoi disegni in tatuaggi unici nel loro genere.

Qual è l’aspetto che preferisci del tuo lavoro?

Non ritengo che sia un lavoro ma un vero e proprio atto d’amore. Dipingere, disegnare, tatuare, fotografare e creare sono sfumature dell’arte attraverso le quali possiamo esprimere la nostra passione. Come lo facevo prima senza rientro di denaro, lo faccio ancora oggi, per amore e passione prima di tutto.

Che cosa pensano amici e famiglia della tua scelta professionale?

Inizialmente non è stato facile, non tanto per i miei genitori che hanno sempre appoggiato le mie scelte ma in particolar modo per mia nonna con la quale ho un bellissimo rapporto. Lei, avendo origini meridionali, ha avuto difficoltà a comprendere la mia passione per i tatuaggi, ma con il passare del tempo ha cominciato ad apprezzare la mia arte, fino ad arrivare al punto di pensare di farsi tatuare. Non ringrazierò mai abbastanza i miei amici che mi hanno sempre sostenuta e aiutata, offrendomi la loro “pelle” per migliorare sempre di più.

Cosa rappresentano i numerosi tatuaggi che hai sul corpo?

Rappresentano il mio percorso, le mie idee, i miei sbagli. Crescono e si evolvono con me, ogni tatuaggio ha un suo sviluppo e singolarità. Attualmente sto realizzando alcune cover up e penso che anch’esse facciano parte del mio percorso.

Esiste un tatuaggio perfetto?

Non esiste perfezione, ma forza e ricerca di equilibrio. Essendo una persona molto meticolosa e pignola, cerco sempre di trasmette emozioni attraverso i tatuaggi che realizzo, con l’obiettivo di riuscire a trasportare in un’altra dimensione colui che guarda i miei disegni.

Quanto hanno influito i tuoi clienti nel determinare il tuo stile?

Colui che si tatua ha sempre delle idee da fondere con quelle dell’artista. Mi capita spesso di parlare con le persone che vengono a tatuarsi da me e di stravolgere le idee che avevano inizialmente, dando vita a progetti nuovi e personali. Un percorso svolto insieme con l’obiettivo di creare un disegno che possa soddisfare entrambi, basandosi sullo spirito con cui si fa il tatuaggio e rispettando la richiesta del cliente.

Chi si rivolge a te cosa vuole?

Chi si rivolge a me desidera principalmente, peculiarità e tratti fini. Tatuaggi in bianco e nero, geometrici, mandala, frattali, progetti surreali e blackwork. Ogni pezzo che faccio mi aiuta a conoscere una parte di me.

C’è una parte del corpo su cui preferisci lavorare?

Per un fattore di comodità, gli avambracci e le cosce ma dipende soprattutto dal tipo di pezzo. Ogni progetto deve essere adattato ad un posto specifico del corpo, in modo tale da poter essere valorizzato.

Esiste un soggetto particolare che caratterizza il tuo lavoro?

Credo la “Lampolfiera”, un disegno che ritrae una lampadina a risparmio energetico che vola come una mongolfiera. Dopo aver fatto stampare numerosi adesivi sui quali è raffigurata la Lampolfiera, questi sono stati applicati sui muri di molte città italiane.

Cosa consiglieresti a chi vorrebbe intraprendere questo percorso?

Di impegnarsi molto e di non sentirsi mai arrivati perché c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare.
Credo sia proprio questo l’aspetto meraviglioso dell’arte, soggetta ad un costante sviluppo e cambiamento. Per chi vive d’arte come me, anche nei momenti in cui vi è poca ispirazione, è necessario trovare nuove chiavi di lettura per esprimersi.

Claudia Brizzi