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02 Luglio 2016   •   Snap Italy

La spiaggia perfetta: alla scoperta delle più belle calette italiane

«Ci sono baie e calette paradisiache, segrete o quasi sconosciute, dove godersi il mare è più bello, rigorosamente lontani dalla folla e da lunghe file di ombrelloni. Arrivarci, a volte, costa fatica, ma una fatica premiata dalla vista di una spiaggia meravigliosa.»

Dal Salento alla Sardegna, passando per la Toscana e la Sicilia, eccoci alla ricerca della spiaggia perfetta, calette paradisiache d’Italia poco frequentate, dove godersi il mare è più bello, soprattutto perché lontani dalla solita “calca”.

Tra le prime troviamo il Fiordo di Furore: tra Praiano e Conca dei Marini in Campania c’è un ristretto specchio d’acqua che si trova allo sbocco di un vallone a strapiombo creato dal torrente Schiato, che da Agerola corre lungo la montagna fino a tuffarsi in mare e accoglie un minuscolo borgo marinaro, abitato, tra gli altri, da Roberto Rossellini e da Anna Magnani. Una piccola crepa nella roccia, un’antica gola che a luogo è stata utilizzata come riparo da pirati e banditi. Splendido tratto della Costiera Amalfitana che nel 1997 è stata dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Segue la spiaggia di Punta Crena in Liguria, una tra le più affascinanti di Riviera di Ponente, una caletta isolata, circondata da ripide scogliere e scavata dall’erosione costante del mare, un posto nascosto e poco frequentato anche nei giorni di punta della stagione balneare. È una baia piccolissima larga solo quaranta metri e profonda cinquanta: è questo il motivo per cui dalla gente del posto viene chiamata la “spiaggetta”.

In Sardegna nel comune di Baunei, in provincia di Ogliastra sorge Cala Goloritze, al riparo dagli sguardi indiscreti per i bagnanti meno pigri. Nata da una frana nel 1962, è famosa per il pinnacolo alto 143 metri noto anche per l’arrampicata sportiva. Dall’estate del 2007 la costa in prossimità della spiaggia a 200 m dalla riva è completamente chiusa al traffico di imbarcazioni a motore per preservare la spiaggia dall’inquinamento e dall’assalto dei turisti. Cala Goloritzè è stata dichiarata “monumento naturale” della Regione Sardegna nel 1993, e poi nominata “monumento nazionale italiano” nel 1995.

Nella parte settentrionale della Costa Viola, nel tratto con il mare più azzurro della Calabria, c’è la Spiaggia della Marinella di Palmi, situata a 50 chilometri da Reggio Calabria, la spiaggia ha un fascino incontaminato e selvaggio ed è bagnata da un bellissimo mare turchese, limpido e trasparente, con fondali sassosi, digradanti e preziosi, che meritano una visita subacquea. Il mare è ideale anche per gli amanti dello snorkeling, in quanto ricchissimo di pesci per via dei tanti anfratti della scogliera.

A Lecce gli scogli bianchi e aguzzi della scogliera, interrotta solo da una piccola baia sabbiosa, proteggono Porto Badisco, nota località balneare nel comune di Otranto, rinomata per la tradizione culinaria dei ricci marini. Tra le destinazioni del Salento è la più selvaggia e incontaminata ed è il posto dove secondo il mito, Enea, come descritto nell’Eneide di Virgilio, avrebbe fatto scalo nel suo viaggio in Italia dopo la fuga da Troia. A Porto Badisco si trova inoltre la Grotta dei Cervi, che contiene importanti disegni realizzati con guano di pipistrello databili al Neolitico ed è caratterizzata da numerosi anfratti e calette di rara bellezza.

La Spiaggia del Buon Dormire è una baia sabbiosa ai piedi di Capo di Palinuro ed è considerata una delle spiagge più belle d’Italia e del Cilento, la spiaggetta si raggiunge solo via mare ed è famosa per i colori incredibili del mare: l’acqua è limpida e color smeraldo, la sabbia è dorata. Pochi sanno che è qui che Ulisse è stato tentato dal canto delle sirene e che il nocchiero Palinuro si è addormentato con le dolci parole sussurrate dal Dio del sonno per permettere ad Enea di compiere il suo destino.

Per concludere in Sicilia: la Spiaggia di Marinello, in provincia di Messina, spiaggia sabbiosa bagnata da un mare trasparente, dichiarata Riserva Naturale Orientata. La sua forma costituita da particolari laghetti gli ha conferito un particolare alone di mistero. La leggenda, infatti ,dice che la nascita di questi laghetti è legata ad una bimba caduta dalle braccia della madre miscredente, che non voleva affidarsi alla Vergine Nera di Tindari, che venne miracolosamente salvata dall’improvviso ritirarsi delle acque impetuose che lasciarono il posto ad una coltre di sabbia soffice, che ne attutì la caduta. In realtà i laghetti si sono formati per un’azione tettonica (movimenti della crosta terrestre), congiunta ad un’azione marina legata alle correnti.

Argia Renda