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12 Gennaio 2017   •   Snap Italy

Invicta: al Pitti Uomo il nuovo design dello zaino anni ’80

«“Prima in Italia c’era più produzione, oggi c’è più testa pensante”. La filosofia dietro il brand Invicta»

Chi di voi in passato non ha avuto uno zaino Invicta? Soprattutto negli anni ’80 questo prodotto spopolava tra i più giovani e non averlo voleva dire “essere fuori moda”. E oggi invece? Il marchio ha prodotto anche capispalla, ma il prodotto sul quale continua a giocare è proprio il buon vecchio zainetto. Ha cambiato nel corso del tempo, e varie volte, lo scopo del suo utilizzo, ma senza mai tramontare.

Invicta

Noi di Snap Italy abbiamo incontrato per voi Simone Di Stasio, designer di Invicta alla 91esima edizione del Pitti Uomo

Qual è la storia del brand Invicta ?

Il marchio Invicta nasce in Inghilterra nel 1906 per la produzione di sacche e borse. Nel 1921 approda al Made in Italy, con l’apertura a Torino del primo laboratorio artigianale. Da qui lo zaino subisce varie trasformazioni ed evoluzioni, da prodotto per alpinisti a prodotto militare, poi sportivo e infine icona urbana di stile e italianità, con il modello Jolly. Produce poi anche capispalla e guanti per la neve.

Con quale novità vi presentate oggi al Pitti Uomo?

Il progetto che presentiamo è totalmente italiano. Si tratta della nuova collezione di zaini Jolly, interamente prodotti in Italia. Questo è indice di come, da parte nostra, la volontà di portare sempre più in auge il Made in Italy ci sia tutta, nonostante le spinte del mercato internazionale.

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Quant’è importante il fattore Made in Italy nel vostro lavoro e a livello internazionale? 

Moltissimo, essendo indice di qualità e unicità. É ovvio che il mercato internazionale spinge a scelte che spostano la produzione dall’Italia, ma questo non toglie che si tratti comunque di un prodotto realizzato secondo canoni stilistici italiani e da designer italiani. È necessario capire quale mercato possa permetterti la produzione di una certa quantità di prodotto, senza rinunciare alla qualità. Inoltre, a livello internazionale, il fatto che il prodotto porti avanti la sua italianità e che tenda a difenderla, è molto apprezzato.

E questa collezione di zaini Jolly tutta italiana?

Da quest’anno abbiamo una collezione che riporta la produzione in Italia, a dimostrazione di tutto quello che è stato detto. Certo, non è possibile dire già da adesso che da domani tutto sarà prodotto in Italia, vista anche la difficile reperibilità dei nostri prodotti. Ciò che crediamo di aver fatto e che miriamo ancora a fare, è accrescere sempre più l’azienda, senza nulla togliere al lavoro italiano. Prima in Italia c’era più produzione, oggi c’è più testa pensante, mettiamola così. Da parte nostra speriamo che il Made in Italy diventi sempre più un elemento che porti alla valorizzazione del prodotto.

Qual è il target di questa nuova collezione?

Il target del Jolly è favoloso, senza età. Si tratta di un prodotto iconico, storico. Quasi tutti gli italiani hanno avuto questo zaino nella loro giovane età, e oggi alla sua funzione classica, se ne sono aggiunte altre. Negli anni ’80 ha rappresentato l’ante-facebook, se si voleva dire qualcosa lo si scriveva proprio sullo zainetto. C’è un attaccamento incredibile a questo prodotto. Rispetto al passato, lo zaino è stato migliorato, dotato di tasche interne che lo rendono adatto alle nuove esigenze tecnologiche.

Progetti per il futuro?

Abbiamo la fortuna di avere un prodotto sul quale giocare, dando vita costantemente a diverse novità. Questo anche in virtù del fatto che lo zaino, da accessorio tipico degli alpini, è passato ad essere accessorio per i giovani studenti e oggi addirittura accessorio per i più adulti, per chi va a lavoro, senza distinzione di età o classe sociale. Diciamo che al giorno d’oggi lo zaino è un accessorio molto versatile, contenitore per eccellenza e modo più semplice per trasportare le cose.

Chiara Rocca