Pitigliano
13 Settembre 2017   •   Carolina Attanasio

Instaborghi: Pitigliano, cuore nel tufo e testa nelle nuvole

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«Instaborghi scivola tra le curve della Maremma e vi porta a Pitigliano, borgo epico arroccato sul tufo, dalle viscere etrusche»

Che la Toscana sia bella lo sappiamo, andarci per Instaborghi (qui l’ultima puntata) però la rende ancora più speciale, perché ti allontana dai grandi aggregati turistici per portarti a sgranare letteralmente gli occhi davanti alle meraviglie nascoste tra colline e vallate. Così, mentre t’inerpichi tra le curve morbide della maremma, giri l’angolo e ti trovi a sbattere la mascella a terra davanti alla magnificenza di Pitigliano (sito istituzionale), che ti si para di fronte come un’astronave poggiata sul tufo, una città fantastica che sembra uscita da un racconto di fantasia. Giusto il tempo di ricomporsi e si è già all’ingresso del borgo, accolti dall’acquedotto mediceo, fatto costruire dagli Orsini ma completato dai Medici, famoso per la caparbietà dell’opera, la cui costruzione ha sfidato letteralmente le asperità del territorio su cui poggia. Di diritto, dirittissimo, tra i Borghi più belli d’Italia, Pitigliano è un varco spazio temporale perfettamente in armonia con le vallate che lo circondano, fatte di vento e cielo azzurro maremmano doc, che neanche in Irlanda.

Da vedere a Pitigliano

Nella curva che si apre su Pitigliano, mentre raccogliete i resti della vostra mascella, potete già fare una sosta al Santuario della Madonna delle Grazie, visitare la chiesa e godervi il primo, spettacolare panorama dalla piccola area di sosta circostante. Palazzo Orsini (sito ufficiale) è il monumento maggiore del borgo, costruito intorno al XIV secolo e residenza dei conti Orsini e riadattato successivamente secondo canoni rinascimentali. Le sale interne sono attualmente sede del Museo dell’arte sacra. Dalla piazza antistante, tre strade s’intrufolano parallelamente lungo il borgo, camminando perderete più volte la vista nei vicoli stretti e ripidi, alla fine dei quali si intravede il panorama mozzafiato della valle circostante. La via principale vi porta dritti alla Cattedrale, forme barocche e sculture rinascimentali a ornarla, insieme alla torre campanaria esterna, uno dei profili di Pitigliano riconoscibili già in lontananza. Nel rione di Capisotto, la Chiesa di San Rocco vi accoglie con discrezione con la sua facciata barocca e i bellissimi affreschi interni. Al centro di Pitigliano si trova il ghetto, ricordo di mezzo millennio di comunità ebraica vissuta in questo luogo, tanto da far meritare al borgo il soprannome di Piccola Gerusalemme. Se siete fortunati, potrete dare un’occhiata a una delle tante cantine, sotterranei scavati nel tufo e ricavati dalle antiche gallerie, a testimonianza di una civiltà antica, che si perde fino agli etruschi.

Da fare a Pitigliano

Il borgo è il punto di partenza di una serie di percorsi etruschi che si snodano lungo le vallate circostanti, armatevi di scarpe comode e godetevi la camminata, fatta di fascino e mistero per il lascito degli etruschi prima e degli ebrei dopo, che nel fondo della città hanno eretto luoghi di culto, tombe, ipogei e le misteriose Vie cave, percorsi scavati nel tufo tipici di questa zona. Il Parco archeologico Città del Tufo (sito ufficiale), tra i vicini borghi di Sorano e Sovana, vi condurrà nell’affascinante mondo delle necropoli e, probabilmente, anche in un’altra dimensione.

Da mangiare a Pitigliano

Mangiate lo sfratto. Non è un modo carino per dirvi di andare a quel paese, ma un dolce tipico dall’impasto di miele e noci, di origine ebraica. Leggenda vuole che nasca a forma di bastone per ricordare l’usanza di picchiare alla porta degli ebrei, per intimare loro di trasferirsi nel ghetto.

Curiosità

Il calendario degli eventi estivi di Pitigliano culmina nel Settembre diVino (pagina Fb), una vera e propria celebrazione dell’enogastronomia locale, che vede l’intero borgo trasformarsi in una locanda a cielo aperto, con varie cantine dove poter bere e mangiare: la cantina è lo spazio fisico occupato dai vari gruppi di amici, parenti e quant’altro, per cucinare e servire vino alla mescita. Ciascuna cantina compete con le altre per il titolo annuale, assegnato a punti da una giuria e dai voti del pubblico, la competizione è amichevole ma accesa, per la gioia dei turisti. Durante la manifestazione è possibile visitare le tantissime cantine nel tufo aperte per l’occasione, un vero salto nelle viscere di questo borgo, che sembra quasi si perdano fino al centro della terra. Da provare.

Carolina Attanasio

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